9. Non sempre tutto va come vorremmo

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Alla fine dell'ora passata con Avan in infermeria la sola cosa che abbiamo escogitato per fargli lasciare Victoria è quella di simulare un tradimento, anche se lui sembra avere un'intuizione migliore verso la fine; in parole spicce Avan mi dice solo che vuole che mercoledì, giorno in cui puntualmente la va a prendere agli allenamenti da cheerleader e si appartano in uno stanzino qui a scuola, io mi faccia trovare davanti la palestra e segua ogni cosa che mi dice.

Così faccio.

È mercoledì sera, è buio, ho piedi naso e mani gelate, non ho idea di quello che sta per accadere e lui è in ritardo.

Guardo per la milionesima volta lo schermo del mio telefono, nessuna notifica da lui. Torno a fissare la strada.

Un paio di minuti dopo ecco che la sua Mini nera varca il cancello della scuola e si parcheggia proprio davanti a me. Avan scende, prende il borsone del suo allenamento di calcio, chiude l'auto e mi raggiunge con un sorrisino.

Ava: -Ciao Liz.- mi saluta scoccandomi un sonoro bacio sulla guancia.

Eli: -Sei dannatamente in ritardo.- ansimo battendo i denti dal freddo.

Ava: -Scusa, lo so, il mister ha rotto perché voleva parlarmi della prossima partita.- si scusa mentre ci incamminiamo per entrare a scuola.

Eli: -Okay...- gemo sentendo i piedi pulsare ad ogni passo per quanto sono gelati.

Ava: -Comunque grazie davvero, sei l'amica migliore che possa esistere.- dice facendomi arrossire, nascondo il viso nella sciarpa. Entriamo nell'atrio vuoto ad eccezione dello sportello dove stanno i bidelli, è una goduria sentire il tepore dell'atrio sciogliere i miei muscoli congelati mentre attraversiamo di gran passo il corridoio.

Eli: -Di grazia cosa dovrei fare?- domando iniziando a salire le scale per raggiungere il piano sopra la palestra dove ci sono gli spogliatoi e alcune stanze che non ho idea di cosa siano.

Ava: -Ho scritto a Victoria che oggi non riuscivo a passarla a prendere perché dovevo uscire con i ragazzi, le ho chiesto se riusciva a prendermi la felpa che ho dimenticato su agli spogliatoi oggi a motoria e lei ha detto di si. Le ho mandato un messaggio un paio di minuti fa chiedendole se è già passata e non ho visualizzato... boh, mi è venuto in mente questo.-

Eli: -Quindi cosa dovrei fare IO?-

Ava: -Devi solo far finta di essere la mia amante e stronzate simili, non ti preoccupare, resterai di schiena e non ti riconoscerà... sapessi quante sono le ragazze con i capelli neri a scuola nostra!- mi rassicura, ormai siamo praticamente arrivati agli spogliatoi, le scale che dalla palestra arrivano qui sono deserte.

Eli: -Perché il tuo mitico piano non mi convince?- sospiro lanciandogli uno sguardo bieco.

Ava: -Perché non conosci Victoria.- sbuffa aprendomi la porta degli spogliatoi maschili, emette un sospiro di sollievo vedendo la felpa ancora appoggiata alla panca: Victoria non è ancora passata e il piano c'è una remota possibilità che funzioni.

Ava: -Bene, allora io mi siedo su questa panca e tu sulle mie ginocchia. Togli la giacca, il berretto e la sciarpa così è più credibile.-

Eli: -Non sarà mai credibile questa cosa.- borbotto lasciando le mie cose sulla panca opposta a quella in cui si sta sedendo Avan, anche lui si leva la giacca e la felpa.

Ava: -Se non funziona è colpa tua che sei così negativa, dai vieni qui.- ridacchia, mi avvicino a lui che mi fa sedere in braccio rivolta verso di lui.

A questa distanza ravvicinata posso sentire il suo respiro e immagino lui senta il mio mozzato dall'imbarazzo della situazione.

Eli: -Beh, che si fa?- tento di sciogliere l'imbarazzo, le sue mani si posano sui miei fianchi e mi stringono contro il suo petto.

