1. Introduzione

1.1K 30 15
                                    

Come ogni dopo pranzo, mentre io sono comodamente stesa in divano a guardare la TV in attesa che Michael mi passi i compiti per domani, Otis punta le zampe sul cuscino di velluto del divano e sbavocchiando deposita accanto alla mia testa il guinzaglio.

Eli: -Non adesso, non ne ho voglia. Ancora cinque minuti e poi andiamo.- borbotto grattandogli la testa annoiata, lui chiude gli occhi e inizia a grugnire scodinzolando. Con la mano libera prendo il cellulare per sentire Matt, se proprio proprio devo uscire che venga almeno con me.
Compongo il suo numero e squilla, dopo parecchio risponde una voce roca di sonno.

Mat: -Mh, Elizabeth, cosa vuoi?- sbuffa con un grugnito simile a quello di Otis.

Eli: -Dormivi? Ti ho svegliato?-

Mat: -Un po'...-

Eli: -Beh, ormai sei sveglio, esci con me che devo portare Otis al parco?- supplico, dall'altro lato del telefono Matt sospira. Lo immagino mentre inforca gli occhiali e si gratta la massa folta di capelli ricci.

Mat: -Aspetta, ora sento Jenette.-

Eli: -Facciamo tra dieci minuti giù?-

Mat: -Ho scelta?- brontola come al suo solito quando lo chiamo durante il suo sonnellino, cosa che succede un giorno su due.

Eli: -Non credo, fai un opera di bene.-

Mat: -Ci vediamo tra dieci minuti giù.- conferma chiudendo la chiamata.

Matt Bennett, abita due piani sopra di me e ci conosciamo da una vita, pur sforzandomi non riesco a pensare ad un momento in cui il riccio non sia con me. Siamo nella stessa classe, stessa compagnia (che poi compagnia non è, ma siamo i soliti tre ad uscire), stesso palazzo, stessi interessi... è il mio migliore amico dall'asilo e gli voglio un bene indescrivibile.

Otis si siede e mi fissa dal pavimento continuando a muovere la coda frenetico.

Eli: -Ora usciamo... ora usciamo...- lo rassicuro alzandomi dal divano, chiudo la televisione e mi trascino in bagno. Come al solito è occupato da George; da quando ha la fidanzatina mio fratello passa più tempo in bagno che fuori. Busso.

Geo: -Hoy Liz?-

Eli: -Manca tanto George?- domando picchiando nuovamente col pugno sul legno, la porta si apre e la sua testa sporge.

Geo: -Che vuoi?-

Eli: -Che tu smettessi di colonizzare il fottuto cesso?-

Geo: -Mi devo lavare che dopo devo uscire con Ally che mi accompagna agli allenamenti.-

Eli: -E non puoi lavarti DOPO l'allenamento?-

Geo: -Non tutti siamo come te, piccola puzzola.- risponde con un sorrisino chiudendomi la porta in faccia. Mi rassegno, infilo le scarpe e il giubbotto, metto il collare ad Otis e scendo a lavarmi i denti da Jenette.
Ad aprirmi è la signora McCurdy che con un sorriso mi invita ad entrare.

Jen: -Matt mi ha appena scritto... adesso scendiamo.- dice la bionda facendo il suo ingresso in salotto, mi lascia un bacio sulla guancia prima di proseguire per il bagno. Sua madre prende il guinzaglio di Otis e mi fa segno di seguirla. La seguo, ci chiude la porta alle spalle e fa pipì.

Jenette McCurdy, più grande di un anno rispetto a me e Matt ma bocciata in prima media e quindi ora è in classe con noi; si è trasferita nel nostro stesso palazzo otto anni fa e da allora noi tre siamo inseparabili. Jenette è quel tipo di amica senza peli sulla lingua e senza troppa vergogna, se ha da dire qualcosa lo fa senza pensare troppo alle conseguenze. La adoro e poi con lei condivido cose che con Matt non posso fare.

A prepararci ci mettiamo un po' di più e infatti quando scendiamo Matt è già giù che ci aspetta con una smorfia contrariata sulla faccia.

Mat: -Alla buon'ora.- mugugna con voce sottomessa mentre ci scocca due baci sulle guance, Otis inizia a tirare e quindi ci incamminiamo per le fredde e grigie strade del primo pomeriggio di dicembre.

Jen: -Mh, devo passare dal tabacchino a prendere le sigarette.- biascica con la cicca tra le labbra nel tentativo di accenderne il tabacco.

Eli: -Io volevo passare dal parco...- azzardo conquistando mi un'occhiatina di Matt.

Mat: -Così tanto per, immagino.-

Eli: -Beh, si?-

Jen: -Non perché c'è un certo Jogia che si allena il venerdì dopo pranzo, vero?- domanda sarcastica dandomi una gomitata sul braccio e facendomi l' occhiolino. Divento paonazza e tento di nascondere l'imbarazzo affondando il viso nella sciarpa.

Mat: -Janette, parli tanto... c'è anche un certo Nathan Kress che gioca con lui, o sbaglio?- la rimbecca Matt lasciandole la stessa occhiata.

Jan: -Cazzo vuoi? Mica è colpa nostra se non sei frocio!- ridiamo tutti e tre.

Alla fine la mia richiesta viene accolta ed, dopo aver allungato il giro per comprare le sigarette di Jenette, entriamo nel parco. Mollo il guinzaglio ad Otis che inizia a correre e saltare con un paio di altri cani mentre noi ci dirigiamo al campetto da calcio dove, solitamente, si allenano il venerdì. Infilo in tasca le mani arrossate e screpolate dal freddo mentre cerco già da lontano la bella figura di Avan. Lo riconosco subito per via del codino in cui lega solitamente i suoi capelli un po' lunghi. Jenette si accende una seconda cicca mentre occupiamo i gradoni davanti il campetto.

Jen: -È proprio bello.- sospira in una nuvola di fumo biancastro.

Mat: -Che ci trovate nei calciatori io non capisco...-

Jen: -Amh... muscoli, bellezza, muscoli, simpatia, muscoli, fama, muscoli, addominali... ho detto muscoli?-

Mat: -Si, lo hai detto e questo ti rende una persona superficiale.-

Eli: -Povero musicista incompreso...- commento accarezzandogli la manica del giubbotto.

Mat: -Se vabbè meglio musicisti che idioti e chiudi la bocca che ci entrano le mosche.-

Jen: -Uh... gelosone, ti vogliamo bene anche così!-

Mat: -Siete le mie donne, non voglio vi portino via!-

Eli: -La soluzione è farci diventare suore spaventando chiunque ci provi con noi?-

Mat: -Come hai fatto a scoprire il mio piano?- alzo le spalle con un sorrisino tornando a guardare i ragazzi, uno in particolare, che corrono e si gridano schemi di gioco e insulti. I miei occhi non si possono scollare da un ragazzo in particolare che però, scommetto, non sa neanche che esisto.

Avan Jogia, la mia crush di più o meno tutte le superiori. È un anno avanti a me e quindi fa la quinta quest'anno... l'ultimo anno a scuola assieme e poi l'unico modo per vederlo sarà qui sul campetto ogni lunedì, mercoledì e venerdì o dopo pranzo o dopo cena.

Otis ci raggiunge scodinzolando ed esibendo, stretto tra le fauci, un bastoncino zuppo di fango che deposita ai miei piedi aspettando che gli gratti le orecchie come ricompensa. Mi chino in avanti a fargli le coccole e per qualche istante perdo di vista il gioco. Un grido di uno dei giocatori mi fa alzare la testa giusto in tempo per prendere la palla ad una velocità paurosa in pieno viso.

Bene ragazze, questa è la prima storia dell'avvento che scrivo; in pratica ogni giorno pubblicherò un capitolo fino al 25 dicembre... sempre alle 14.
Un po' come il calendario dell'avvento che quando apri la finestrella trovi il cioccolatino, qui il cioccolato non c'è, ma posso offrirvi un capitolo al giorno❤.
Spero vi piaccia come idea e che la storia vi tenga un pochino compagnia... 🎅!

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora