"È stato... STUPENDO!" urlò Harle lungo il corridoio.
Avevo appena finito il percorso astronomico ed eravamo andati a prendere Angel che ci aspettava di fronte al suo armadietto.
Avevo vinto, avevo sconfitto Kyle e mi ero guadagnato una lezione di perfezionamento (molto utile e gradita).
Ero stanco e dolorante all'uscita del percorso ma, una volta tornato nei corridoi della scuola tutto sembrò tornare normale. Niente più stanchezza o ferite.
"Sì, molto bello farsi picchiare da un tizio incontrato solo una volta... Veramente stupendo..." commentai. "Andiamo... Le botte erano vere, ma tutto quello che hai subito nel percorso era finto! Quindi, tutto si è annullato e sei guarito!" esclamò. "Ma ha fatto male. Molto male" aggiunsi. "Ma sei guarito! E hai stracciato Kyle!" Ululò di gioia. "Va bene, come dici tu" sbuffai.
"In effetti Kyle se la meritava una sconfitta, ma devi stare attento. È parecchio vendicativo" disse Angel.
"Cioè, Angel te lo immagini?! Lui che lo fa a pezzi e poi dice una frase tipo -questa è stata la tua ultima battaglia- con tanto di occhiali da sole scuri e auto rossa sportiva" cinguettò Harle. Io ed Angel ci fissammo per un breve istante sconcertati. "Non penso sia andata come un film alla 007 o roba da spie" obbiettò Angel alzando un dito. "Shhh..non distruggere i miei sogni... lasciami vivere questo momento" disse alzando gli occhi e fissando il soffitto con un sorriso. "Penso che abbia qualcosa che non va" mormorai. "Lascia stare" sbuffò Angel.
"A che ora hai la lezione di perfezionamento?" mi chiese lei.
"Alle quattro, nel cortile interno" dissi. "Non posso accompagnarti questa volta, devo pulire i bagni... che schifo" borbottò Harle.
"Tranquillo, la strada la conosco ormai" lo rassicurai. "Come dici tu" rispose.Più tardi mi recai verso il cortile. Harle se ne era andato già da un pezzo dal dormitorio ed Angel era rimasta chiusa nella sua stanza a studiare. Non sapevo cosa aspettarmi da quella lezione. E.S era una di quelle persone indecifrabili. C'erano momenti in cui avrebbe potuto disintegrarti con uno sguardo e altri in cui si poteva reputare il tuo migliore amico. Almeno non era come sua sorella.
Ormai i corridoi stavano diventando molto più familiari. Avevo fatto avanti e indietro tutto il giorno tra quelle mura e su quelle scale, e ormai, potevo facilmente orientarmi, o almeno sapevo come tornare alla sezione. Certo, spesso avevo qualche dubbio, infatti, prima di andare a lezione cercai il bagno, ma trovai solo lo spogliatoio femminile. Fortunatamente era vuoto, avrei fatto un'ennesima figuraccia.
Chissà se già tutta la scuola mi stava considerando come uno sfigato, nella mia vecchia scuola ero etichettato così. In quelle poche ore ero svenuto ed ero l'apprendista di Harle, che, avrebbe potuto far esplodere mezza scuola con un semplice schiocco delle dita. Nonostante tutto, lui avrebbe detto qualcosa come -Non mi è mai sembrata che la scuola esplodesse di vita- era assurdo! Ma era un tipo simpatico per quanto strambo. Si era preoccupato per me e gioiva dei miei successi.
Nonostante tutto, qualcosa dentro di me si contorceva provocando un dolore sordo. Ero venuto a conoscenza di quello che era il mio passato e il mio futuro. Cometa mi aveva aiutato, ma non aveva comunque esaudito il mio desiderio. Avere una famiglia. Mi aveva strappato dalla Terra, dove tutti mi odiavano, e per quello, ero stato piuttosto contento, ma ero comunque solo. Nessuno mi avrebbe detto -È ora di cena figliolo- oppure -mettiti la sciarpa, che fuori fa freddo-. Niente. Non avevo avuto ciò che desideravo, ma era appena passato un giorno, forse dovevo essere solo paziente. Camminavo a testa china, guardavo le mie scarpe da ginnastica calpestare il marmo del pavimento. Le mani in tasca e lo sguardo cupo mi davano l'aspetto di una persona isolata dal mondo, triste e depressa. Per quanto lo sembrasse non lo ero, e non Los sono. La superficialità delle persone a volte poteva superare anche la soglia più alta della stupidità, chissà se qualcuno avrebbe guardato oltre al mio modo di essere in quel momento. Colpii con la spalla un ragazzo. Non alzai nemmeno lo sguardo per incontrare gli occhi di questo, non mi interessava, i miei pensieri erano più importanti.
"Attento a dove metti i piedi!" Disse il ragazzo con voce rauca. "Scusa" mormorai.
Continuai il mio tragitto per qualche passo, poi mi fermai, alzai la testa e mi voltai dove poco prima mi ero scontrato con quel comune studente. Mi stava fissando. Il ragazzo era più alto di me e probabilmente era dell'ultimo anno. I capelli neri e ricci coprivano buona parte della sua testa. Sul naso affilato era posto un paio di occhiali dalla montatura nera, che nascondevano dei grandi occhi color oro liquido. La pelle color del cappuccino era tatuata sulla parte alta della spalla, ma la canottiera da giocatore di basket copriva una parte del disegno, rendendo impossibile comprendere di cosa si trattasse. Le sue mani erano sproporzionate, veramente troppo grandi.
Lo fissai qualche istante, reggendo il suo sguardo, poi si girò ed entrò nel bagno dietro di lui. Anche io mi voltai per tornare a percorrere il corridoio.
Arrivai al cortile. E.S mi guardava sorridente. "Bene campione sei pronto? Ti spezzerò in due oggi..." rise. Deglutii. "Scherzo, vieni qui" disse con un gesto fulmineo della mano.
"Molti dei miei studenti non hanno poteri di difesa, prendi il tuo compagno Harle... oltre alle corna e a creare passaggi segreti, che può fare? Nulla, quindi lui si è impegnato nella difesa con armi e a corpo a corpo. È uno dei migliori spadaccini della scuola. Tu invece, essendo il primo giorno, probabilmente, non hai ancora sviluppato un minimo della tua magia. Ma è normale, ogni cosa a suo tempo. Ma, non sapendo cosa ti aspetta il futuro, dovresti iniziare a maneggiare qualche arma. Che ne dici?" chiese. "Ehm... io non so..." balbettai, ma E.S mi interruppe "Scagliare frecce? Sguainare una spada? Proteggerti con uno scudo? Sei qui per questo ragazzo!" Esclamò.
Mi portò sotto l'albero dove ci eravamo affrontati. Dentro ad un barile c'erano diverse armi.
"Scegline una e fai finta di dover combattere con un mostro. A ogni arma scartata ci avvicineremo a quella più adatta a te" spiegò. Obbedii. Estrassi dal barile una sciabola, iniziai a colpire l'aria, era veramente stupido. "No, questa decisamente no..." disse E.S strappandomela di mano. Presi una Katana dal manico rosso ed eseguii lo stesso esercizio senza risultato. Anche questa volta scartai l'arma, come per la terza, quarta e quinta volta.
Fissai il barile e notai qualcosa di luccicante, sotto al resto delle lame, e mi chinai per prenderlo.
Era una freccia.
Aveva simboli in argento e l'impennaggio verde smeraldo. La rigirai tra le dita ed estrassi dal barile l'arco in metallo ricurvo. Mi posizionai e tirai la corda, poi scoccai la freccia.
Dalla punta di questa ne apparve un fascio d'oro che si tramutò nella figura di un centauro con arco e frecce. La punta della mia arma si infilzò nel tronco dell'albero, proprio dove E.S , si era appoggiato ad osservarmi. Gli aveva appena sfiorato il braccio.
"Sai cos'era quello?!" urlò sconvolto l'uomo senza fare caso al colpo che per poco lo avrebbe ferito. Scossi la testa. "Lo spirito di Chirone. Insegnante di Eracle. Solo i figli d'anima pura di Saggittario riescono ad invocarlo. Hai trovato certamente la tua arma" disse.//spazio autrice//
Wooooo
Sono tornataNon sono morta e non dichiaratemi come dispersa!😂
Ecco il nuovo capitolo..e boooooom ecco il nuovo talento di Helia! Shiii
Va be, basta disagio😅
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L'Accademia delle stelle: Le Ombre
Fantasy//IN REVISIONE// Nella vita di Helia tutto sembra monotono e triste. I suoi soliti inverni passati nel centro di recupero bambini e ragazzi orfani e le sue solite estati passate da una famiglia all'altra senza mai essere adottato. Eppure quei suoi...