Chapter 7 : Past

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"Sigarette. Ho bisogno di sigarette."

I pensieri di Grace non andavano altro che alle Marlboro che doveva procurarsi al più presto. Il sole, quel giorno, si intravedeva dalle nuvole passeggere ed una leggera brezza rinfrescava la sua pelle bianchiccia.
Finalmente arrivata alla tabaccheria potette comprare le sue amate cicche, che non poté aspettare di scartare abilmente non guardando neppure la strada.
Lo scontro fu inevitabile.
Mentre lei apriva la scatolina rossa e bianca tra sue dita, un ragazzo portava sotto braccio due libri e si guardava la punta delle scarpe, entrambi non prestando attenzione alle persone attorno a loro. Il pacchetto di sigarette cadde sui piedi della rossa, mentre i libri volarono poco più avanti sul marciapiede.
-Scusa, non ti avevo visto- una voce gentile e conosciuta arrivò alle orecchie di Grace.
-Lionell-
-Grace!- .
Il ragazzo si chinò raccogliendo il pacchetto in cartoncino plasticato e i suoi libri.
-Mi dispiace- i due parlarono all'unisono.
-non dovresti fumare- la rossa lo guardò male riprendendosi con forza il pacchetto.
-non iniziare anche tu. Faccio quello che voglio- Lionell sorrise sghembo osservando come quella ragazza minuta e poco affabile sapesse difendersi senza problemi.
-Stavo andando a portare questi libri in biblioteca. Ti va di accompagnarmi e di prenderci un gelato?-
-grazie per l'offerta, ma odio il gelato-.
Così dicendo si avviò per tornare a casa, ma la sua decisione fu ostacolata da una mano che le agguantò il polso destro.
- Niente gelato. Una granita, un caffè? Qualsiasi altra cosa-.
Le sopracciglia chiare di Grace si inarcarono diverse volte e finirono per aggrottarsi.
-Perché questa gentilezza?-
-perché voglio conoscerti meglio. Mi sei piaciuta l'altra sera, sei simpatica- il biondo sembrava agitato. Continuava a rigirarsi i volumi tra le mani e cambiare piede d'appoggio.
-Simpatica? Mi stai sul serio definendo simpatica? Ok leoncino* facciamoci questo giro-.
Si avviarono a passo lento verso la biblioteca comunale, ma invece di "conoscersi meglio" come Lionell aveva suggerito, nessuno dei due spicciò parola.
-Vuoi entrare? Ci impiegherò il meno possibile, devo solo riconsegnarli- disse il ragazzo sventolando i due libri malmessi e sgualciti.
-vai pure, ti aspetto qua fuori-. Lionell annuì e sparì dietro la grande porta in legno scuro. Grace sfoderò le sue sigarette e ne prese una appoggiandola tra le sue labbra rosate. La nuvoletta di fumo uscì sinuosa dalla bocca creando una nebbiolina leggera davanti agli occhi. Si appoggiò con le spalle contro il muro grigiastro rovinato dalle intemperie e mosse i piedi scalciando qualche sassolino.
Dopo che la sigaretta fu consumata quasi per metà, Lionell uscì sorridendo.
-Eccomi, possiamo andare ora- il biondo le sfilò con grazia la sigaretta dalle labbra e la gettò a terra spegnendola.
-Che cazzo fai?- Grace era passata da infastidita ad arrabbiata. Quello non era un buon inizio per una possibile amicizia.
-Niente fumo con me, rossa, mi infastidisce-
-hai detto che sono simpatica, quindi eccoti una bella battuta: stai cominciando a darmi sui nervi-.
Lionell ridacchiò e le cinse le spalle con un braccio.
-Andiamo a prenderci qualcosa, macilenta-
-macilenta?!- l'urlo di Grace fece voltare alcune signore che passavano da quelle parti.
-sei magrissima-
-sì, ma non anoressica, per Dio! Ti pensavo più intelligente, Davis-
-non ti confondere con mio fratello. Io sono la definizione di pensante-.
Una risatina sfuggì dalle labbra della rossa e prendendo il ragazzo alla sprovvista fece una piroetta scivolando dalla morsa del suo braccio.
-Sono quasi le undici e ho voglia di una fetta di pizza- disse lei camminando con passo svelto davanti a Lionell ed entrando nel primo bar che vide.
-non è buono il cibo che fanno qua- sussurrò il biondo, ma Grace sbuffò sibilando un "non rompere" e scelse una fetta di quelle in esposizione.

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- È davvero terribile- Lionell ridacchiò alle parole di Grace, mentre lei sputacchiava il pezzo di pizza in un fazzoletto. Si erano seduti su una panchina nel parco di due sere prima sotto un grande albero.
-te l'avevo detto-
-grazie tante- la ragazza gli scoccò un'occhiataccia prima di gettare in un cestino il fazzoletto e il resto del cibo intoccato.
Un silenzio imbarazzante calò tra i due, mentre rimanevano seduti agli estremi della panca di legno grezzo.
-Perché stai distante dalle persone?- quella domanda cadde dal nulla e Grace si sentì a dir poco spiazzata.
-come, scusa? Sono qui con te,mi pare-
-sei sempre sulla difensiva, anche ora. Le tue risposte vogliono mettere a disagio le persone-
-non mi sembra che tu sia a disagio- Lionell alzò le sopracciglia e fece un veloce gesto con la mano.
-l'hai appena fatto, volevi mettermi in imbarazzo per la mia affermazione-.
La rossa scostò lo sguardo sulle sue gambe troppo pallide.
-L'altra sera mi sei sembrata una forte, voglio dire, sembravi tutta allegra e spensierata, ma Aloysius mi ha raccontato del vostro ultimo incontro e mi sono dovuto ricredere. Inoltre, ti comporti in modo particolare- la ragazza sentiva i nervi a fior di pelle. Voleva urlargli di farsi i cavoli suoi e di lasciarla in pace, ma nel profondo non si sentiva poi così disturbata da quel ragazzo che si interessava a lei.
-puoi dire che sono strana, non mi offendo-

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora