Chapter 16: The gig

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-Tra mezzora arriveremo davanti allo stadio, dobbiamo ritirare i biglietti. Hai portato la copia di pagamento vero?- Grace annuì distrattamente.

Il silenzio cadde nuovamente tra i due, ma non ci fecero caso.

Finalmente, dopo trenta minuti, una grande struttura si stagliò alta davanti ai loro occhi. La Chesapeake Energy Arena, con la sua forma ovalizzante, era circondata da un mucchio di persone accalcate tra loro. Si muovevano lentamente attraverso i cancelli dell'ingresso controllati da diverse guardie. Grace e Lionell scesero e si precipitarono alla biglietteria per il ritiro dei tickets.

-Dobbiamo farci una bella fila- sorrise il biondo e cinse le spalle della ragazza con un braccio. I due confabularono tra loro, scherzando e aspettando che la coda si muovesse.

C'erano persone di diverse età, da ragazzine di dodici anni a uomini e donne sulla trentina. Grace sapeva che non sarebbe stato uno di quei concerti tutte urla e schiamazzi, ma più uno dove si cantava e ci si poteva commuovere silenziosamente, era questo che le era sempre piaciuto di Lana Del Rey. Pacatezza, voce bassa, canzoni con un vero testo e una melodia cullante. Certo la Del Rey aveva fatto anche canzoni più allegre e coinvolgenti, ma non erano le preferite della rossa.

Alle sei e mezzo del pomeriggio i due ragazzi poterono finalmente accomodarsi sugli spalti. Erano abbastanza lontani, ma con i maxi schermi sapevano che non si sarebbero persi nulla.

-Wow, è davvero grande questo posto-
-durante le partite di basket può contenere più di diciannovemila persone. L'ultima volta che ci sono stato avevo dieci anni mentre mio fratello è un frequentatore un po' più assiduo-
-segue degli sport?-
-è il miglior tifoso al mondo degli Oklahoma City Thunder. Nomina Russell Westbrook per sbaglio e potresti ritrovarti a conoscere l'intera biografia di quel cestista-
-e a te non piace il basket?-
-non amo gli sport in generale, preferisco un buon libro di Sigmund Freud-
-sei proprio fissato con la psicologia-
-la scienza, da qualsiasi punto di vista la si veda, è pura conoscenza e verità. Freud disse: "la scienza non è un'illusione. Sarebbe invece un'illusione credere di poter ottenere da altre fonti ciò che essa non è in grado di darci"-
-diventerai un grande e rinominato psicologo Lionell, ne sono sicura- il biondo le sorrise calorosamente prima di voltarsi e vedere un ragazzo che vendeva popcorn.
-ne vuoi?- Grace annuì, aveva un certo languorino in effetti.

Lo show sarebbe iniziato per le otto di sera, avevano ancora un'ora da aspettare mentre l'arena continuava a popolarsi.
Mentre la rossa sgranocchiava i fragranti chicchi di mais, fece una domanda al suo vicino.
-Aloysius ha ritrovato Zinco?- Lionell la guardò corrucciando le sopracciglia e deglutendo velocemente il cibo.
-come sai che il suo cane è scappato?-
-me l'ha detto-
-oh- il biondo esitò per un secondo, sembrava pensieroso -comunque l'hanno ritrovato sulle rive di un fiume. Povero, mi mancherà-
-mi dispiace, insomma Aloysius sembrava tenerci davvero tanto- Grace si grattò le pellicine del pollice a disagio.
-era il suo cane da quando aveva sette anni, sono cresciuti insieme. Mi stupisco che te ne abbia parlato, mio fratello è un tipo molto riservato e, come ti ho già detto, geloso delle sue cose-
-perché ha questo bisogno di imporre la sua proprietà su tutto?-
-penso che creda che avere proprietà lo renda migliore degli altri. I suoi oggetti sono praticamente intoccabili e va fuori di testa se qualcuno li prende. Non mi ha mai raccontato perché non potessi dire che Zinco era anche il mio cane pur passandoci insieme davvero tanto tempo, ma lui voleva così. Quando avevo quattordici anni ho raccontato a Dean che Zinco era il cane di famiglia. Aloysius me le ha date di santa ragione pur essendo più piccolo di me, avevo un occhio viola da far paura-
-non vorrei mai essere la sua ragazza, commetterebbe un omicidio se qualcuno si avvicinasse- Lionell la guardò con la coda dell'occhio con uno strano sguardo.
-io avrei paura-.

Lo show sarebbe iniziato nel giro di pochi minuti, ma Grace continuava a ripensare alla precedente conversazione.
Un fratello con l'impulso di studiare ogni singolo individuo in maniera ossessiva e l'altro con un innato senso di possessione. Sono circondata da gente normale insomma. Ma in effetti chi stabilisce la normalità?

-Guarda, sta iniziando- le luci attorno si spensero mentre quelle del palco presero diverse tonalità di rosa e azzurro. Le note della famosa canzone "Blue jeans" risuonarono tra le pareti accompagnate da urli di gioia ed esaltazione. Un candido vestito bianco di merletti e pizzo corto fino a metà coscia ricopriva la femminile figura di Lana. Grace si sentiva così felice di poterla rivedere, le canzoni di quella donna erano la colonna sonora dei suoi ultimi anni.

"But I still remember that day we met in December, oh baby!"

La seconda canzone "Born to die" era decisamente più conosciuta e l'intera Arena cantò a squarciagola con Lana.
Per meno di due ore Grace si sentì parte di qualcosa di grande, di energetico, si sentiva viva e pronta ad affrontare qualsiasi cosa, eppure sapeva che non sarebbe durata a lungo la sua felicità.
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-È stato bello, mi è piaciuto molto- Lionell e Grace stavano tornando a casa lungo la trafficata statale a bordo della lucidissima Volvo.
-si, lei è fantastica- la rossa era felice che il ragazzo avesse apprezzato il concerto, le sarebbe dispiaciuto avergli fatto perdere tempo e soldi.
-in più la cantante non si può dire sia brutta- disse il biondo ammiccando giocosamente.
-oh, adesso vedo la fratellanza tra te e Aloysius!- Grace scoppiò a ridere trascinando con se anche il suo vicino che brontolava qualcosa in dissenso.

Il viaggio di ritorno fu decisamente migliore di quello di andata, molta più allegria alleggiava nel veicolo accompagnato dalle note audaci di un vecchio cd rock che avevano trovato nel portaoggetti.
-Grazie davvero. Per tutto-
-mi sono divertito, ci vediamo Grace-
-ciao- la ragazza salutò velocemente con la mano prima di salire i polverosi scalini del suo stabile.

Attraverso la porta di casa si sentiva il rumore della tv accesa e di altre due voci. Grace infilò le chiavi nella serratura e poi aprì ritrovandosi davanti suo padre rosso dalla rabbia e una donna seduta sul divano con una tazza di tè.

-Grace Elizabeth Rogers! Dove diavolo eri finita? Stavo per chiamare la polizia, per fortuna Angela mi ha dissuaso dall'idea- la donna alle spalle di suo padre si alzò rivolgendole un dolce sorriso.
-ti ho lasciato un biglietto papà- Grace cercò di girargli attorno per andare in camera sua, ma Shane le si parò davanti.
-ti ho chiamato una ventina di volte, ti ho lasciato più di tredici sms! Che cazzo Grace..- suo padre si girò di scatto scusandosi per la scurrile parola con la donna nella stanza. La rossa tirò fuori dallo zaino il cellulare palesemente morto.
-scarico- disse alzandolo svogliatamente. Suo padre la fissò con i suoi grandi occhi azzurri e poi la abbracciò.
-avevo tanta paura, non farlo più- Grace rimase con le braccia lungo i fianchi esterrefatta.
-tuo padre si è preoccupato tantissimo- la voce di Angela era molto sottile e pacata, trasmetteva tranquillità e dolcezza.
-Angela ha scoperto dov'eri andata e me l'ha comunicato poco prima che chiamassi le forze dell'ordine dicendomi che andava tutto bene-
-come lo sapevi?- Grace si rivolse alla donna che portava dei semplici jeans chiari e una camicetta azzurra.
-mio figlio Zaire è molto amico con Aloysius Davis il quale gli ha raccontato che tu e suo fratello siete andati ad Oklahoma City-
-Zaire è suo figlio?- la donna di fronte alla rossa era di carnagione chiara e con gli occhi verdastri, completamente diversa dal suo ricordo del ragazzo mulatto.
-si, Zaire e Zahara sono i miei figli. Il mio ex marito proveniva dal Sud Africa- la ragazza annuì scostando lo sguardo da Angela.
-vai a farti una doccia e domani riparleremo della questione- suo padre era ritornato rigido come sempre ed ora la invitava palesemente a togliersi di mezzo.

"Forse è lei la donna con la quale si sente."

Dopo una veloce e rinfrescante doccia, le coperte del suo letto le sembrarono il paradiso.

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora