Chapter 22: Braid and pills

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I capelli rossi erano spinti all'indietro dalla forza del vento, ondulavano sulle spalle minute della ragazza e si intrecciavano tra loro. Grace era seduta sul pavimento grezzo del balcone fumando lentamente una sigaretta.

" Perché cazzo l'hai fatto? Era una scommessa con Zaire? Era per vendicarti di tuo fratello? Aloysius non sono una merda di gioco io! Lo sono stata per troppo tempo."

E lo era stata sul serio, era stata un gioco per tante persone, Aloysius compreso. Le faceva male vedere come nessuno si preoccupasse per lei, come tutti avessero la loro bella vita e lei fosse solo un piccolo oggetto al quale nessuno prestava attenzione. Non sapeva come fosse finita così, pensava che possedendo un bel po' di soldi la strada sarebbe stata spianata, ma non era vero, con le relazioni almeno.

Trascinò vicino a se la borsa per prendere il cellulare.

"Oddio."

Una distesa di petali secchi e un po' gialli spiccava all'interno della sua tracolla. La sera prima non si era resa conto di aver gettato all'interno la rosa di Aloysius. Ormai era andata distrutta, ma i petali c'erano ancora.
Testimonianza, quelle macchie di colore giallo e rosso erano una testimonianza.

Svuotò la borsa dal suo contenuto e raccolse i petali, prima che il vento li portasse via. Aprì un libro a casaccio e li intrappolò all'interno.

Bacio caldo, labbra al sapor di tabacco e i capelli mori schiacciati dal cappello che le solleticavano la fronte.

Grace scosse la testa furiosamente portandosi le mani al viso e sdraiandosi sul letto.

"Dimentica, dimentica, dimentica, dimentica. "

Il suono stridulo del campanello la fece sobbalzare.

-Che diamine- sussurrò tra se infilandosi le infradito e dirigendosi verso l'entrata.
-Lionell? Non dovevi essere da qualche parte oggi?-
-era più una scusa per andarmene, posso entrare?- la rossa si scostò dalla porta e fece teatralmente segno di accomodarsi.
-mi dispiace di essere piombato qui all'improvviso, ma non potevo restare a casa mia e tra poco scenderà un diluvio- Grace si protese verso la finestra osservando i nuvoloni grigi nel cielo.
-ti hanno sfrattato, per caso?- rise la ragazza accomodandosi sul divano vicino al biondo.
-quasi, Aloysius sembra più schizzato del solito, è davvero insopportabile-
-e tu,da bravo psicologo, non dovresti aiutarlo a calmarsi e a ragionare? E togliti quegli occhiali da sole inutili- Lionell sospirò prima di sfilarsi i Ray-Ban dal viso.
-Dio mio- l'occhio sinistro del biondo era contuso, varie sfumature viola e giallastre ne descrivevano l'area circostante.
-L'ho detto che era più schizzato del solito-
-è fuori di testa per caso? Mio Dio, è gonfio da far paura, ti sei messo del ghiaccio?-
-ho messo una benda impomatata per tutta la notte-
-vi picchiate frequentemente?-
-è più lui che picchia me, non riesco mai a colpirlo prima che faccia la sua mossa-
-e tuo padre?-
-siamo grandi ormai, è stanco di doversi schierare dalla parte di uno o dell'altro- Grace era senza parole. Lionell era il più grande dei due, ma sicuramente il più fragile fisicamente.
-dovrebbe sfogare la sua rabbia in qualche altro modo- suggerì la rossa andando in cucina a prendere del ghiaccio.
-non se la causa della sua arrabbiatura sono io, come può colpire un muro se può avere direttamente me?-
-ma non è un comportamento normale, ti crea dei danni inutilmente-
-ci ho sempre vissuto con lui, sono abituato- Grace appoggiò il panno fresco sulla parte scura del volto di Lionell.

-Prima che iniziasse a scatenare la sua furia, mi ha detto che vuoi tornare a San Diego, raccontami com'è là- la ragazza sospirò sedendosi nuovamente sul divano a gambe incrociate.
-non voglio tornarci per qualcuno in particolare, a essere sinceri per nessuno, ma è sempre stata la mia città, ci sono affezionata in qualche maniera-
-e i tuoi amici? Non vuoi rivederli?- Grace lo osservò in silenzio giocherellando con l'orlo della maglia.
-non ne ho, mi hanno voltato tutti le spalle da un pezzo-
-dicono tutti così, ma qualcuno c'è sempre-
-no, io non ho davvero nessuno, a parte mia sorella-
-perché ti hanno lasciata sola, Grace?-
-perché non erano amici. Quando li incrociavo per la strada non mi salutavano, giravano il volto altrove sparlando. Era davvero molto frustrante-
-non ti servono persone così, odio chi si circonda di falsità. I miei compagni di college non sono altro che compagni, per l'appunto, non mi hai mai sentito chiamarli "amici" perché non lo sono. L'unico è Dean. Lo so, sembra assurdo che io ci vada d'accordo, ma è una persona d'oro-
-Dean ha te, Zaire ha Aloysius, Yvette ha Noelle, vi siete trovati-
-vorrei davvero aiutarti, mi fa male vederti così, anche se non ti conosco per nulla-
-ecco ritornato il tuo lato da psicologo, vuoi aiutare, ma non sai come, neanche io lo so-
-non è psicologia, è umanità-
-ne ho conosciuta gran poca in questi diciassette anni- la ragazza si alzò dirigendosi in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Parlare delle sue difficoltà l'agitava parecchio.

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora