Quando manca un'oretta alle sette scendo a prepararmi per andare da Avan. Entro in casa e subito Otis inizia a scodinzolare girandomi attorno e grunendo. Gli concedo qualche istante di coccole prima di chiuderlo fuori dal bagno, miracolosamente libero da George, per farmi una doccia e prepararmi.
Nonostante Avan abbia detto che è una cosa semplice, il suo sguardo mi faceva intuire tutt'altro quindi decido di optare per gli skinny neri strappati sulle ginocchia, una camicia larga e svolazzante accompagnata da un maglioncino verde scuro e dalle décolleté nere, anche se infilo in borsa le snikers e un paio di calzini antiscivolo con disegnate delle paperelle.Calcolando la mezz'ora di strada esco per le 18:30, sta nevicando. Imprecando contro ogni santo del mondo e del paradiso, avanzo sull'asfalto gelato e scivoloso mentre fiocchi di neve fredda si attaccano ai miei capelli o si infilano dal colletto del mio giubbotto nella camicia e sciogliendosi poi la bagnano. Le calze sotto le décolleté sono già zuppe di neve.
Se volevo per una serata anche solo provare ad essere presentabile la cosa non mi è riuscita gran ché bene.Arrivo finalmente davanti casa Jogia, per qualche istante mi specchio sul vetro della finestra del soggiorno e un espressione sconsolata solca il mio viso... come sempre Avan sarà perfetto e io sfigurerò accanto a lui.
Suono il campanello.Ad aprirmi la porta è un ragazzo sulla ventina, assomiglia parecchio ad Avan... anzi ne è la copia, se non fosse per la barba un po' più lunga e incolta. Mi squadra per qualche istante e io mi sento sprofondare di fronte al suo occhio critico.
Eli: -Sono Elizabeth... Elizabeth Gillies, la ragazza di Avan.-
Quell'ultimo chiarimento cambia la sua espressione in un ampio sorriso, mi porge la mano.Ket: -Piacere, Ketan, il fratello di Avan. Mi ha parlato tanto di te!- esclama, nonostante io ed Avan ora siamo più o meno ufficialmente fidanzati, il fatto che lui possa aver parlato di me al fratello mi fa avvampare di vergogna.
Ket: -Prego! Entra pure!- esclama facendosi da parte, io cerco di asciugare le scarpe il più possibile sul tappeto e gocciolo gran parte della neve sciolta che bagna i miei vestiti e i miei capelli.
Ketan chiude la porta alle mie spalle.Ci son già venuta una volta a casa Jogia, per la festa del due dicembre, ma vederla senza la calca di ragazzi ubriachi e strafatti fa un altro effetto.
In un angolo del grande salone è posizionato un pianoforte a coda che non mi ero mai accorta ci fosse, un divano ad angolo all'estremo con una libreria immensa davanti; quadri, fotografie e dipinti circondano le pareti rendendo la stanza molto confortevole.Ket: -Penso lui ti stia aspettando di sopra in camera... è appena tornato da allenamento e tra una mezz'ora ci aspettano per la cena.- dice Ketan... cena cosa? Avan non mi aveva parlato di nessunissima cena.
Eli: -Okay, grazie.- borbotto cercando di nascondere la mia perplessità con un sorriso, lui ricambia e sparisce in qualche stanza oltre le scale.
Mi sfilo le scarpe zuppe e tenendole in mano salgo i gradini per raggiungere la stanza di Avan al piano superiore.
Se non ricordo male è la terza porta a destra lungo il corridoio.
È giusto, ma Avan non è qui.
Magari è andato in bagno, lo aspetterò. In piedi accanto al suo letto mi permetto di osservare le sue foto appese alla bacheca, il pensiero è lo stesso della prima volta: è magnifico in ogni occasione. Alcune sono cambiate, ci sono anch'io in un paio di queste; una in particolare mi fa sentire i brividi. L'ha scattata Josh prima che io ed Avan ci mettessimo assieme, credo domenica scorsa al laser tag. Siamo semplicemente seduti ad un tavolo a chiacchierare, quello che è insolito è il bagliore nei nostri occhi... era davvero tanto evidente che mi piacesse? A quanto pare si.
Mi stupisco di non essermi mai accorta prima che anche i suoi occhi si animano di quella scintilla che li rende, se possibile, ancor più magnetici. Sono persa a rincorrere il filo di un pensiero infinito sull'accaduto di queste poche settimane che non mi accorgo neanche che qualcuno è entrato nella stanza, e che quel qualcuno si è appena fatto la doccia e che a celare ciò che non è bene dire è solo un misero strato di morbida stoffa bianca.
STAI LEGGENDO
Un mese per dirti "Ti amo"
FanficUna semplice pallonata, una cioccolata da Starbucks ed un pizzico della magia del natale. Bene ragazze, questa è la prima storia dell'avvento che scrivo; in pratica ogni giorno pubblicherò un capitolo fino al 25 dicembre... sempre alle 14. Un po' co...