La mattina successiva fu... Più assurda di tutti i giorni messi insieme passati all'Accademia.
Dopo aver fatto una bella doccia ed essermi vestito, incrociai Ben che mi diede il buongiorno. Mi spiegò del suo tentativo nell'aiutarci a fermare le Ombre, avendo però uno scarso successo.
"Non ti preoccupare." lo rassicurai. "Sul serio, siamo tutti debitori con voi." Disse Ben. "Non c'è bisogno di vederci come degli eroi. Io sarò sempre il novellino Helia!" Esclamai. "Non puoi non ammettere di non essere stato una forza! Insomma, quando sei arrivato non avrei scommesso un centesimo su di te ed adesso sei un eroe! Sei mitico." Esclamò. "Ti ho detto che non sono un eroe!" lo rimproverai. Lui fece spallucce ed io ne approfittai per uscire dalla stanza.
Nel corridoio per l'uscita dalla sezione, incontrai Angel.
"Hey, come va?" chiesi.
"E' una mia impressione o tutti sembrano improvvisamente impazziti? Le ragazze della mia stanza non fanno altro che chiedermi come sia stato combattere contro le Ombre!" Disse. "E' successa la stessa cosa a me, magari si calmeranno entro la fine della giornata." Dissi.
"Lo spero, non ho intenzione di rispondere a tutte le loro domande!" Esclamò.
Quando uscimmo dalla sezione la cosa non migliorò. Tutti, ed intendo tutti, ci fissavano.
Mormoravano qualcosa ai loro amici oppure ridacchiavano. Sinceramente avrei preferito che mi prendessero in giro, non avevo intenzione di stare così a lungo sotto i riflettori. Un paio di ragazzi mi diedero il cinque, altri ci fermarono per chiedere i dettagli della nostra missione notturna, ma io non avevo nemmeno l'intenzione di fermarmi a chiacchierare.
Dovetti evitare tutti e correre verso l'infermeria prima che qualcuno ci inseguisse disperato.
Ci fermammo appena incontrammo Noah e Raven.
"Ciao" dissi affannato. "Ciao" brontolò Noah.
"Anche voi non ne potete più di tutta questa attenzione?" Chiesi.
"Certo che sì, fino al tuo arrivo io volevo solo rimanere nell'ombra e sperare che nessuno sapesse chi sono, ma no! Ora tutti mi guardano come una sorta di divinità o cose simili!" Esclamò alterato.
"Io ho meno attenzioni siccome tutti sono in parte spaventati da me, ma la mia fama da cattiva si sta pian piano affievolendo e se non la smettono di assillarmi giuro che scopriranno com'è la vera Raven." Disse. "Fantastico..." mormorai.
"Sentite, prima che qualcuno venga a chiederci gli autografi, entriamo." Disse Angel entrando nell'infermeria.
Trovammo Harle seduto su un lettino, alzò la testa ed abbozzò un sorriso. Non aveva una bella cera, ma sembrava stare meglio della sera prima.
"Come va?" Chiesi sedendomi accanto a lui.
"Male, ma secondo l'infermiera potrò tornare in piedi per l'ora di pranzo." Disse. Angel gli accarezzò una guancia.
"Ti bacerei, ma ho appena vomitato. Voglio risparmiarti questa tortura." Bofonchiò il ragazzo. Angel ridacchiò. "Mi spiegate cos'è successo ieri dopo che sono svenuto?" Chiese il ragazzo. Harle la sera dell'attacco, appena mise un piede all'Accademia, era caduto a terra privo di sensi.
Gli raccontai cosa era successo mentre lui era stato portato in infermeria.
Appena tornammo nella scuola, tutti erano stati sbloccati. I professori erano corsi da noi e ci chiesero cosa era successo. Dopo aver raccontato tutto, consegnammo lo specchio ai gemelli E.S. e miss E.L. che si occuparono di portarlo nell'albero armeria e di sorvegliarlo per tutta la notte. Miss. E.L. mi assicurò che sarebbero state chiamate le autorità dello Zodiaco che avrebbero portato l'arma lontano dalla scuola. Ero più tranquillo sapendo che erano loro a custodirlo e non Big B. Qualcosa in Big B non mi convinceva, dovevo assolutamente capire cosa stava succedendo.
Dopo aver spiegato tutto ad Harle, cominciammo a chiacchierare. Era strano non ricadere sempre sullo stesso argomento come fino a ieri facevamo. Ero più tranquillo sapendo che non avrei più dovuto preoccuparmi di nulla.
Raven non parlò molto, non si era affezionata agli altri come avevo fatto io, speravo solo che, prima o poi, qualcosa sarebbe cambiato. Fu la prima ad andarsene, poi dopo pochi minuti, anche io e Noah lasciammo Harle ed Angel da soli. Era la loro prima giornata come fidanzati, necessitavano di un po' di privacy. Percorsi sotto lo sguardo dell'intera Accademia la strada per andare alla terrazza. Noah sembrava molto irritato del fatto che tutti lo guardassero.
"Perché tutti mi guardano così, non ho fatto niente di che!" Sbottò. "Se salvare la scuola dall'invasione di Ombre assassine per te vuol dire non aver fatto niente di che, allora quello strano sei tu!" Esclamai.
"Però ammettilo, sapere che qualcuno ha una minima idea di chi tu sia non è male. Quando ero sulla Terra a mala pena i miei professori sapevano il mio nome!" Esclamai.
"Stavo meglio prima" ribatté lui.
"Ok, ma avere degli amici non è tanto male. Prima di venire qui io non ne avevo nemmeno uno." Dissi.
"Be' su questo non hai tutti i torti. Anche se non conosco bene ne Raven ne Harle, tu non sei male. Io ed Angel forse in un futuro potremmo anche tornare amici, ma non subito" Disse.
"Quindi io non sono male? Questo è il momento in cui mi riveli di essere perdutamente innamorato di me?!" Chiesi. Noah mi guardò male. Entrammo nella terrazza e ci sedemmo su una panchina. Era abbastanza rilassante poltrire lì su.
Le vacanze erano state prolungate per altri due giorni a causa dell'incidente con le Ombre.
"Scusa?" Chiese una ragazza. Sperai che non fosse una nuova fan che ci chiedeva un po' dei nostri capelli per clonarci.
La guardai e la riconobbi. Era Hailee, i lunghi capelli ricci erano riconoscibili ovunque. Non era bellissima, era carina, non era il mio genere di ragazza, ma non era bruttissima.
"Sì?" Chiesi.
"Volevo solo dare questo a Noah. So che sei nel mio stesso anno e so che sei bravo in astrologia, mi chiedevo se ti andasse di aiutarmi qualche volta. Quello è il mio numero, chiamami se non ci sono problemi." Disse. Sembrava una ragazza così delicata e fragile dalla sua voce.
"Lui sarà felicissimo di aiutarti!" Esclamai. Noah mi diede una gomitata.
"Ti farò sapere, ciao." Disse. Lei ci salutò con la mano e corse via.
"Devi assolutamente accettare! Sarà la tua occasione per conquistarla!" Esclamai. "Vuoi darti una calmata? So di non essere il suo tipo, non so nemmeno se l'aiuterò, ma ci voglio pensare prima." Disse Noah.
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L'Accademia delle stelle: Le Ombre
Fantasy//IN REVISIONE// Nella vita di Helia tutto sembra monotono e triste. I suoi soliti inverni passati nel centro di recupero bambini e ragazzi orfani e le sue solite estati passate da una famiglia all'altra senza mai essere adottato. Eppure quei suoi...