26. La mia testa brucia di tenebre

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"Se prima volevo solo evitarvi e non ero per niente convinta di tutto il tuo discorsetto ora ne sono certa!" disse Raven. "Ma perché?!" esclamai. "Per due ragioni: Uno, non presterò mai servizio a un membro dello Zodiaco. Due, come avrete già capito, io non voglio avere nulla a che fare con il vostro assurdo mondo folle e con voi pazzi maniaci. Helia il tuo discorsetto non mi farà cambiare idea" sbottò. "E'  inutile che ti opponi. Qualcuno lassù ci vuole per forza insieme, come una squadra intendo, ovviamente... Avrei voluto allontanarmi da questi due anche io, ma non si può. Qualunque tua azione o scelta, anche la più banale, ti riporterà a loro. Ho provato ad evitare Helia, perché ho immaginato la sua natura da portatore di guai, e avevo ragione, ma dopo varie situazioni, ho capito che non potevo. Ero costretto" spiegò Noah. "La fai passare per una cosa terribile" notò Harle. "Non è che la faccio passare, semplicemente lo è. Soprattutto con la tua presenza, parli troppo, fai troppe domande e non pensi prima di agire...poi ci sono quei momenti in cui sembra ti scenda lo spirito santo e inizi ad usare un po' della tua materia grigia" disse Noah. "Ma...questo non è vero!" Harle si imbronciò come un bambino piccolo. "Me ne frego! Ci sentite bene? NO! Siete stati voi a decidere che io sono Potenza, il punto è che non lo sono e anche se fosse vi dovreste arrangiare. Voglio stare lontano da voi e da tutto il resto degli esseri viventi, ok?" Raven incominciò ad alterarsi. Non pensavo parlasse così tanto, ok, era per colpa nostra, ma era  molto più loquace di quanto non sembrasse. "Ascoltami bene. Non lo ripeterò più. Smettila di fare la ragazzina viziata. Non abbiamo scelto noi di finire in questo casino, ok? Che tu lo voglia o no sei nel mio gruppo. Sapevo che ne fossi destinata dal primo giorno che ti ho vista camminare per quel corridoio. Sei Potenza punto e fine" esclamai. "Io non sono ancora d'accordo" borbottò Harle. "Io non conosco nessun'altro più adatto per questo compito. Qualcuno dobbiamo pur trovare e lei è perfetta. Nonostante la sua voglia di strangolarci tutti mentre dormiamo" le lanciai un' occhiata di sbieco e lei rispose fulminandomi con lo sguardo color della pece. "Raven ti stiamo dando un'opportunità per essere accettata. Io sarò il primo, anzi lo sono già. Per quanto la nostra guerra sia in costante crescita bisogna solo evitare di continuarla per non immischiarci in affari che non riguardano noi. Possiamo sotterrare l'ascia di guerra almeno per questa missione? Vi prometto che non durerà a lungo, ma vi prego" guardai sia lei che Harle. "A me piace esser come sono" disse la ragazza. "Non è vero, a nessuno piace essere odiato. Ammetti che sono la prima persona che ti vuole essere amico?" chiesi. Lei socchiuse le labbra ma non ne uscì nessun suono.
All'improvviso il verso di un qualche strano animale risuonò nella stanza, nei corridoi  e in tutta l'Accademia. "Siamo sotto attacco!" esclamò Noah. Quello non era  un verso, ma un allarme! "In che senso sotto attacco?" dissi incredulo. "Spiegami che razza di mentore sei? Non gli hai spiegato degli attacchi?" urlò Raven contro Harle. Lui fece una smorfia che indicava un: forse me lo sarò dimenticato. "Per farla breve, Helia, la nostra Accademia si trova in un punto d'incontro di dodici galassie ed è molto semplice venire attaccati da esseri alieni" spiegò Noah. "Come alieni?!" esclamai. "Non sono quelli verdi che vengono conosciuti sulla Terra, ci sono varie specie e alcune sono più violente di altre. Questa è un'altra delle regioni per cui ci addestrano" aggiunse Raven. "Ora abbiamo un presupposto in più per uscire da qui!" intervenne Harle. "Se potessi spezzare queste catene!" mormorò. "Dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno" dissi. "A chi?" chiese Noah. "Angel!" esclamò Harle, poi aggiunse: "Ha studiato per bene i poteri di miss. E.L. e potrebbe aiutarci ad uscire". "Non credi che con l'attacco sarà un po' difficile raggiungerci? Oppure, che ne so... comunicare con lei visto che ci sono stati ritirati pure i cellulari? Ora, a meno che voi non abbiate qualche potere speciale per la creazione di telefonini o strumenti di comunicazione efficaci, vi devo dire che siamo costretti a rimanere qua dentro!" notò Raven. "Un modo dovrà pur esserci, insomma qualcosa, qualsiasi cosa!" sbuffò Noah. "Peccato che nessuno di noi rappresenti la razionalità perché in questo momento ne avremmo estremo bisogno" sbuffai. "Va bene, conosco un modo, ma tutto dipende da Helia" sbuffò Raven guardandomi con superiorità. "So che sai evocare lo spirito di Chirone. Ho letto che coloro che ci riescono possono, con gran concentrazione, chiedere di fargli fare quello che si vuole" spiegò la ragazza. "C'è un minuscolo problema, le volte che lo evoco, non si fa comandare e fa quello che gli pare correndo su e giù per la stanza" obbiettai. "Io non mi fido di te, ne voglio fidarmi, ma se vogliamo uscire di qui tu dovrai credere in me. Sarà una cosa difficile per entrambi perché dovrò connettermi telepaticamente con te e mi viene già la nauseana pensarci" borbottò. "Proviamoci" dissi. Non sapevo come funzionassero i poteri di Raven, erano strani quanto spaventosi. Accettai per la fretta, non dovevo avere paura, ma in un certo senso non sapevo a cosa andavo in contro e un po' di timore c'era. Mi sedetti sul pavimento a gambe incrociate e Raven fece lo stesso di fronte a  me. Mi prese le mani e chiuse gli occhi. Mi rilassai e aspettai che avvenisse qualcosa.  Un lieve ronzio si diffuse nelle mie orecchie. -Tranquillo. Pensa a Sagittario, tuo padre, che ha ucciso il nostro...- mormorò la voce di Raven nella mia testa. "Così non sei d'aiuto" sbottai. "Va bene, d'accordo. Riproviamo" borbottò. -Pensa a tuo padre, Sagittario, un abilissimo guerriero simbolo dello Zodiaco. Il fuoco di cui è rappresentato è nelle tue vene e tu puoi farlo bruciare anche all'esterno. Rilassati, pensa alle battaglie che ha compiuto e a quelle che grazie al suo fuoco potresti compiere e vincere- .  Fu strano come le fiamme che mi descrivesse Raven le sentissi sulla mia pelle e come oltre alla delicata voce della ragazza cominciai a udire anche il nitrire del centauro Chirone. Fu come quando la voce della donna mi aveva permesso di attivare il mio potere durante la lezione di miss E.L. E ora avevo capito che era stata mia madre quella voce, chi altrimenti? Quando aprii gli occhi ero avvolto dal fascio dorato e Raven non mi teneva più le mani, stavo ardendo troppo. Il centauro era alle sue spalle che si impennava e nitriva impazzito. "Cosa devo fare ora?" chiesi nel panico. "Non posso tenere un contatto telepatico con te se non ti tengo le mani, non posso semplicemente dirti cosa fare. Sei ancora troppo inesperto, l'ho capito dalla tua psiche. Hai bisogno di essere guidato" disse agitata. "Sei bollente, potrei bruciarmi se provassi di nuovo a toccarti. Non posso entrare con te nel fascio, potrebbe uccidermi" continuò. "No, ci deve essere un modo!" Esclamai. Chiusi gli occhi e cercai di creare un varco nella mia testa in cui Raven potesse passare senza bruciarsi. Avevo bisogno di mia madre. Non sarebbe però venuta in mio soccorso. Raven doveva venire da me. Pensai alla cosa più fredda che potesse esserci e ad un varco per lei.
Poi con un movimento fulmineo la strattonai per il braccio e l'attirai a me. Il fascio si era ingrandito e Raven era tra le mie braccia. Non sembrava ustionata. "Ma che diamine!" urlò lei. "Cosa cavolo fai? Potevo morire!" gridò. "Sei viva, ora aiutami!" esclamai. Ero riuscito a controllare un po' del mio potere, era un miglioramento. Il fascio ora sembrava un turbine dorato. Non vedevo più Noah e Harle da quanto era diventato fitto. Lei mi prese il volto e chiuse gli occhi.  -Devi fare in modo che lui capisca chi comanda. Gridagli che tu sei l'unico figlio di Sagittario, lui deve obbedire solo a te-. Passai dal contatto telepatico con Raven a quello con lo spirito. Avevo una mente talmente versatile che avrei potuto reincarnarmi in Obama e allo stesso tempo vincere un Nobel come miglior astronomo mai esistito. Captavo la sua anima ribelle, poco civile. Chirone era un centauro quindi non domabile, ma era anche vero che era stato l'unico e grande insegnante di eroi epici. Con saggezza e coraggio era il simbolo di civiltà non umana. Lui non era un comune centauro. -Chirone ascoltami. Io sono figlio di Sagittario, sono qui per stabilire la mia supremazia su di te, ma prima di tutto voglio ricordarti chi sei. Istruttore di eroi famosi che hanno compiuto epiche sfide e che hanno imparato ad essere coraggiosi, rispettosi e urbani. Ricorda che l'istinto non è l'unica caratteristica del nostro animo-. Continuò a nitrire ma subito dopo si calmò e con possenza fece in modo di apparire nella mia testa. Il fuoco sulla mia pelle non scottava più. -Helia, figlio di Sagittario dimmi cosa devo fare-

//spazio autore//
Buongiorno (anche se sono quasi le 23) ragazzi.

Non ho tanto da dire tranne che è un capitolo più lungo degli altri e che avrei continuato ma ho deciso di proseguire in un altro.

Raven continua ad opporsi al gruppo, ma decide di aiutare tutti quando vengono attaccati dagli alieni. Per salvarsi devono uscire dall'aula e decidono di chiamare Angel, ma l'unico mezzo di comunicazione è lo spirito di Chirone. Raven aiuta Helia a domarlo.

L'Accademia delle stelle: Le OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora