"Non abbiamo tempo per passare dalla mensa, quindi...prendi!" Harle mi lanciò un cornetto alla marmellata. "Dove li hai trovati?" Chiesi. "Erano nel dormitorio, su un comodino, non so cosa ci facessero lì" disse. "E se fossero di qualcuno dei ragazzi?" chiesi. "Peggio per loro" rise. "Se lo dici tu" diedi un morso alla mia colazione. "Che materia hai ora?" Chiese Harle con la bocca piena.
8.00-9.00 Lotta a mano armata
9.00-10.00 Storia dei mondi
10.00-11.00 Astronomia
11.00-12.00 Genere magico
12.00-13.00 Percorso astronomicoLessi tutto ad alta voce. "Te l'avevo detto che il nostro orario era uguale" sorrise. "In che senso, lotta a mano armata?" chiesi. "Ti insegnano a combattere con le armi" rispose. "Perchè? Insomma, quando mai ci potrà essere utile?" Chiesi. "Dopo i 18 anni, finita l'Accademia tutti noi veniamo reclamati per qualche mansione lavorativa. Banale o meno. I più valorosi vengono spediti oltre la Via Lattea, miliardi di anni luce lontani da qui. Nessuno è mai tornato dopo aver attraversato i suoi confini, ed io sarò il primo. E poi quella, è la mia materia preferita" disse. "Vorresti rischiare la pelle per una mansione che ti renda più forte agli occhi di altri?" chiesi. "Esattamente. Preferisco questo che andare a fare il lecchino a qualche costellazione. Ti sembro uno con l'aspetto di una dama da compagnia?!" ironizzò. "Se lo dici tu..." mormorai.
Arrivammo al piano terra ed iniziammo a percorrere uno dei corridoi.
Mi accorsi che l'Accademia era strutturata come un enorme quadrato. I corridoi, lunghi e spaziosi, si collegavano tra loro, formando un'eterna ruota da criceto. Ci fermammo ai piedi di una gigantesca porta di vetro e ferro. Ne varcammo la soglia e ci ritrovammo in un giardinetto perfettamente quadrato, verde con due o tre alberi. Una cinquantina di ragazzi e ragazze erano posti in due file, una di fronte all'altra. I componenti di una, fissavano quelli dell'altra. Tra loro, c'era un uomo abbronzato, dai capelli neri e ricci e gli occhi di un potente giallo. L'uomo, probabilmente l'insegnante, fissava i suoi studenti, scrutandoli con attenzione. Poi si girò verso di noi e alzò le folte sopracciglia. "Signor Core, è in ritardo" la voce profonda dell'uomo faceva paura. "Mi scusi professor E.S, ma sono la guida di Arrow, gli stavo insegnando le cose basilari" disse Harle. "Ad esempio che se si arriva in ritardo si fanno cento giri del giardino?! Questa volta ci metterò una pietra sopra, o non riuscirai a pulire i bagni oggi pomeriggio" fece un ghigno. "Ora si scelga un partner e iniziate la lezione. Chi prima arriva meglio alloggia. Partirete al mio via" urlò. "È uno pericoloso? Tipo Big B?" Chiesi. "È solo un fenomeno astronomico, ma non lo sottovalutare. È l'Eclisse Solare, ma è sua sorella quella più spaventosa" mormorò. "Eclisse Lunare" sussurrai. Harle annuì, ma fu costretto ad andarsene, perchè E.S diede il via. Raggiunsi il mio nuovo professore.
L'Eclisse Solare si doveva ammirare solo tramite a degli occhiali particolari, mai ad occhio nudo, ma a me non dava nessun fastidio. Ci allontanammo dal gruppo di ragazzi, che era corso verso a dei barili pieni di armi di diverso tipo. Harle aveva preso una spada dall'elsa d'oro e la lama d'acciaio. Stava affrontando Davis, che possedeva una catana affilata. Sentii le due lame scontrarsi con forti rumori metallici.
E.S mi fissò per qualche istante prima di sfoderare dalla cintura un pugnale di bronzo. Se lo rigirò tra le mani fissandolo, poi il suo sguardo si posò su di me. All'improvviso me lo ritrovai addosso.
Si lanciò su di me ed io lo schivai per un pelo, lanciandomi di lato.
Perchè mi voleva uccidere? Che stava succedendo?
Mi alzai e corsi più lontano possibile dal mio professore, che mi ricorreva con il pugnale pronto a lacerare il mio corpo.
Raggiunsi un albero, ma fu una mossa stupida, non sarei potuto scappare molto lontano. Da un lato c'erano le alte mura dell'Accademia e dall'altra c'erano i ragazzi che combattevano. Non ne sarei uscito illeso.
Notai che ai miei piedi, un bastone, caduto dell'albero, se ne stava stava abbandonato ed innocuo senza uno scopo. Lo afferrai e ne feci la mia arma. Potevo proteggermi, o almeno lo speravo.
E.S corse verso di me con ancora il pugnale sguainato. Mi slanciai in avanti per affrontarlo. Puntò la lama contro il mio petto, ma mi difesi con il bastone. Fu di grande aiuto, era spesso e facile da maneggiare, ma la forza di E.S non era paragonabile alla mia. Mi spinse verso il suolo e per poco non caddi a terra. Vidi che è E.S era messo in una posizione che facilmente avrei potuto sfruttare. Un piede era posto d'avanti, verso di me. Mi abbassai e gli diedi un calcio. L'uomo barcollò e poi lo colpii con una bastonata che lo fece cadere al suolo. Scattai in avanti per afferrare il pugnale che gli era scivolato di mano. Aveva l'elsa scura, ed era molto più pesante di quanto mi sarei aspettato. E.S si alzò a fatica. Gli andai in contro e lo presi per la giacca. Lo spinsi contro l'albero e gli puntai il pugnale alla gola. "Cosa vuole da me?" Ringhiai.
Il professore rise. "Sei bravo ragazzo, niente male. Hai imparato la prima lezione. Qualsiasi cosa può essere un'arma" disse con il fiato corto.
Lo guardai scettico. Allentai la presa dalla sua giacca e allontanai il pugnale.
Lui fissò i miei movimenti e poi mi diede una gomitata in pieno viso e mi assestò un calcio per farmi cadere sull'erba.
"Seconda lezione: mai abbassare la guardia" spiegò. Mi porse la mano e l'afferrai, ma questa volta osservai tutti i suoi movimenti, stando attendo a non beccarmi qualche altro colpo. "Non ti farò del male. Chi ti ha insegnato a fare tutte quelle cose?" chiese. "Guardo tanti film d'azione" risposi. E.S si mise a ridere.
"Sei bravo, pochi riescono ad avere quella agilità senza essersi allenati. Complimenti" disse. "Ho avuto come personal trainer un pony" mormorai. "Cosa?" chiese. "Niente" dissi.
"Ora vai a sederti da qualche parte. Presto finirà la lezione. I primi che vincono l'incontro, aspettano gli altri. Vai e goditi lo spettacolo" spiegò. Seguii il suo consiglio e mi sedetti in disparte. Osservaii Harle che maneggiava la sua spada con una naturalezza impressionante. Davis, era affaticato e presto si ritrovò sdraiato sulla schiena, per terra e dolorante. Harle si rigirò la spada fra le dita. "Ora capisco perchè ti piace tanto questa materia!" urlai. "Sono il migliore!" confermò.//spazio autrice//
Ciao raga
Scusatemi se ho postato più tardi questa volta.
Helia combatte contro il proprio professore e vince. Più o meno.
Alla prossima..ciao😘
STAI LEGGENDO
L'Accademia delle stelle: Le Ombre
Fantasy//IN REVISIONE// Nella vita di Helia tutto sembra monotono e triste. I suoi soliti inverni passati nel centro di recupero bambini e ragazzi orfani e le sue solite estati passate da una famiglia all'altra senza mai essere adottato. Eppure quei suoi...