Ava: -Mi stavi scivolando.- mormora con il suo viso a pochi centimetri dal mio, i sui occhi si posano sulle mie labbra.

Eli: -Amh, okay.- sussurro, lui distoglie lo sguardo.

Ava: -Beh, aspettiamo che arrivi.-

Cala nuovamente quel silenzio imbarazzato di prima e lui torna a guardare le mie labbra. Lentamente il suo viso si avvicina al mio, pochi centimetri separano le nostre bocche. La sua mano si posa sulla mia mascella accarezzandomi.

Ava: -Sei così bella, Elizabeth.- bisbiglia spostando una mia ciocca dietro l'orecchio.

Eli: -Io emh...-

Ava: -Io non ti piaccio, vero?- risponde deluso, mi limito ad abbassare lo sguardo paonazza.

Ava: -Non ti preoccupare, fa niente.-

Eli: -È parecchio in ritardo Victoria, non trovi?- dico cambiando discorso.

Ava: -Mh, non so che dire... dovrebbe essere già qui da un bel pezzo.- borbotta abbassando lo sguardo sull'orologio che segna le 21:08.

Alzo le spalle, il mio cuore sembra deciso ad uscire dal mio petto dopo la dichiarazione velata di Avan.

Ava: -Sarebbe fuori luogo chiederti con chi vieni al ballo sabato?-

Eli: -Non ci vengo al ballo sabato.-

Ava: -Ancora la storia del potere di cheerleaders e atleti? O è quella di "mentre ballo con uno sfigato penso a quanto sia figo Jogia"?-

Eli: -Non ci vengo punto.-

Ava: -Neanche se a chiedertelo fosse Avan Jogia?- propone con un sorrisino, mi mordicchio il labbro inferiore... è il mio sogno di sempre.

Eli: -Sei ancora fidanzato e comunque non credo.-

Ava: -Lavorerò su quel "credo".-

Sentiamo delle voci provenire dal corridoio, ci guardiamo negli occhi... non so se sono capace di fingere.

Il parlare si fa più vicino, si distinguono le parole del loro discorso.

Vic: -Ma va, che dici, non ci scoprirà mai nella vita! Quello è un coglione... "devo uscire con i miei amici"... si un paio di palle.- entrambi riconosciamo la voce di Victoria ed entrambi capiamo che il soggetto del discorso è Avan.

Leo: -Ma non lo so... secondo me è un po' frocio.-

Vic: -Probabile... aspetta, controllo che non ci sia qualcuno.-

Non so cosa mi permetta di agire così lucidamente e così velocemente, afferro il polso di Avan e le nostre giacche trascinandoci in una delle docce chiudendo la porta un istante prima che Victoria lo apra.

Ava: -Ma che cazz...- lo zittisco premendogli la mano sulla bocca.

Nel ristretto spazio della doccia il corpo di Avan e il mio sono praticamente schiacciati l'uno contro altro, continuiamo a guardarci tendendo l'orecchio alla conversazione di Victoria con il suo VERO amante.

Vic: -Vuoi davvero farlo qui... si insomma, di solito ci sto con lui, è un po' strano.-

Leo: -Ma che ci importa...- ansima il ragazzo, Avan apre appena uno spiraglio della porta per spiarli.

Con la coda dell'occhio vedo anch'io: Victoria spinta contro il muro ed un ragazzo di colore che le bacia il collo e non solo.

Vic: -Aspetta. C'è il suo borsone da calcio.- osserva la mora allarmata, il tizio si gira a guardare la borsa di Avan.

Ava: -Merda.-

Eli: -Cosa vuoi fare?- bisbiglio fermando la sua mano prima che apra del tutto la porta, non sembra star troppo male per il tradimento.

Ava: -Uscire di qui e dirle che lo sapevo già da prima e sono venuto a spiarli.-

Eli: -Fa come vuoi.-

Lui spalanca la porta sorprendendo i due amanti, io resto dentro il più possibile appiccicata alla parete per non farmi vedere.

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora