22. E mo' che cazzo gli regalo?

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I giorni che precedono la nostra partenza per il New Jersey sono come ogni anno carichi dell'impazienza di tornare a casa, rivedere i miei genitori, i parenti, trascorrere con loro i pochi momenti felici insieme che l'anno ci regala e, quest'anno, presentargli Avan.
La verità è che il giudizio che potranno avere i miei genitori su di lui mi preoccupa non poco vista l'accoglienza dei signori Jogia nei miei confronti, ma son quasi sicura che con i miei sarà diverso. Mia madre adorerà Avan, mio padre un po' meno visto che è il primo ragazzo con cui io sia mai stata fidanzata, ma scommetto che una volta superato il primo trauma troveranno il giusto equilibrio per andare d'amore e d'accordo.

I giorni che precedono la partenza per il New Jersey sono anche quelli in cui, essendomi trovata all'ultimo come sempre, cerco i regali per la mattina del 25; mentre per mia madre, mio padre, mio fratello, Jenette e Matt non è difficile trovare l'oggetto dei loro desideri più volte espresso, ad Avan non ho idea di cosa regalargli. Così passo i pomeriggi a girare per i negozi del centro nella disperata speranza di trovare la giusta intuizione, ma nulla di quello che vedo in giro mi convince e quindi torno ogni sera a mani vuote con la consapevolezza d'aver sprecato un altro giorno in inutili ricerche.

Ciò succede anche per il pomeriggio del venerdì. Domani abbiamo il treno alle 15:35, la mattina c'è scuola ed ovviamente devo ancora spingere tutte le mie cose ammassate sulla scrivania nel trolley. Demoralizzata mi stendo sul letto e prendo il telefono per avvisare Jenette della pessima notizia:

Jenette McCurdy💘:

Niente, non ho trovato niente.
La cosa peggiore è che lui mi ha già detto che il mio regalo mi piacerà.
Cioè lui mi ha già preso un regalo fantastico scommetto, ed io non ho un cazzo da dargli.
Che fidanzata di merda sono, si merita di meglio.

Con un ultimo sospiro abbandono il cellulare sul piumone e mi copro il viso con le mani. Sarebbe stato meglio fidanzarmi con lui dopo Natale, almeno non avrei dovuto fargli un regalo e mi sarei evitata l'inevitabile figura di merda che farò quando la mattina di Natale lui mi avrà fatto un bellissimo regalo mentre io la sola cosa a cui ho pensato è un portachiave dell'Arsenal, la sua squadra di calcio preferita.
Il cellulare vibra a pochi centimetri dal mio viso, alla ceca lo sblocco e rispondo:

Eli: -Hey Jenette.- sbuffo appoggiando il cellulare all'orecchio con fare svogliato. Otis che fino a poco tempo fa stava tranquillo a giocare con uno di quei suoi giochini di gomma si avvicina ai piedi del letto.

Jen: -Hey Liz, mi sto mettendo lo smalto, fai veloce.- risponde lei incurante, la immagino mentre si dipinge le unghie dei piedi di un bellissimo rosso corallo con il cellulare incastrato tra la spalla e la guancia per tenere libere le mani.

Eli: -Voglio morire, non ho idea di cosa regalargli. La sola cosa che son riuscita a prendergli è un portachiavi di merda della sua squadra di calcio preferita.- piagnucolo ripensando alla piccola targhetta rossa, blu e oro.

Jen: -Ewh, Elizabeth, piuttosto dagli un calcio nei coglioni, è più carino.- borbotta schifata, io affondo ancor di più nella mia depressione.

Eli: -Non sei d'aiuto.- ribatto, Otis inizia a strofinare il muso contro il mio ginocchio chiedendomi di portarlo fuori per la sua passeggiata serale. Gli gratto dietro le orecchie e lui chiude gli occhi abbandonandosi al piacere con un grugnito.

Jen: -Dico davvero, non penserai di regalargli un portachiavi! Scommetto che anche Matt ti direbbe che è uno schifo!- esclama indignata.

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora