Davanti allo specchio armeggiavo con la cravatta che non ne voleva sapere di essere annodata. Non ricordavo da quanto tempo non indossavo qualcosa di più elegante.
Se non ricordavo nemmeno di avere un paio di pantaloni e una giacca coordinati figuriamoci una cravatta.
Avevo indossato una camicia bianca e il completo blu. Mi sentivo un pinguino. "Lascia fare a me" disse Harle.
Mi prese dalle mani la striscia di tessuto azzurro e mi aiutò ad annodarla. Rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire, avevo paura che qualsiasi cosa dicessi mi si ritorcesse contro. Credevo che all'improvviso lui avrebbe fatto un'altra scenata ed ero quasi convinto che quella volta mi avrebbe finalmente incornato.
Sopra la camicia bianca indossava un gilet grigio come i pantaloni. Portava un farfallino rosso al collo.
"Riusciremo a non farci la guerra questa sera?" chiesi impacciato.
"Non lo so...tante cose del mio passato mi tormentano ancora oggi e non ho ancora imparato a conviverci" mormorò a testa bassa.
"Ecco fatto" disse poi.
La cravatta era ben annodata ed io potei indossare la giacca.
Dopo qualche istante di silenzio mi chiese "Andrai con lei al ballo? Con Raven?". Alzai lo sguardo verso di lui, se avessi risposto di sì come avrebbe reagito? Sembrava piuttosto tranquillo. Rimasi zitto. "Che c'è?! Il gatto ti ha mangiato la lingua?!" rise.
"Potrei...andare...isomma sì?" dissi. Pareva più una richiesta di permesso. "Smettila di essere nervoso! Angel me l'ha già detto. Lei e Raven si sono parlate" non sembrava arrabbiato, anzi mi sorrideva, era come se non fosse successo nulla.
Aveva quella sua espressione positiva che contagiava quasi tutti.
"Sì, andrò con lei..." mormorai in imbarazzo.
Harle mi diede un colpetto alla spalla e disse "Cos'hai oggi?". Corrucciai le sopracciglia. "Non sei arrabbiato?" chiesi.
"Raven non mi sta a genio, questo è vero, ma non posso proibirti di uscire con lei, soprattutto se è la tua super cotta!" rise. "Cotta?! Cosa?! Di che stai parlando?!" farfugliai.
"Oh mio dio, non fare il finto tonto, tutti si sono accorti di come le sbavi dietro, anche lei se ne è resa conto" disse. "Come? Sul serio?!" balbettai strabuzzando gli occhi. Harle sogghignò "Certo, e magari chissà! Questa sera potreste anche fare un ballo romantico vicini e stretti sulla pista da ballo..." ipotizzò malizioso.
La mia voce venne a mancare e sentii come se la cravatta si fosse stretta di più. "No...ehm...non abbiamo il tempo per ballare" mugugnai ormai rosso in viso. Harle intanto rideva sotto i baffi. "Come dici tu Romeo!" detto questo uscì dalla stanza.Il ballo si sarebbe svolto nella mensa, la stanza più grande della scuola.
Mi recai verso la sala guardandomi intorno. Ero frastornato e con un probabile principio di rossore sulle guance.
Immaginarmi insieme a Raven ballare un lento mi aveva fatto impazzire i neuroni. Vagavo come un fantasma guardando gli studenti, tutti eleganti e sorridenti, dirigersi verso la mia stessa direzione oppure fermarsi a parlare con qualche amico.
Io ero solo. Harle era andato a prendere Angel, con cui sarebbe andato al ballo. Non sapevo se sarebbe mai potuto andare con qualcun'altra, non sapevo niente della sua vita sentimentale e forse era rimasta off-limits a causa di Nerea, che ancora rimaneva in sospeso tra le nostre parole senza volto e senza identità.
"Hey" disse Noah.
Non lo riconobbi subito, era diverso, la sua mascolinità sembrava essersi espressa tutta quella sera.
I capelli erano tirati all'indietro e aveva messo le lenti a contato. Indossava una semplice camicia azzurra e un paio di jeans, rispetto a tutta quella eleganza lui era una nota stonata, ma qualsiasi ragazza si fosse accorta di lui sarebbe rimasta folgorata dal suo fascino.
"Mi sono occupato delle armi, sono nascoste in uno sgabuzzino vicino all'ingresso, tra trenta minuti ci troviamo lì" disse. Io annuii.
"Aspetti qualcuna?" gli chiesi giusto per dire qualcosa. Lui sbuffò. "Credi che con tutto quello a cui ho dovuto pensare io stia aspettando una ragazza per il ballo? Ti ricordo che sono invisibile!" disse quasi seccato.
"Scusa!" borbottai alzando le mani. "Non sono il tipo che si impegna con qualcuna, sono una delusione, perché deludere gli altri?!" disse. "Tu non sei una delusione...guarda lì" indicai con la testa una ragazza. Aveva dei capelli lunghi e ricci ed indossava un abito giallo. "E' da quando siamo arrivati che ti sta fissando" lo avvisai.
Lui si girò, la guardò e stirò le labbra in una smorfia. "Quello era un sorriso?" chiesi. "Ehm...sì?" balbettò. Scossi la testa arreso.
"Non sono capace di flirtare" esclamò. "Comunque si chiama Hailee, è nel mio corso di astronomia" spiegò. "Be' è un motivo per andarle a parlare! Inventa qualcosa come: hai colpito il mio cuore come un'asteroide" dissi.
"Se la paragono ad un'asteroide sembrerà che le voglia dire che è grassa! Sei peggio di me a flirtare, migliora il tuo repertorio!" mi guardò con disapprovazione.
Allungai il collo per vedere ancora se ci stava guardando, ma era andata via. Anche Noah se ne accorse.
"Bene, vado a fare finta di divertirmi altrove" sbuffò.
Quando se ne andò mi appoggiai al muro, accanto alle porte della mensa aspettando Raven.
Dopo qualche minuto la vidi.
Avanzava verso di me guardandomi intensamente e ne fui spaventato.
E' inutile dire che era bellissima. Indossava un abito corto in velluto rosso e anfibi con dei tacchi ai piedi. Deglutii. "Che eleganza" sembrava ironica mentre lo diceva e mi accarezzava la giacca. "Entriamo?" chiesi. Lei annuii.
Varcammo la soglia della mensa fianco a fianco sotto gli occhi di tutti. Evitavo di avvicinarmi troppo per evitare di toccarla, ma nonostante questo tutti sembravano aver capito che eravamo venuti insieme. Ci spostammo dall'entrata per non essere al centro dell'attenzione.
"Eccovi finalmente!" esclamò Angel. Aveva tirato Harle verso di noi, sembrava già stanco di tutta la gente che lo circondava. Angel era vestita con un lungo abito di seta bianco. "Vi state divert...Harle! Adoro questa canzone! Andiamo!" trascinò di nuovo Harle con se che mi guardò supplichevole di salvarlo. "Vuoi ballare?" chiesi a Raven. "No, io non ballo" disse. "Ok...cosa facciamo? stiamo appoggiati ad un muro fino a che non arriva l'ora di andare?" domandai. "Esattamente" rispose.
Corrucciai le sopracciglia, ma era seria. Andò in fondo alla sala e si appoggiò al muro. "Se non ti andava di venire al ballo perché mi hai invitato?" chiesi. "Come fa la gente ad adorare i balli? Insomma tutte quelle persone che si agghindano per ballare sulle note di canzoni orribili strette su una pista da ballo, che è solo un pavimento! Insomma stare così vicini tra tutte queste persone con il rischio di trovarsi affiancati a qualcuno che potrebbe puzzare anche di sudore...insomma che schifo" disse. "Rispondi alla mia domanda con un'altra domanda?" le feci notare. Lei fece spallucce.
Mi staccai dal muro e le presi la mano. "Che fai?" chiese.
"Balliamo lontano da una pista da ballo, lontano dalla gente e lontano dalla puzza di ascelle. Io ho messo il deodorante, quindi non dovrai preoccuparti del mio sudore " dissi. Lei abbozzò un sorriso.
"Io ho detto che non ballo" obbiettò.
"Ai balli non si balla. Si ondeggia senza un senso e noi ondeggeremo" risposi.
Lei scosse la testa ridendo. Si convinse e mi prese la mano, mise una mano sulla mia spalla ed io una sulla sua vita.
Ero un po' impacciato. Sulle note di una canzone aliena cominciammo ad ondeggiare. Il mio cuore palpitava senza controllo e quando lei appoggiò la testa sul mio petto la situazione non migliorò. Ero completamente inerme, nervoso...un po' tutto.
Alla fine della canzone Raven disse: "Usciamo, non ho più voglia di stare qui" io la seguii fuori dalla mensa."Chi si vede!" esclamò Noah. Era seduto sul pavimento appoggiato al muro. Raven si sedette accanto a lui. "Che state facendo?" chiesi. "Sembriamo degli sfigati" disse Raven. "Noi lo siamo" esclamò Noah. Abbozzai un sorriso e mi sedetti sul pavimento con loro.
Tre sfigati ad un ballo a cui non si ballava che era solo un pretesto per azionare un'arma letale. Di bene in meglio!
Arrivò l'ora di andarsene solo quando Harle ed Angel ci raggiunsero.
Ci incamminammo in silenzio verso la porta, ci armammo e tirammo fuori la mappa. Ci guardammo nervosi.
Era giunta la notte del giudizio, cosa ci avrebbe aspettato avrebbe sicuramente stravolto tutto quello che conoscevamo, ma eravamo pronti ad affrontarlo. La freccia si animò e la seguimmo. Ogni corridoio attraversato ed ogni rampa di scala fatta indicava l'avvicinarsi della nostra più pericolosa sfida.
Arrivati al terzo piano mi fermai di colpo. "Che c'è?" chiese Harle. "Miss E.L. è qui" sussurrai. "La distraggo io" disse Angel.
"No, non puoi andare, dobbiamo esserci tutti per trovare l'arma" bisbigliai. "Non andrò io personalmente a distrarla!" puntualizzò.
Unì le mani, chiuse gli occhi e poi abbassò la testa di scatto.
Accanto a lei apparve un'altra Angel. Corrucciai le sopracciglia. "Distraila" dissero in coro le Angel.
Una di loro si allontanò, e capii che quella che era ancora con noi era l'originale. "Posso parlarle" disse Angel. Il suo sosia ripeté a pappagallo rivolta alla professoressa.
Quel piano preso all'improvviso funzionò. Sia il clone che miss E.L. se ne andarono.
"Si sdoppia?!" esclamai ammirato. "Sì, ma deve stare concentrata sul suo sosia oppure metterà a rischio l'operazione, andiamo" spiegò Harle.
Continuammo a seguire la freccia della mappa mentre Angel borbottava qualcosa tra se e se, anzi tra se e il suo clone. Dopo qualche altro corridoio arrivammo dove voleva portarci la freccia, nell'ufficio del preside.
Girai il pomello della porta. "E' aperta" annunciai. Entrammo.
L'ufficio era piuttosto spoglio, aveva una nuovissima scrivania e traccie di esplosione sulle pareti, residui dello scherzetto di Harle.
"Bene ora devo andare!" esclamò Angel. Poi ci guardò e borbottò "Odio sdoppiarmi" mormorò.
"Se l'arma è davvero qua dentro come mai Big B non se ne è accorto?" Chiese Harle.
"Forse lui la protegge...penso ci sia qualcosa di losco in Big B" dissi.
"Ragazzi guardate! Il simbolo!" esclamò Raven. Indicava una parete completamente bianca. "Raven...non c'è niente lì" dissi.
"Ma come? E' proprio qui!" insistette.
"E' una parete bianca" puntualizzò Noah. Raven strinse i pugni e urlò: "E' qui vi dico!" indicò la parete.
La ragazza fu scossa da una luce nera che colpì il muro facendo apparire il simbolo.
"Raven?" la chiamai.
"Cosa mi è successo? Scusate...io non so perché mi sono arrabbiata" era confusa e guardava in basso.
Rimasi bloccato, c'era qualcosa che non andava, Raven non si arrabbiava mai in modo così aggressivo per una stupidaggine, era razionale e intelligente non avrebbe mai perso le staffe per una cosa del genere. Non ero l'unico che se ne era accorto.
"Questa cosa mi puzza" disse Noah. C'era qualcosa che stava modificando l'umore di Raven e la cosa avrebbe potuto renderla pericolosa.
"C'è qualcosa che non va" mormorò Harle. Camminò all'indietro su un tappeto rosso di fronte alla scrivania.
Lo sentimmo urlare.
Era sparito dentro al tappeto. Tutti circondammo il punto in cui era scomparso.
"Credo che quel simbolo attivato da Raven sia stato la chiave per aprire la porta per arrivare all'arma" disse Angel. "Tanto vale provare" Noah allungò un passo verso il tappeto e sparì. "Spero che non ci uccida" Angel guardò il soffitto e si tuffò nel punto in cui erano spariti i miei amici. Guardai Raven. "Prima le signore" dissi.
"Helia, c'è qualcosa di strano, avverto una strana presenza e sembra mandare il mio cervello nel caos" spiegò spaventata. "Ci sono io" la strinsi in un abbraccio. Fu un gesto spontaneo e lei ne sembrò rasserenata.
Sospirò sulla mia spalla. "Spero che tu abbia ragione" mormorò. Lanciandomi un altro sguardo preoccupato si avvicinò al tappeto e sparì. Io la seguii.//spazio autrice//
Hello people
Vi sono mancata? Ma certo che vi sono mancata. Allora...Wattpad è impazzito? Ora mi sembra instagram. Mah...
Ho aggiunto l'aesthetic di Raven sopra.Helia e Harle posano l'ascia di guerra e poi vanno al ballo. Helia e Raven passano una serata...particolare?! Originale per noi e normale per gli standard di Raven. Il gruppo segue la freccia della mappa ma si imbattono in miss E.L. che per essere distratta Angel utilizza uno dei suoi poteri. Helia e il suo gruppo arrivano nel punto indicato, dove è nascosta l'arma, l'ufficio del preside. Purtroppo nell'aria c'è qualcosa di strano che fa impazzire Raven, ma grazie a lei scoprono l'entrata per arrivare all'arma.
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L'Accademia delle stelle: Le Ombre
Fantasy//IN REVISIONE// Nella vita di Helia tutto sembra monotono e triste. I suoi soliti inverni passati nel centro di recupero bambini e ragazzi orfani e le sue solite estati passate da una famiglia all'altra senza mai essere adottato. Eppure quei suoi...