Chapter 26: Swing and cap

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-Non così in alto. Mi sento male!-
-sei una cagasotto-
-Aloysius!-

Erano passati solo pochi giorni dalla gita al bacino artificiale ed i due avevano continuato ad uscire frequentemente.

Grace si sentiva stranamente felice.

-Dai, ti prego! Ho paura di cadere-
-non lo farai, ti prenderò tra le mie braccia. Sempre.- Quella frase non era riferita solo al momento che stavano vivendo, era una constatazione generale. Aloysius stava dicendo che voleva rimanere, voleva esserci costantemente.

I capelli rossi di Grace svolazzavano ovunque seguendo l'andamento dell'altalena.
-Salta!- gridò il moro di fronte alla ragazza.
-sei impazzito? Potrei rompermi una gamba-
-dai, mammola! Salta!-
-no!-
-Grace- intimò il suo nome come un rimprovero.
-Davis- ripeté lei alzando le sopracciglia.
-siamo tornati ai cognomi Rogers? Forza salta, ti prenderò io. Fidati-

Grace deglutì sporgendosi verso il bordo del seggiolino, ma tenendo ancora ben salde le mani sulle catene.
-avanti, devi fidarti di me-

"Fiducia, Grace, devi avere fiducia nella persona che ti sta davanti."

"Non è nemmeno un gran salto e al massimo pianti la faccia nell'erba."

"Avanti ragazza, fidati."

La rossa lanciò un urletto ancor prima di staccarsi dall'altalena e alla fine precipitò direttamente tra le braccia del moro che perse l'equilibrio e cadde a terra.

-Effettivamente credevo saresti atterrata in piedi, non su di me, ma va bene ugualmente- rise Aloysius.
- hai detto tu che mi avresti presa-
-si, ma in caso di necessità, piccola scimmietta-
-ops- Grace rise stringendo le braccia ancora ancorate al suo collo e portandolo verso di se.
I due si guardarono con il sorriso e le labbra si unirono con singolare tranquillità, come fosse di routine.

-Scusate, non vorrei disturbare- entrambi girarono il capo verso la voce che li aveva riportati alla realtà. Zaire ghignava come se la sapesse lunga, mentre palleggiava con un pallone da basket.
-hai disturbato, invece- rispose Aloysius ridacchiando.
-pardon-  rise Zaire fermando la palla con il piede.
-ne te pas préoccuper- gli rispose Grace alzandosi da terra.
-parli francese?- chiese il mulatto sorpreso.
-due paroline imparate a scuola- disse alzando le spalle con nonchalance.
Zaire annuì prima di parlare nuovamente -ti va una partita Alo?-.
Il moro sembrò rifletterci togliendosi il cappellino giallo e viola.
-non preoccuparti, vai pure- gli disse la rossa capendo il disagio del ragazzo.
-gli altri sono in centro se ti va- suggerì Zaire.
-bene, andrò un po' con loro- Aloysius sembrò tendersi come la corda di un violino. Prese il polso di Grace per tirarla più vicino a se.
-non sei obbligata, puoi restare qui. Gioca con noi-
-Alo- iniziò lei ridacchiando -credo tu abbia capito che il mio equilibrio non è poi così perfetto. Sta tranquillo, parlerò solo un po' con tuo fratello e gli altri-
-non.. non lo nominare nemmeno- sospirò lui alzando gli occhi al cielo. I due Davis avevano per l'ennesima volta litigato vivacemente, finendo ancora per darsele di santa ragione.
- ci vediamo, non so quando, ma ci vediamo- sorrise lei strappando dalle mani del ragazzo il cappellino e sventolandoglielo in faccia.
-dovrai venirtelo a riprendere prima o poi-
-verrei comunque- il ragazzo si sporse lasciandole un piccolo bacio a fior di labbra, poi Grace se ne andò sistemandosi il capello sulla nuca.

-Okay, credo di avere le allucinazioni, ma sono sicuro di non aver fumato nulla- disse Zaire di botto, appena la rossa si fu allontanata.
Aloysius sospirò rubando il pallone dalle mani del mulatto.
-davvero Alo, sono curioso-
-non so che dirti- disse il moro palleggiando sopra al campetto rossastro.
-state insieme?-
-no- rise il ragazzo.
-non ridere, sembravate davvero una coppia. Una di quelle smielate coppiette che dici di odiare tanto-
-sento il vomito salire- Zaire intercettò l'amico e gli fregò la palla dalle mani fermandosi in centro campo.
-Davis, ti piace?-
-ma sei qui per fare la pettegola amorosa o per giocare?-
-sono qui per stare con il mio migliore amico che non vedo, stranamente, da più di tre giorni-.
Aloysius sbuffò grattandosi la nuca.
-non lo so, ok? Lei è strana, piena di problemi e ansie. È completamente diversa dalle persone con cui ho parlato fino ad ora, mi spaventa per fino. Voglio conoscerla, perché mi fa sentire strano,mi sento elettrizzato ogni volta che la vedo. Non so se mi piace, oddio non la disdegno, ma arrivare a un coinvolgimento sentimentale fin da subito, per me è troppo.-
-vi siete scambiati due baci in soli pochi minuti, e non erano baci volgari, ma semplici dimostrazioni di affetto. Eravate davvero dolci-
-sei diventato gay, per caso?- rise il moro riprendendosi la palla.
-che coglione-
-non lo so, ok? Non lo so. Non mettermi ansie addosso-.

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora