11. Quando si dice: hai le corna

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Mi risvegliai nel mio letto. Ero ancora piuttosto frastornato e la testa era paragonabile ad una trottola colorata. Nessuno era nella stanza, ero solo. Non potevo biasimare i ragazzi del dormitorio, neanche Harle. Doveva frequentare le lezioni, come tutti gli altri. E anche io. Probabilmente ero anche in ritardo. Feci per alzarmi, ma una voce urlò "Non ti muovere!". Angel apparve dal bagno, portava tra le mani una bacinella piena d'acqua. La posò sul comodino e vi immerse una pezza. La strizzò e me la mise sulla fronte. "Ehm...che stai facendo?" chiesi. "Mi preoccupo per te, stai sdraiato e rilassati" mi ordinò. Feci come mi era stato detto, mentre lei si sedeva su uno sgabello al mio capezzale. "Che ci fai qui?" chiesi. "Mi ha chiamata Harle. Stavo facendo un test facoltativo e lui mi ha avvisata. Tanto l'avevo già finito da qualche minuto. Mi sono subito affrettata ad arrivare" spiegò. "Come ha fatto Harle ad avvisarti se eri in classe?" domandai. "Con un messaggio" rispose. "Ma...non si possono usare i cellulari durante le lezioni" obbiettai. "Ho un'anima ribelle anche io!" esclamò. La porta della stanza si spalancò. Harle entrò con i capelli più arruffati del solito. "Ho avvisato il professor E.S, ma io mi devo pres...Amico! Sei sveglio!" Harle si precipitò verso di noi. "Perchè sei andato da E.S?" chiesi. "Non puoi presentarti alla sua prossima lezione in questo stato..." spiegò. "No, sto alla grande!" volevo mettermi a sedere ma Angel mi spinse di nuovo contro il cuscino. "Come no...sei bianco come un fantasma!" esclamò lei. "Io sono nato pallido" borbottai. "Questo non c'entra niente. Lui non si dovrebbe sforzare. Harle! Digli qualcosa!" Angel diede una gomitata al ragazzo. "Se vuole venire, per me è ok. Ma devi sapere che percorso astronomico sarà un'altra bella batosta. Non ti dovresti stancare" puntualizzò. "Ci riuscirò, sono forte" dissi. "Certo che tutto questo non sarebbe successo se miss E.L..." mormorò Angel. "Quella brutta strega! Non capisco perchè Big B si ostini a tenerla come insegnante. Insomma, quale professoressa usa come punizione la sofferenza!" urlò Harle indignato. "Non dire così..." mormorò Angel. "Lo dico eccome! Ci sono passato anche io... e ho visto cose che... mi vengono i brividi solo a pensarci" mormorò. "Sei svenuto anche tu?" chiesi. "No, ho vomitato addosso a Ben...e comunque non è stata una bella cosa. Figurati, io avevo solo dieci anni" sbottò. "Sono così arrabbiato..." borbottò. "Sai che non ti fa bene innervosirti" disse Angel. "Lo so... ma credo di aver perso il controllo.." gemette. Si girò e tirò un pugno alla porta del bagno, formando un buco, grosso quanto la sua mano. "Harle!" gridò Angel. Mi misi a sedere. Harle ringhiò furioso. "SE LEI NON FOSSE QUI, NESSUNO DOVREBBE SOFFRIRE. NESSUNO DOVREBBE AVERE PAURA!" Gridò. "Harle... stai calmo oppure... è già troppo tardi" mormorò Angel. Mi alzai e rimasi a guardare la scena vicino al mio letto. Dalla testa di Harle stavano spuntando due strane cose appuntite. Presto crebbero diventando due corna da ariete che si arricciavano ai lati della testa. "Ma che diamine..." mormorai. Ero scioccato. Forse perchè, una parte di me era rimasta sulla Terra, tra la gente comune. "Harle... respira..." disse Angel in preda al panico. "Stai lontana... o la mia furia si scaglierà contro di te!" Urlò. "Non lo farai... io mi fido di te. Sei una brava persona, non faresti del male neanche ad una mosca. Ma per rimanere innocente devi stare calmo!" Esclamò la ragazza. "N-non posso..è troppo difficile!" Urlò. "Le cose sono sempre state difficili. Devi solo fidarti di te stesso. Non saresti all'Accademia se fosse stato tutto così facile. Ora ricorda di rimanere calmo. 1..2..3.." iniziò a contare. "4..5.." continuò Harle. "Cosa ti tiene tranquillo? Se la calma otterrai.." iniziò. "Più sereno tu starai" disse Harle. "Esatto!" Esclamò Angel. Il ragazzo si inginocchiò a testa bassa. Le sue corna scure erano appuntite, di certo non mi sarei voluto trovare di fronte a quelle, se lui fosse stato così furioso. Angel corse verso di lui e gli mise una mano sul viso. "Andrà tutto bene. Non sei solo. Non lo sei mai stato. Hai imparato a controllati con me. Ricordi? Tu mi hai insegnato a sviluppare le mie capacità. Siamo uno la spalla dell'altra. Non dimenticarlo" mormorò. Harle mise la sua mano su quella di Angel. "Ma tu mi odi" sussurrò il ragazzo. "Ti odio quando fai stupidaggini. Sei migliore di così. Io ci sarò quando avrai bisogno di me..sempre" Angel gli accarezzò la guancia. Lui alzò lo sguardo e le sorrise. Le sue corna incominciarono a scomparire, ritornando nel cranio. "Ci sono anche io comunque!" Esclamai. Harle fece roteare gli occhi e rise. "Si lo so. Mi starai appiccicato per un bel po', quindi..ci sarai sempre e comunque. E quella frase in rima per la tranquillità è stupida, funzionava quando eravamo bambini...ma ora?" rise. Angel lo aiutò a mettersi in piedi e poi lo abbracciò. Era così piccola da arrivare appena al petto di Harle. "Hey... tranquilla" il ragazzo le accarezzò i capelli, soffermandosi sulla sua unica ciocca blu. "Io sono tranquilla, quello che non lo è, sei tu" mormorò. "Hai ragione" disse. "Dovremmo andare, la lezione incomincerà tra pochi minuti" spiegò il ragazzo. "Si, dovreste andare.." mugugnò Angel. Harle le dedicò un sorriso sghembo e lei rise. "Helia, fai attenzione. Non sei ancora messo benone, quindi non sforzarti troppo. E tu Harle: 1. Ricorda il tuo mantra, anche se è da bambini. 2. Fai attenzione al tuo amico. Vi voglio integri per l'ora di pranzo" disse. "Va bene" ridacchiò Harle. "È tardissimo, devo andare! Ciao!" Angel prese la sua borsa a tracolla e corse via.

Mancava poco alla lezione e fu un miracolo arrivare in tempo. Percorso astronomico si svolgeva nel giardinetto interno all'Accademia. Il professore era sempre E.S. Harle durante il tragitto mi aveva spiegato che questa materia era importante per i futuri viaggiatori che avrebbero affrontato i pericoli oltre la Via lattea. Consisteva in un percorso ad ostacoli, che cambiava ogni volta. C'erano momenti in cui si doveva combattere contro mostri, altri in cui ci si doveva sottoporre a temperature bassissime o altissime o addirittura affrontare catastrofi naturali. In poche parole, chi più ne ha, più ne metta. Solitamente questa materia veniva praticata insieme ad un altro dormitorio, di un'altra sezione. Quindi quel giorno saremmo stati i ragazzi della mia stanza e quelli di un dormitorio di un'altra sezione. Ben era già nel giardinetto insieme a Davis. Dalla parte opposta c'era un ragazzo insieme a dei suoi amici. Era alto più o meno come me. I suoi capelli erano biondo cenere e gli occhi di un azzurro mischiato al grigio.
"Chi è quello?" chiesi. Era strano, mi incuriosiva. "È Kyle Rings. Figlio di Saturno e Marte. Il più bravo del corso, per quanto riguarda questa lezione, e anche quello più disonesto. Fai attenzione, farà di tutto per mandarti in infermeria" spiegò. Quella giornata stava andando di male in peggio.

//spazio autrice//

Ziauuu

Allora ecco un nuovo capitolo. Non è chissà che cosa. Ma era solo per farvi capire il rapporto tra Harle e Angel. Poi è arrivato Kyle.. e lui be' lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Questo è tutto

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L'Accademia delle stelle: Le OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora