6. Avan vuole essere mio amico?

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Ava: -Finalmente riusciamo a vederci.- dice vedendomi uscire dalla classe, il mio cuore inizia a battere all'impazzata e la mia mente cerca di elaborare qualche cosa intelligente da dire... ma non son molto brava.

Eli: -Scusa, devo andare che perdo l'autobus.- borbotto superandolo cercando di restare il più normale possibile.

Ava: -Ti accompagno a casa io, tanto in auto sono venti minuti.- risponde camminandomi accanto.

Eli: -No guarda scusa ma devo passare a prendere il pranzo per me e mio fratello.- tento nuovamente iniziando a scendere le scale.

Ava: -Beh, qual è il problema? Ci fermiamo al Mc lungo la strada.- ribatte con un sorriso.

Eli: -Sono vegetariana.- lo avviso nuovamente, lui storce il naso.

Ava: -Vegetariana?- domanda a metà tra il sorpreso e lo schifato.

Eli: -Si, per varie allergie a vari alimenti di origine animale... devo passare dal negozio apposta, mi dispiace.- taglio corto soddisfatta di me.

Ava: -Okay, non c'è problema ci fermiamo dove vuoi.- rimpalla mentre usciamo dal portone della scuola, un vento gelido ci avvolge mozzandomi il respiro.

Eli: -Mi conosci da soli sei giorni, ci siamo visti forse due volte... perché vuoi accompagnarmi a casa a tutti i costi?- sbuffo lanciandogli uno sguardo bieco che però mi riesce male finendo per assomigliare ad un'ammiccata.

Ava: -Perché mi stai simpatica e voglio diventare tuo amico... e lo ammetto: mi sento in colpa per come ti ho trattata sabato alla mia festa.-confessa arrossendo, il mio cuore sale in gola: Avan Jogia vuole essere mio amico?!?
Non so con quale coraggio dico la frase dopo:

Eli: -Ah, ecco, parliamo della tua ragazza.-

Ava: -Si lo so, sono stato un cazzone a comportarmi in quel modo me ero nel pallone più totale! Ti prego, sei la prima ragazza con cui riesco a stare così bene.- la sua seconda confessione, la prima e il freddo mi rendono difficile il respiro.

Eli: -Perché mi dici tutto questo?-

Ava: -Per convincerti che non sono un coglione e perché lo penso davvero. Tutte le altre ragazze che conosco sono diverse da te; sempre attente al trucco, con i capelli sempre perfettamente piastrati, in mini gonna anche in inverno e che non si sognano neanche di ordinare una fetta di dolce da Starbucks perché "rovina la linea".- fa il verso di molte delle mie coetanee, mentalmente richiamo alla mente la mia immagine riflessa sullo specchio questa mattina, effettivamente non faccio troppo caso a queste cose.

Eli: -Questo non mi rende diversa.-

Ava: -Oh, si invece. Dai, ti prego sali in auto con me, voglio conoscerti meglio.- domanda nuovamente, siamo praticamente a due passi dalla Mini nera.

Eli: -D'accordo, andiamo.- acconsento infine, lui con un bagliore dei fari apre la macchina. Faccio il giro e mi siedo davanti al posto del passeggero. Mi ricordo di mandare un messaggio sul gruppo con Jenette e Matt per avvisarli di non aspettarmi. Avan mette in moto e sgomma sull'asfalto bagnato dalla neve.

Ava: -Quindi? Dove ti porto?- chiede lanciandomi uno sguardo veloce.

Eli: -Portami a casa, farò un altro giorno.-
Un sorrisino solca le sue labbra.

Ava: -Non era così urgente, allora.-

Eli: -Si invece, ma dovrebbe esserci ancora un po' di pasta e qualche verdura.- borbotto arrossendo, mi guarda con la coda dell'occhio.

Ava: -Mi piaci così tanto quando arrossisci, sta bene il roseo sulle tue guance pallide.-

Eli: -Grazie, credo.- borbotto diventando ancora più paonazza, lui ridacchia.
Mi volto verso il vetro e cerco di controllare il mio battito cardiaco e la mia mente: Elizabeth smettila di fremere per ogni cosa bella che ti dice! È fidanzato e son cose che non pensa davvero... almeno nel profondo del mio cuore devo saperlo o ci resterò sempre come sabato.

La sua mano si posa sulla mia coscia e la cosa mi fa sobbalzare, levo lo sguardo su di lui interdetta. La ritira subito.

Ava: -Scusa, abitudine.- si giustifica imbarazzato spostandola sul cambio.

Eli: -A proposito, dov'è la tua mora oggi?- chiedo senza poter evitare di far suonare acida la mia richiesta.

Ava: -Ahahah, la mia mora? La mia mora oggi non è venuta a scuola perché aveva una ritiro speciale per le cheerleaders a cui non poteva rinunciare, sta via fino a lunedì prossimo.-

Eli: -Giustamente, se ci fosse stata lei avresti fatto il bravo cagnolino.-
Mi mordo la lingua: che cazzo mi sta succedendo? Non mi sarei mai sognata di parlare così ad Avan Jogia! Eppure dopo le sue confessioni mi sento meno rigida nei suoi confronti.

Ava: -Non so se interpretare il tuo tono come geloso o semplicemente sarcastico...-

Eli: -Sarcastico, era sarcastico.-

Ava: -Comunque non lo so, è da un paio di settimane che le cose tra noi non vanno troppo bene; è sempre gelosa, sospettosa e pretende che io faccia tutto quello che vuole... non so quanto durerà ancora.- confessa, non riesco a nascondere il sorriso che curva le mie labbra.
Ava: -Ecco, vedi cosa intendo? Sei diversa dalle altre per questo. Non riuscirei neanche a pensare di fare una confessione del genere a una qualsiasi altra ragazza.-

Durante il restante tempo di viaggio Avan mette un po' di musica e scopriamo di avere in comune molto più di quanto pensassi. Lui parcheggia l'auto sotto casa mia e spegne il motore.

Eli: -Beh allora grazie del passaggio.- dico ancora un po' ridendo per la sua ultima battuta.

Ava: -Grazie a te, Liz.-
Apro la portiera e scendo dall'auto, lui abbassa il finestrino.
Ava: -Ci vediamo domani a scuola.-

Eli: -Hai mica voglia di salire?- propongo mordicchiandomi il labbro inferiore, un ampio sorriso gli illumina il volto.

Ava: -Speravo me lo chiedessi.-
Arrossisco, lui tira su il vetro, esce dall'auto e la chiude. Insieme raggiungiamo il portone, lo apro e il calore tiepido dell'atrio ci avvolge rilassando i muscoli tesi dal freddo. Lui si ferma davanti l'ascensore e schiaccia il pulsante.

Eli: -Io faccio le scale.-

Ava: -Perché? Paura degli ascensori?-

Eli: -Un pochino.-

Ava: -Quante cose scopro su di te oggi.-
Così due a due saliamo i gradini fino al terzo piano, apro la porta di casa e subito Otis ci viene incontro scodinzolando e sbavando.
Ava: -Hey ma io ti conosco!- esclama accovacciandosi per fare i grattini al cane. Io sfilo le scarpe bagnate di neve avvicinandole come sempre al muro e appendo sciarpa e giubbotto all'attaccapanni.

Eli: -Geo sei in casa?- grido nella speranza di sentire la risposta di mio fratello provenire dalla cucina.

Geo: -Si, ho già messo su l'acqua.- urla in risposta anche se la voce viene da camera sua. Avan torna in piedi e toglie scarpe e giacca.

Eli: -Geo abbiamo ospiti a pranzo!- avviso mio fratello, il moro al mio fianco mi lancia un'occhiata.
Eli: -Ci sarà un po' da aspettare...-

Ava: -Nessuno problema, non mi dispiace avere del tempo per conoscerti meglio.-

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora