43. E' una questione di condivisione del corpo

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I primi rumori che sentii furono le lame che si scontravano con violenza, dando così inizio alla battaglia.
Raven aveva rubato la spada di Noah ed ora con questa parava i fendenti del non-Harle con fatica. Angel aiutò la ragazza tirando un calcio al fianco dell'ombra, ma si spostò solo di qualche centimetro. Senza fare alcuno sforzo il ragazzo buttò entrambe le sue nemiche per terra e cominciò ad avanzare verso la mia direzione guardandomi in cagnesco. "Fermati!" gridò Raven. Quasi non fece caso a lei, infatti continuò ad avanzare ignorando la ragazza che si stava avvicinando a carponi. Si alzò in fretta e gli saltò addosso buttandolo per terra. "Ragazzina, levati di dosso!" urlò l'ombra. "Non chiamarmi ragazzina! Ho solo un anno in meno ti te!" gridò di rimando lei. Il non-Harle si voltò a pancia in su e Raven gli si sedette sopra cominciando a prenderlo a pugni con tutta la violenza e forza che aveva in corpo. Pure Angel si alzò e cercò di aiutare la ragazza nell'intento di tramortire il nemico.
Spostai la mia attenzione sullo specchio e sull'altare.
Nonostante la luce che stavamo producendo non succedeva nulla. Non sapevo come avremmo potuto fermare le ombre.
"Credo che la nostra luce non basti!" gridò Noah. Strinsi i denti e pensai alla cosa più luminosa che potessi conoscere, poi urlai: "Spirito di Chirone aiutaci!".
La figura mitologica apparì dal fascio d'oro che mi avvolgeva e cominciò a galoppare intorno all'altare. Anche Noah cercò di produrre più luce possibile e all'improvviso mi sembrò di avere al mio fianco il sole. 
La battaglia, invece, non continuò nei migliori dei modi.
Raven fu violentemente scalciata via e  rotolò giù dalla collina priva di sensi. Angel arretrò terrorizzata, poi si fece coraggio e cercò di combatterlo, ma l'ombra la sovrastava.
Le bloccò i polsi impedendole di muoversi. Lei non tentò nemmeno di liberarsi, era terrorizzata.
"Povera, piccola Angel. Che c'è?  Non vuoi fare del male al tuo amatissimo Harle?" chiese l'ombra. Le prese il viso e l'avvicinò al suo. "Sappi che è già morto" sogghignò malevole il ragazzo. "NO!" strillò Angel in lacrime. 
Il non-Harle approfittò di quel momento di debolezza per gettarla a terra e avvicinarsi all'altare. La ragazza però si alzò in fretta, prese il nemico per il gilet e urlò: "Devi fermarti!". L'ombra rise e chiese: "Cosa credi di fare?". Lei lo guardò furiosa, lasciò l'orlo del gilet e poi arretrò di un passo. Chiuse gli occhi e poi i due furono circondati da una decina di copie di Angel.
"Ma cosa?!" esclamò l'ombra guardandosi intorno.
"Attaccate!" ordinò Angel. Le sue gemelle ripeterono le sue parole e poi insieme a lei ricoprirono di calci e pugni il loro nemico. Con le mani l'ombra cercò di ripararsi dai colpi delle ragazze.
Raven rimaneva sdraiata ai piedi della collina e dovetti reprimere l'impulso di correre da lei. "Raven" dissi soltanto.
"Ancora un minuto e la Luna sarà sorta" disse Lyridi. "Così non aiuti!" esclamai frustrato alla sfera luminosa. Pensai a qualcosa di caldo come il fuoco.
Pensai allora di essere in fiamme e finalmente accadde qualcosa, anche se non era niente di veramente rilevante.
Alcune rune sul bordo dell'altare si erano illuminate, ma il resto del tavolo rimaneva spento.
Nonostante i nostri sforzi e l'aiuto di Lyridi non stava accadendo nulla.
Nel frattempo il non-Harle, non si sa come, stava riuscendo a sovrastare l'armata di Angel.
Con una spada colpiva le copie cercando l'originale, ma così facendo indeboliva soltanto la ragazza. Quando rimase solo lei l'ombra disse: "Sono stanco dei tuoi giochetti!". Angel inciampò e cadde per terra, il ragazzo alzò l'arma e fu pronto a colpirla, ma improvvisamente lasciò scivolare dalle sue mani la spada e si immobilizzò fissando il vuoto. Scosse la testa come impazzito, poi si bloccò di nuovo e guardò Angel.
"Corri" disse l'ombra, poi scosse la testa nuovamente.
"Taci!" gridò il non-Harle.
La sua voce sembrava essersi duplicata, era come se fosse sotto l'effetto di una crisi d'identità, non capivo cosa stesse succedendo, era impazzito. La sua faccia si scompose e potei vedere due lati del volto, uno più scuro e uno che riconobbi come quello del mio amico.
Harle non era morto, ma l'ombra si era impossessato del suo corpo per rafforzarsi.
Appena la Luna fosse sorta allora lui avrebbe potuto ucciderlo, ma non prima di allora.
Ai piedi della collina Raven si era rialzata e guardava la scena confusa. Il corpo di Harle si muoveva scomposto senza un senso, poi si accovacciò a terra con la testa tra le mani. Sembrava vittima di convulsioni.
Raven raggiunse Angel appena in tempo, perché quando si voltarono videro il resto del gruppo delle ombre avvicinarsi.
"Scusate il ritardo per la festa" rise la non-Angel.
"Raven, io non credo che potrò tenere  testa a loro" disse Angel.
"Tieni duro, tutto finirà presto. Vero ragazzi?" chiese lei.
"Domanda di riserva?!" esclamai. "Fantastico..." sbottò Raven.
"Spirito di Chirone aiutale a contrastare il nemico" ordinai. Cominciò l'ennesima battaglia, dove non sapevo bene chi avrebbe avuto la meglio. Chirone affrontò il mio contrario, Angel il suo e Raven il non-Noah. Dovevamo trovare un modo per evitare una carneficina, ma su quel maledetto altare non succedeva nulla. Dopo un po' Raven tirò un calcio al suo avversario ed urlò: "A che punto siete?!".
"E' una brutta domanda!" dissi.
Angel fu colpita e fu buttata a terra dando così ibero passaggio al suo contrario che iniziò ad avanzare verso di noi. Io e Noah non potevano difenderci senza staccare le mani dall'altare.
Era finita.
La non-Angel alzò la testa e guardò il cielo. Una grossa palla di luce dorata stava scendendo velocemente verso di noi. Mi parve di avere un dejavu. Cos'era? Forse un messaggio che ci diceva: -Ci dispiace siete altamente inutili, pagherete per la vostra indecenza con la vita!-.
Il cosmo era veramente crudele, di questo ero sicuro.
La palla di luce si schiantò proprio di fronte all'altare ed io dovetti chiudere gli occhi per non accecarmi.
"I miei occhi!" urlarono le ombre. La palla di luce si attenuò, rivelando un corpo umano.
"Cometa!" gridai entusiasta.
Forse il cosmo ne aveva fatta una giusta.
"Ciao ragazzi. Stavo passando di qui e ho visto tutta questa confusione... Cosa sta succedendo?" chiese innocente la stella.
La Luna era sorta.
"Presto tocca la runa della luce prima che l'Accademia si riempia di ombre!" gridai. Lei mi guardò severa.
"Come si dice?" chiese. Mi guardai intorno confuso. Noah tossì e abbozzò un sorriso.
"Ah, ehm... per favore" dissi.
"Così va meglio" mi sorrise e poi si avvicinò all'altare e toccò la runa. Quattro fasci di luce partirono dagli angoli dell'altare e colpirono lo specchio che tremò.
Un raggio d'oro raggiunse la luna e la circondò.
"No!" gridarono le ombre.
La non-Angel urló straziata e poi sparì in una nuvola di fumo grigio. Così accadde anche al non-Noah.
Il mio contrario corse verso di me con la spada sguainata, ma dopo pochi passi scomparve come gli altri.

Era veramente finita.
"Helia!" gridò Raven. Mi corse in contro e si tuffò tra le mie braccia. Ne fui sorpreso, infatti barcollai all'indietro colpendo l'altare con il fondo schiena.
"Ahi" borbottai. "Scusa" ridacchiò lei. Altre grida provenivano dai piedi della collina, c'era ancora l'ombra di Harle che tremava impazzita. L'ombra e un'altra figura cominciarono a liberarsi l'uno dall'altro. Era come se si fossero fuse, ma ora si stavano scollando. I due si divisero lasciando da un lato l'ombra e dall'altra il mio amico.
"Va all'inferno bastardo!" gridò Harle, poi diede un calcio nel petto del suo contrario e anche lui sparì in una nuvola di fumo.
Harle si voltò verso di noi e sorrise. Era messo molto male. Era pallido e sembrava fosse sul punto di vomitare. Aveva grosse occhiaie sotto gli occhi, gli sanguinava il naso e aveva un livido sullo zigomo sinistro. "Harle!" gridò Angel. Lei corse verso di lui, gli prese il viso e disse: "Non farmi mai più spaventare così!".
Poi lo baciò.
Sembrava una scena di un film. Mentre li guardavo Raven si mise al mio fianco e le nostre mani si sfiorarono.
Il suo sguardò sembrava dirmi. - Che idiota- ed io divenni rosso come un peperone.
Una volta che la coppietta si guardò sorridendo io urlai: "Abbraccio di gruppo". Presi Raven per mano e la trascinai verso Harle ed Angel.
"Io non sono il tipo da... Helia lasciami andare" si lamentò. Peccato fosse troppo tardi. Entrambi abbracciammo la coppia in fondo alla collina. Accanto all'altare erano rimasti Cometa e Lyridi che ci guardavano sorridendo e Noah. Angel lo raggiunse. Gli porse la mano e disse: "Potrai mai perdonarmi per ciò che ho fatto? Potremmo mai essere amici?" chiesi. Lui la guardò sorpreso, abbassò la testa e poi le sorrise. "Lo siamo già" disse.
Angel gli sorrise e insieme ci raggiunsero facendo un grandioso abbraccio di gruppo.

//spazio autrice//

Salve a tutti ragazzi!

Questo é uno dei capitoli finali, molto probabilmente ce ne saranno uno o due ancora, poi la storia finirá. Siamo arrivati alla fine di questo viaggio tra le costellazioni e spero seriamente che vi sia piaciuto viaggiare come me...

Raven ed Angel affrontano il non-Harle mentre Helia, Noah e Lyridi cercano di illuminare l'altare. Dopo una lotta Raven finisce priva di sensi ed Angel cerca di combattere l'ombra sdoppiandosi. Il non-Harle subisce una crisi d'identità che rivela che Harle é ancora vivo. Le altre ombre cercano di fermare il gruppo, ma in loro soccorso arriva Cometa. Insieme a Cometa riescono ad annullare la magia dello specchio e a distruggere le ombre. Harle torna normale e finalmente i ragazzi possono vivere una vita serena.

Alla prossima stelline!

L'Accademia delle stelle: Le OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora