Angel non si era fatta più vedere. Quindi tornammo tutti nelle nostre sezioni e aspettammo il giorno seguente.
Ma a me questa cosa non andava proprio giù. La mattina dopo, Harle, mi svegliò alle sei del mattino e mi incitò di vestirmi per andare da qualche parte. Erano appena le sei di mattina, ma l'Accademia si stava già facendo sentire. Erano giorni di agitazione generale per la Luna che sarebbe sorta tra appena tre giorni. Per il mio gruppo sarebbe stata la notte del giudizio, ma per gli altri studenti e docenti, avrebbe significato un nuovo inizio di magia pura. Un buon auspicio che accadeva una volta ogni cinque anni. Dalla posizione della nostra Accademia la Luna non si vedeva, al suo posto vi erano strisce luminose di stelle che coloravano il cielo di rosso, giallo e blu, un' aurora boreale stellare che lasciava mozzafiato chiunque rimanesse a fissarla per più di due minuti.
Per i preparativi di questa particolare festività si erano stabiliti tre giorni di vacanza e io avrei sfruttato tutto quel tempo per trovare l'arma ignota. Harle fremeva al mio fianco mentre camminava velocemente tra i corridoi e schivava ragazzini delle classi inferiori che distribuivano dépliant sul significato di quella festa.
Per i terrestri si può dire, in poche parole, che è una specie di capodanno estivo. Qualcosa di gioioso ed eccitante che avrebbe messo noi nel panico più totale.
Avevo paura di fare qualsiasi domanda ad Harle, sembrava così nervoso e arrabbiato... credevo che al solo saluto mi sarei trovato di fronte a due spesse corna d'ariete. Vicino allo spogliatoio femminile al piano terra vi era una porticina in legno e vetro in stile vintage. Qualcosa che si può trovare nei più vecchi edifici pubblici americani. Harle aprì la porta e io lo seguii all'interno della stanza.
Una luce fioca proveniva dall'unica finestra dalle serrande per metà abbassate. C'era puzza di chiuso e polvere. Sulle pareti vi erano scaffali di ferro stracolmi di fogli, scatole e pergamene. Al centro della stanza, c'era un tavolo di legno vecchio, ricoperto da fogli, documenti e giornali. I due computer che vi stavano sopra erano ricoperti da scartoffie di ogni tipo. Seduta su una poltrona di tessuto verde e consumato c'era Angel.
Aveva i capelli legati in una crocchia da cui spuntava un matita. Era seduta a gambe incrociate, con una mano teneva una pergamena e con l'altra una lente d'ingrandimento. Scrutava il foglio alla ricerca di qualcosa. "Angel" disse Harle appena chiusa la porta. "Cosa c'è?!" esclamò lei senza alzare lo sguardo. "Calmati!" la sgridò. "Calmati tu!" gridò lei alzandosi di scatto dalla poltrona. "Quanti caffè hai bevuto? Sei nervosetta" la provocò lui. "Nervosetta?! Dovresti esserlo anche tu! Non hai ancora realizzato che tra due giorni, se non troveremo la soluzione per questo impiccio, ci ritroveremo tutti con la testa mozzata?!"urlò furibonda. "Questo mia madre non l'ha detto... perché dovremmo proprio morire senza testa?!" chiesi. "Andatevene! Non mi siete d'aiuto!" sbuffò tornando alla pergamena. "Non ci lasci nemmeno provare a capire cosa possiamo fare per aiutarti! Non hai neanche dormito, vero? Hai sicuramente passato una notte in bianco per una risposta a quel simbolo" borbottò Harle con la voce tremante di rabbia.
Dovevo calmare le acque. Se Harle avesse incornato Angel non se lo sarebbe mai perdonato, lui le voleva troppo bene.
Mi allungai e le strappai la pergamena di mano e alzai le braccia in modo che non potesse raggiungerla. Non ne sarebbe stata capace, nemmeno se si fosse messa a saltare, era veramente troppo bassa. Mi misi a guardare il foglio e mi resi conto che era un'altra cartina della scuola.
Sembrava più vecchia delle altre e ad un angolo del foglio vi era il simbolo del giorno prima. A ogni simbolo era assegnato un elemento. Il cerchio più piccolo era il fuoco, quello più grande la terra. Il triangolo in alto indicava l'aria e quello in basso l'acqua. "Ridammelo!" urlò Angel ormai sul punto di esplodere. Gliela restituii e lei se la mise in fretta in borsa per tenerla lontana da me ed Harle. "Stavi per rovinare un pezzo di storia della scuola!" esclamò. Corrucciai le sopracciglia. "Era in una cornice appesa in biblioteca, ho convinto la bibliotecaria a prestarmela per oggi. E' la prima piantina dell'Accademia donata ai nostri genitori per fondare una scuola per i loro figli che poi è stata allargata per tutti i figli di corpi celesti" spiegò lei.
"Comunque ho cercato una risposta ovunque, ma niente! Niente che mi lasci capire come far riapparire quelle linee!" sbuffò Angel. "Io ho un mezza idea, non so se è valida. Ieri ho trovato una frase ed era scritta con la stessa calligrafia della mappa della biblioteca. Chiamate gli altri e troviamoci tutti alla mensa" dissi e poi uscii dalla stanza, che a quanto avevo intuito, era il laboratorio di Angel per la scrittura del giornalino scolastico.
Una lampadina si era accesa nel mio cervello ed ero convintissimo di aver trovato un collegamento al simbolo. Sulla calligrafia avevo detto la verità, era molto simile, nonostante non avessi dato molta importanza a quella frase. Andai alla biblioteca tutto convinto di aver trovato una soluzione per l'enigma di Angel.
Forse avremmo potuto trovare il primo tassello del puzzle per il mistero dell'arma.
Come immaginavo, a quell'ora, la biblioteca era vuota, e la bibliotecaria non fece nemmeno caso a me, stava giocando sul computer.
Il giorno prima avevamo posato le mappe in un angolo poco frequentato della biblioteca.
Arrivai sul posto e notai un uomo frugare tra le pergamene e tra il libri. Lo riconobbi per la sua pelle rossa. "Buongiorno Signor Big B" dissi. Lui si girò rigido all'udire il mio saluto. Sembrava un tricheco spaventato. "Oh...ehm... buongiorno Arrow, come mai in biblioteca a quest'ora?" chiese torturandosi la manica della giacca. "Voglio portarmi avanti con dei compiti" mentii. "Oh...bene, sei un bravo studente" farfugliò. "Lei cosa ci fa qui?" chiesi cercando di non sembrare sospettoso. Perché era lì? Era fuori discussione che cercasse delle mappe dell'Accademia... lui era il preside! Avrebbe dovuto conoscere la scuola come le sue tasche!
"Oh, ehm... volevo salutare la bibliotecaria...e..e poi sono venuto a cercare un libro per allietarmi queste vacanze con la lettura... però mi è caduta una penna e la stavo cercando" spiegò. Qualcosa mi diceva che era una bugia grande quanto il suo pancione. "Oh...niente! Non era una penna importante, ci vediamo in giro Arrow" disse prima di andarsene.
La sua espressione era molto sconvolta quando l'avevo trovato. Non sapevo a cosa pensare.
Ritrovai il foglio con la scritta dentro ad un libro sotto lo scaffale. L'avevo nascosto apposta, per sicurezza, non si poteva mai sapere se quella frase avesse importanza o meno.
Andai di corsa alla mensa nascondendo il foglio in una tasca dei jeans.
Qualcosa mi diceva che Big B non era in quel reparto della biblioteca per caso, nessuno lo frequentava e la cosa mi puzzava.
Alla mensa trovai Angel che spiegava a Raven e Noah cosa aveva, anzi; cosa non aveva trovato.
Mi sedetti accanto ad Harle e tirai fuori il foglio.
Senza dire niente cominciai a leggerlo: " Terra, Fuoco, Aria e Acqua tutto ha origine dal cuore". "Questa è la tua soluzione al problema?" Sbuffò Angel. "Guarda la calligrafia, è la stessa della piantina della biblioteca, qualche connessione deve pur esserci.
Insomma, parla anche dei quattro elementi, non credi che abbia a che fare con il simbolo?" spiegai convinto.
"Può darsi" disse Noah arricciando il naso. "E cosa significherebbe?" chiese Harle. "Potrebbe essere un qualcosa che faccia capire il significato del simbolo...oppure..." dissi. "Guardate!" esclamò Raven indicando con il dito il foglio bianco con il simbolo. Stavano riapparendo le linee. "Oppure è una parola d'ordine" disse Angel estasiata. Le linee si univano e pian piano davano forma a qualcosa. "Ma cosa..." mormorò Noah. Sgranai gli occhi e poi cercai quelli di Raven. Era rimasta a bocca aperta anche lei. "E' solo un albero" disse Angel. Raven si guardò attorno, la mensa cominciava a riempirsi. "Sulla terrazza...Ora!" esclamò Raven."Ci spiegate cosa significa?" chiese Noah seduto su una panchina. "Quello non è solo un albero, è un'armeria" spiegai. "E' dentro a quell'albero che io ed Helia abbiamo parlato per la prima volta" disse Raven. "Ma è dentro la scuola!" esclamò Harle. Lui ci aveva salvato proprio da quel posto, lo conosceva pure lui. "Ok, ma non credete sia troppo ovvio mettere un'arma così pericolosa dentro un'armeria?! E poi, se ci siete stati, l'avreste dovuta vedere!" disse Angel. "Forse non è nell'armeria che si trova l'arma...forse questo è solo un indizio. Dovremmo andarci per capire cosa significa" mormorò Raven. "Ma quando?" chiesi. "Oggi pomeriggio è stata indetta un'assemblea, tu e Raven dovete andarci, uscirete di nascosto. Nessuno a quell'ora sarà per i corridoi, forse i Copeele, ma se farete attenzione riuscirete ad arrivare all'albero sani e salvi. Raven, Helia... trovate una risposta" disse Angel.
// spazio autrice//
È più di un mese che non posto e mi dispiace. Sono molto occupata e vorrei non esserlo ma sono umana anche io e ho tante cose da fare che non sto qui ad elencare.
Angel trova un indizio e ad Helia si accende una lampadina nel suo cervellino. Capisce a cosa potrebbe riferirsi il simbolo. Vede Big B un po' sospetto nella biblioteca e poi si scopre cosa era raffigurato nel foglio.
Se vi è piaciuto il capitolo mettete una stellina. 😘
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L'Accademia delle stelle: Le Ombre
Fantasy//IN REVISIONE// Nella vita di Helia tutto sembra monotono e triste. I suoi soliti inverni passati nel centro di recupero bambini e ragazzi orfani e le sue solite estati passate da una famiglia all'altra senza mai essere adottato. Eppure quei suoi...