24. È iniziato bene ed è finito non troppo bene

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Quando arriviamo è tardi e buio.
Odio quando che d'inverno il sole tramonti già alle 16 del pomeriggio, ed odio ancora di più che sorga alle 07:30 quando io sono uscita di casa già da un pezzo per andare a scuola.
Comunque fortuna vuole che, grazie alla metro in ritardo, arriviamo alla casa dei miei genitori che sono le 21:07. L'autista scende per aprirci la bagagliera, ciascuno di noi recupera le proprie valige e ci avviamo per quel breve tratto di strada che terminerà il nostro travagliato viaggio.
Avan mi prende per mano, le sue dita si stringono in modo strano attorno alle mie, sollevo lo sguardo su di lui e lo trovo intento a fissare la strada mordicchiandosi il labbro mentre il borsone, con la tracolla sulla spalla, sbatte contro le sue gambe ad ogni passo.

Eli: -Teso?- chiedo con un mezzo sorrisino intenerito per questa situazione... si insomma, non capita molto spesso che Avan Jogia sia così nervosamente irrequieto.

Ava: -Forse un pochino...- ammette ricambiando la mia occhiata.

Eli: -"Non ho mai provato nulla di simile, voglio far sapere al mondo che stiamo assieme... sei il primo ragazzo che gli presento, ti adoreranno."- ripeto esattamente quello che mi ha detto lui la sera in cui mi ha presentato i suoi, e forse può essere che io gli faccia il verso:
Eli: -Allora che si prova?-

Ava: -Era una mia imitazione quella?- domanda abbozzando un sorrisino, io annuisco con una smorfia.

Eli: -Potrebbe essere...- borbotto guardandolo di sottecchi, lui lascia la mia mano per stringerla sul mio fianco attirandomi a sè.

Ava: -Non parlo in modo così strano signorina Gillies.-

Eli: -Oh, eccome signor Jogia.- ribatto, è il suo turno di farmi una smorfia che mi fa ridacchiare.

Jen: -Ci diamo una mossa piccioncini di sto cazzo che fa un freddo fottuto?!? Ho rinunciato ad un natale pino di sesso selvaggio con Nathan per venire in tanta​ mona, e vorrei evitare di perdermi anche un accidenti perché voi de dovere limonare sotto le stelle​.- strilla Jenette superandoci seguita da Matt, alzo lo sguardo al cielo.

Eli: -Nessuno ti h obbligata a venir con noi.- sbuffo infastidita dalla sua inutile interruzione.

Jen: -Ne riparliamo quando voi due, grazie a me e al mio natale sacrificato, starete scopando, principessa.- mi apostrofa sempre così quando è affamata e stanca... in realtà chiama così più o meno tutti in queste situazioni. Io abbasso lo sguardo in terra paonazza dall'ultima risposta della bionda che proprio ora si becca una gomitata nello stomaco da parte d Matt. Ava finge di non aver sentito, il che allevia il mio disagio.

Comunque arriviamo alla​ casa, suoniamo il campanello e ci viene ad aprire mia madre che, appena vede me e mio fratello si fionda ad abbracciarci rischiando d spezzarci un paio di costole.
Poi passa a salutare i nostri amici rivolgendo loro un largo sorriso:

Lor: -Da quanto tempo non vi vedo!- esclama avvicinandosi a Matt ed Ally.
Lor: -Siete cresciuti tantissimo!- aggiunge stringendo Matt che la sovrasta di una ventina buona di centimetri, abbraccia anche Ally.

Jen: -Piacere signora Gillies, sono Jenette.- si presenta la bionda porgendo la mano quando mia madre le è davanti, lei la ignora e la avvolge in un abbraccio.

Lor: -Ti prego, chiamami Lorrie! Elizabeth mi ha parlato tanto di te...-
Infine si ferma davanti ad Avan che stringe ancora le dita attorno alla mia mano nervoso, gli lancio uno sguardo e lui balbetta qualcosa:

Ava: -S... salve signora Gillies, s... sono Avan Jogia, onorato di conoscerla.- mormora mordendosi il labbro inferiore, mia madre mi lancia un'occhiata veloce molto eloquente. Poi gli porge la mano che lui stringe tremante.

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora