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La vita non è affatto semplice, ed io lo so per esperienza. Non avrei mai immaginato di passare dall'essere una ragazzina viziata di New York ad una giovane donna che ha passato sei mesi della sua vita sorvegliata dalla polizia, perlopiù con una figlia appena nata, ma questo accade solo se ti chiami Megan Johnson, o dovrei dire la ragazza più sfortunata al mondo. Fin da piccola sognavo di essere un'attrice, una di quelle che vengono chiamate per fare qualsiasi tipo di film e che tutti conoscono ed amano. Poi è successo, ho incontrato l'amore della mia vita, l'unico ragazzo in grado di farmi sorridere, di rendermi felice. Il nostro amore sarebbe dovuto durare per sempre, era una specie di promessa credo, ma gli esseri umani non sono in grado di mantenere le proprie promesse. Di certo con Cameron ho passato i due anni più belli della mia vita, per un attimo eravamo come una famiglia, io, lui e la piccola Samantha. Vi risparmierò i dettagli del parto visto che grazie a mia madre quel giorno arrivai tardi in ospedale e dovetti partorire nel parcheggio, una delle esperienze più brutte ma divertenti della mia vita, direi anche disgustosa a tratti. Ho lasciato tutto per prendermi cura di lei, non è stato complicato anzi me la cavo abbastanza bene con i pannolini, ma se non fosse stato per Cameron avrei già perso le staffe più di una volta, non sono mai stata brava a controllare la mia rabbia o le mie emozioni in generale, lui invece era così sicuro di sé e pronto a prendere in mano anche le situazioni complicate, ricordo ancora quanto era imbranato al liceo, non riusciva a non combinare danni ma in fondo l'ho sempre saputo che era lui...Dallas l'unico uomo che avrei mai amato in tutta la mia vita, o almeno così credevo prima che mi lasciasse per l'università, ricordo ancora il giorno in cui ci siamo salutati con un semplice "arrivederci". Ho capito che il vero amore è solo un'illusione, una bella ma sofferente illusione, o forse non eravamo semplicemente pronti.
Oggi sono qui, seduta nell'ufficio del mio futuro nuovo capo, aspetto che prenda posto di fronte a me per iniziare a farmi tutte quelle domande inutili a cui non ho per niente voglia di rispondere.
"Signorina Johnson" dice lui sedendosi di fronte a me, con fare elegante
"Preferisco Meggy, è il mio nome d'arte" rispondo sicura
"Ok... Meggy, allora è qui per il provino giusto?"
"No, sono qui per ammirare l'arredamento del suo ufficio, molto carino davvero" dico sarcastica
"Come prego?" mi guarda aggrottando la fronte, stupido sarcasmo!
"Sì, ho detto sì" cerco di recuperare sicurezza
"Ottimo, prima ho bisogno di farle alcune domande del tipo, ha mai avuto qualche esperienza nel campo della recitazione?"
"Una recita scolastica alle superiori vale?" assume un'espressione sconcertata
"Scherzo, ho anche recitato in uno spot per un fast food, io ero quella che gridava 'mangiami' con il costume da hot dog" continuo riferendomi all'ultimo ed unico lavoro ottenuto in tre anni
"Odiavo quella pubblicità, comunque prossima domanda. Ha qualche precedente penale? Non so, rapina in banca o omicidio?" ed ecco la domanda che temevo, come posso dire in modo elegante che ho ucciso un ragazzo per difendere il mio migliore amico
"Ah...Non ha altre domande?"
"Per adesso no"
"Capisco" mi sistemo meglio sulla sedia ed incrocio le gambe
"Ho avuto qualche problemino con la legge ma niente di serio, sei mesi di libertà vigilata"
"Perché?"
"Ha importanza?" l'uomo di fronte a me annuisce
"Ho ucciso una persona ma per legittima difesa quindi...Beh" cerco di trovare le parole esatte ma dall'espressione pallida del mio non più futuro capo capisco che non ci sto riuscendo affatto
"Sono ricca" dico con un mezzo sorriso sulle labbra
"Ottimo" risponde l'uomo abbassando lo sguardo verso alcuni fogli sulla scrivania
"Questo è il copione, studialo per la prossima settimana e poi torna qui per il provino" mi passa il copione titubante poi distoglie lo sguardo da me
"Non la deluderò" dico alzandomi in piedi, mi avvio verso la porta e rimango ferma a guardarmi intorno
"Perché è ancora qui?" mi chiede confuso
"Guardavo l'arredamento, è davvero carino"
"Va fuori"
"Arrivederci" esco rapidamente e chiudo la porta alle mie spalle, pensando a quanto terribile sia stato questo colloquio, tra tutti quelli della settimana di certo è il peggiore.
"Te lo assicuro Abby, è stato un disastro ed ho iniziato a parlare del arredamento, che detto tra noi faceva schifo" dico mentre cammino verso casa, Samantha è rimasta con Nash e spero non abbiamo combinato troppi danni insieme
"Sempre meglio della mia ultima lezione sta mattina, il professor Garrett continua a tormentarmi, credo di piacergli" risponde Abby con un tono più che strano
"Perché lo pensi?"
"Non lo so, ma è sexy" rido disperata, Abby resterà sempre la solita bambina
"Hai notizie di Shawn?" domanda dopo alcuni attimi di silenzio
"Ogni giorno purtroppo, continua a lasciarmi messaggi vocali e a taggarmi in foto orrende su instagram" rispondo annoiata, da quando Abby e Shawn hanno deciso di lasciarsi a causa degli impegni universitari la mia vita è diventata un inferno, Shawn non vuole proprio darmi tregua
"Andiamo ha ventidue anni il ragazzo, dovrebbe crescere un po'" dice lei irritata, ma è evidente che gli manca
"Oh certo, è lui che deve crescere un po' non quella che ancora a ventun'anni gestisce una pagina chiamata 'gli unicorni esistono'" la prendo in giro
"Un giorno quando riuscirò a provare la loro esistenza vi dirò 've l'avevo detto'"
"Quel giorno non arriverà mai, comunque a proposito di Shawn, tu sai niente di...di tu sai chi?" dico a bassa voce come se qualcuno mi stesse ascoltando
"Ma chi Voldemort?" risponde Abby confusa
"No che c'entra, dico il ragazzo invisibile"
"Megan non ti seguo"
"Cameron" grido quasi attirando l'attenzione di una signora anziana in lontananza, a cui rivolgo un sorriso imbarazzato
"Ah Cameron, mi ha scritto ieri e a quanto pare tornerà a casa domani"
"Fantastico, spero tanto di non rivederlo" proprio mentre dico ciò vedo in lontananza una moto a me familiare, Cameron guida lungo la strada ed è bloccato nel traffico, con lui c'è una ragazza che lo stringe forte e gli lascia baci sulla guancia. Sento il mio cuore stringersi su se stesso, i ricordi degli ultimi momenti passati insieme, gli ultimi baci e sorrisi
"Megan ci sei ancora?" mi richiama Abby preoccupata, ma io sono troppo distratta dal ragazzo che mi ha spezzato il cuore, ed io lo amo ancora nonostante tutto. Cameron mi nota e punta i suoi occhi scuri su di me, posso leggere nel suo sguardo freddezza ma tanta rabbia, non mi ha mai guardata in questo modo e ciò mi fa soffrire
"Scusa Abby, devo andare" chiudo la chiamata senza aspettare una risposta ed aumento il passo, voglio solo tornare a casa e buttarmi nella doccia, nessuno deve vedermi in questo stato.
Apro la porta e la prima cosa che vedo sono Nash e Samantha sul divano, lui la tiene in braccio e le dice qualcosa all'orecchio mentre guardano un film d'azione
"Mamma" grida lei non appena mi vede
"Ciao piccola, quante volte ti ho detto di non passare troppo tempo con lo zio Nash, potrebbe lasciarti danni permanenti" scherzo avvicinandomi a loro
"Lei mi trova divertente, vero piccola Sammy?" risponde Nash guardandola
"Un pochino" risponde la piccola per poi correre ad abbracciarmi, ha soli tre anni ma è già più intelligente di alcune persone con cui ho avuto a che fare
"Solo un pochino? Scordati di guardare Spongebob con me la prossima volta" dice lui fingendosi offeso, io rido ed abbraccio Samantha
"Mamma, quando torna papà?" mi chiede con aria triste, continua a farmi questa domanda da quando Cameron se n'è andato, per Samantha è sempre stato lui suo padre visto che mi ha aiutata a crescerla, ora fa troppo male solo pensarci
"Presto, anzi è già tornato in città"
"Che bello"
"Dipende dai punti di vista" rispondo guardandola negli occhi con un sorriso sulle labbra
"Ora vai a dormire, domani devi andare a scuola" le dico accarezzandole una guancia
"Buonanotte mamma, buona notte zio Nashy" ci saluta prima di correre nella sua stanza
"Vedo che sai già del ritorno di Cameron" dice Nash spegnendo la televisione
"Aspetta, tu lo sapevi e non mi hai detto niente?" dico fulminandolo con lo sguardo
"L'avresti presa bene?"
"No" rispondo subito infuriata
"Ecco perché non te l'ho detto"
"Idiota, volevo prepararmi al suo arrivo, e con questo intendo scappare dalla città e nascondermi in uno di quei paesi sconosciuti al mondo intero" mi siedo accanto a lui disperata
"Provo la stessa cosa da quando Madison mi ha mollato per Yale, prima sembrava tutto perfetto, ed invece la vita ritorna sempre ad essere complicata"
"Siamo noi a renderla difficile, con l'amore o cose del genere, io sono stanca di amare così tanto da starci male"
"Anche io, dovremmo creare un movimento contro l'amore" risponde deciso
"Ora non esageriamo, sono troppo pigra per fare una cosa simile"
"Lo so" ride lui. Avvolge un braccio intorno alla mia spalla ed io appoggio la testa contro il suo petto
"Quando stavamo insieme era tutto così semplice, a volte vorrei tornare indietro a quei momenti"
"Davvero?" dice Nash sorpreso dalla mia affermazione
"Sì, ti sembra così strano?" alzo lo sguardo verso di lui
"Credevo non mi amassi"
"Infatti, proprio per questo era semplice stare con te" posso notare i suoi occhi azzurri guardarmi con irritazione, sto esagerando
"Scusa, davvero non volevo dire una cosa simile. Vado a dormire" mi alzo e vado verso la mia camera, non immaginavo che vivere con Nash sarebbe stato così difficile, o che lui avesse ancora dei sentimenti per me
"Buonanotte" dice con un filo di voce
"Notte" rispondo agitata, chiudendomi il più velocemente possibile nella stanza, domani sarà una giornata dura e dovrò affrontare Cameron, oppure potrei scappare davvero, sarebbe così bello dimenticare tutti i problemi avuti negli ultimi anni, ma sarei una codarda in quel caso e Megan Johnson non è una codarda.

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