13. La mia prima sbronza

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Resto immobile a fissarlo raggelata da quella scena, come ho anche sono potuto pensare che quello che mi diceva fosse serio?
Era ovvio che lo dicesse solo perché voleva vantarsi con i suoi amici dell'ennesima ragazza, uguale alle altre decine, che è caduta ai suoi piedi dopo uno sguardo.
Ribollente di rabbia, rancore e gelosia mi alzo dal divano per togliermi quello schifo da davanti gli occhi.

Infelice, cupo a pensare a me?
Sogna, sogna Elizabeth!

Seguo il perimetro della stanza, unica zona praticabile, per raggiungere uno dei numerosi tavolini pieni di bibite.
Scorro con lo sguardo le bottiglie per trovare qualcosa di analcolico.
Ho adocchiato una bottiglia di succo alla pera quando una mano si posa sulla mia spalla e qualche istante dopo incrocio gli occhi scuri di Josh.

Jos: -Hey Gillies, Avan non mi aveva detto che ci saresti stata anche tu.- dice con un immenso sorriso prendendo a caso una delle bottiglie mezze vuote.

Eli: -Immagino fosse troppo occupato a trovarsi una troia da portare.- borbotto mordendomi subito dopo la lingua quando lo sguardo divertito del ragazzo si posa su di me.

Jos: -Non vorrei sbagliarmi, ma qui qualcuna è un po' gelosa.- commenta buttando giù tutto d'un fiato un bicchiere pieno di liquido trasparente.

Eli: -Non sono gelosa, ti sbagli.- sibilo, lui ridacchia ma alza le mani in segno d'assenso.

Jos: -Cosa ti verso?- domanda facendo il secondo giro di qualunque cosa contenga quella bottiglia.

Eli: -Succo alla pera, grazie.- rispondo, lui ride nuovamente e scuote la testa.

Jos: -Tu non hai la faccia da "succo alla pera", tieni questo.-
Mi passa la bottiglia che tiene in mano. Leggo l'etichetta "Sambuca", avvicino il collo della bottiglia al naso e il disgustoso odore da alcool mi fa contorcere lo stomaco.
-Daje Gillies, non fare la santarellina: sei ad una festa, cosa pensi di fare se non ubriacarti e finire a letto col primo che capita?-

Eli: -Non è sicuramente il mio passatempo preferito andare col primo che capita.-
Il moro alza lo sguardo al cielo e sospira.

Jos: -Non devi per forza strafare, bevi un po' e quando senti che perdi totalmente il controllo ti fermi, anzi segnati sul braccio quanti ne bevi così è più facile non superare il limite.- suggerisce passandomi un rossetto abbandonato sul tavolo da chissà chi.
Poi prende un'altra bottiglia dal tavolo, piena di un liquido giallastro, e ne tracanna buona parte.
-Adoro lo Scotch.- borbotta posando la bottiglia sul tavolo con un tonfo mal misurato. Guardo la bottiglia che tengo in mano e poi il ragazzo davanti a me che mi sorride incoraggiante.

Eli: -Allora io vado.- sospiro alla fine versando in un bicchiere due dita della Sambuca che ho in mano, lo annuso nuovamente con una smorfia disgustata.

Jos: -Più aspetti meno ti fa voglia.-
Poso il bicchiere di plastica alle labbra e le bagno con un primo sorso, Josh mi alza il polso rovesciando tutto il contenuto nella mia bocca. A fatica deglutisco sentendo la gola bruciare e il cuore prendere a martellarmi nel petto.
-Sei viva?- ridacchia lui passandomi un altro bicchiere pieno di qualcosa di rosastro. Segna sul mio braccio un tratto con il rossetto.

Eli: -Non credo mi piaccia.- biascico stringendo le dita attorno al contenitore.

Jos: -Un classico intramontabile: vodka alla fragola.- spiega Josh buttando giù ancora tutto d'un fiato, si schiarisce la gola.
Con un sospiro ingoio tutto il contenuto poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo. Un'altra barra.

Non so quanto tempo andiamo avanti a riempire i bicchieri con superalcolici diversi, so solo che Josh non mi molla fin quando quando li ho provati tutti, barcollante striscia tra i ragazzi sudati. Io resto accanto al tavolo, non credo di riuscire a camminare.

È stranissimo aver bevuto così tanto.
È come se vedessi le cose in terza persona, cioè io sono fisicamente qui ma incapace di governare il mio corpo.
È come se attorno a me si fosse avvolto un velo che annebbia le cose e non permette di vederle giuste. Il sangue è bollente mentre passa nelle vene carico di alcool da distribuire per tutto il corpo. Non distinguo gran ché di quello che accade attorno a me, le cose hanno contorni sfocati e colori sbiaditi. La musica è un borbottio distante, il vero suono che distinguo è il battito cardiaco del mio cuore pulsante.

Cerco di fare mente locale sull'orario che mi aveva detto Matt, ma la sola cosa che occupa la mia mente è una fitta nebbia. Barcollando quanto e più di Josh mi muovo verso la calca di giovani che ballano strusciandosi tra di loro.
Mentre attraverso quella che forse può essere definita pista, due mani si posano sui miei fianchi e mi attirano a se. Volto la testa per scoprire il volto del ragazzo che mi trattiene ma non ho idea di chi possa essere.

Eli: -Devo andare a casa.- sbiascico poco convinta, lui mi attira a se.
Complice l'alcool, mi abbandono tra le sue braccia sentendo qualcosa di duro premersi contro il mio culo. Non so perché ma la cosa mi fa ridere.
Balliamo così per un paio di canzoni o forse più, fino a quando il biondino dietro di me non prende l'iniziativa e, tenendomi per mano, mi trascina fuori dalla pista verso le scale.
-Cosa dobbiamo fare?- ridacchio posandomi alla sua spalla per non cadere.

-Uh? Ci appartiamo un pochino io e te.- risponde tranquillamente, la cosa mi fa nuovamente ridere ma lo seguo.
Arriviamo davanti la rampa di scale, guardo i gradini... da quando dondolano?
Il biondo tenta, senza successo, di farmi salire ma è difficile arrivare al piano superiore su delle scale ballerine e la cosa è così divertente...

Eli: -Non ci riesco, alla scale piace cambiare.- ridacchio abbandonandomi contro il biondo, sento le sue mani stringersi attorno ai miei fianchi e sollevarmi sistemandomi su una spalla.

Ava: -Hey, fermati!- una voce alle nostre spalle ci fa voltare, stringo lo sguardo per riconoscere il ragazzo davanti a me ma mi è difficile fino a quando non si fa più vicino.

-Hoy amico, cosa c'è che non va?- chiede il biondino da sopra il mio culo senza mettermi giù dalla sua spalla.

Ava: -Metti giù quella ragazza.- ordina l'altro con voce seria... mi è familiare.

-Cosa? Perché? Lei è d'accordo di salire con me.-

Ava: -Oh, andiamo! È ubriaca marcia, neanche si regge in piedi e tu dici che è concorde? Io piuttosto chiamerei questa cosa "approfittarne di una povera ragazza incosciente".- ribatte il moro, la presa del biondino sui miei fianchi si allenta.

-Beh, non sono fatti tuoi.-

Ava: -Oh, lo sono dal momento in cui questa è casa mia e stai portando su una povera ragazza per abusarne.- dice nuovamente il ragazzo davanti a me.
-Che poi, amico mio, tu quanti anni hai?-

-Ventiquattro, perché?-

Ava: -Uich... a me sembra proprio che lei sia piccolina, quanti anni hai Elizabeth? Quindici?- domanda il moro, cerco di contarli sulle dita ma è difficile.

Eli: -Non mi ricordo, ho quindici anni?- chiedo conferma cercando di mettere a fuoco il viso di quello che mi sta davanti... è così difficile.

Ava: -Mh, mi sa che rischi grosso, amico. Lasciala a me e nessuno lo verrà mai a sapere.- propone l'altro.
Il biondo mi posa in terra e guardandomi un'ultima volta sospira.

-Non vale la pena la galera per una scopata.- borbotta allontanandosi nuovamente verso la pista.
Incapace di reggermi sulle gambe io cado all'indietro ma vengo presa dal moro che, tenendomi per le spalle, mi trascina fuori dalla casa.

Un mese per dirti "Ti amo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora