Quando torno a casa corro ad abbracciare Samantha, per fortuna sta bene
"Mamma, che combini?" mi chiede con il suo solito tono dolce da bambina
"Ah, non lo so nemmeno io" rispondo disperata, stringendola forte a me. Nash ci guarda in piedi davanti al divano e sospira
"Carlos ha chiamato, ha detto che hanno trovato la mia auto distrutta nel bosco" dice lui poco dopo
"Nash, mi dispiace tanto"
"No, non scusarti...Vieni qui" si avvicina a me per stringermi in un abbraccio, sono contenta che non mi abbia posto domande sulla maglietta di Cameron, sarebbe troppo imbarazzante. Chiudo gli occhi e mi abbandono al suo tocco
"Grazie di essere così comprensivo, voglio dire ho quasi rischiato la vita oggi" "Armando la pagherà per ciò che ti ha fatto...Che ci ha fatto" dice riferendosi a Karl, odio vederlo così triste ed arrabbiato quando ripensa a quel momento, uno dei peggiori della nostra vita e soprattutto della sua.
"Comunque, non pensare che io non abbia notato la maglietta di Cameron" mi sussurra all'orecchio. Non rispondo, gli rivolgo un'occhiata innocente e porto Samantha nella sua camera, per metterla a letto.
Apro il PC e controllo le mail ricevute, una da mio padre dove mi racconta del suo ultimo viaggio alle Hawaii, molto interessante di certo ma salto subito a quella di John Martin
"Vediamoci domani a pranzo" c'è scritto solo questo, che professionale!. Scuoto la testa e rispondo un semplice ok, anche se non ho idea di dove andare. Pochi secondi dopo ricevo un'altra mail con i dettagli e richiudo lo schermo del portatile, Cameron non ha chiamato neanche una volta da quando ci siamo separati prima, ed io che ho tanta voglia di risentire la sua voce, oggi ho capito di provare ancora qualcosa nei suoi confronti, se solo non fosse stato così idiota da mollarmi l'anno scorso.
Mi decido a chiamarlo io, infondo ho fatto così tante volte la prima mossa che ormai ci ho fatto l'abitudine.
"Pronto" risponde una voce femminile dopo alcuni squilli
"Scusa, chi sei?" dico perplessa
"Sono Barbara, tu sei Megan vero?"
"Sì, proprio così...Potrei parlare con Cameron?"
"Adesso non puoi, è sotto la doccia...Io sono appena uscita" nel sentirglielo dire mi pento a non aver mai acconsentito a farmi la doccia con lui
"Digli di uscire, devo parlargli subito"
"Riguarda il vostro incidente?"
"Più o meno, passamelo e basta" dico con voce intimidatoria
"Ma se ti ho appena detto che è sotto la doccia" sembra si stia spazientendo, e non mi interessa affatto
"Cameron, rispondi a questo cazzo di cellulare" grido cercando di attirare la sua attenzione
"Megan, arrivo" lo sento rispondere mentre si avvicina al cellulare, poi sento alcuni rumori in sottofondo come delle grida furiose, infine Cameron parla
"Che c'è?"
"Non eri sotto la doccia?"
"No, perché lo pensi?"
"Me l'ha detto la tua cosa"
"Ha mentito"
"You don't Say?" dico sarcastica
"Mi vuoi dire cosa vuoi da me?" risponde irritato
"Sapere come stai, se ti sei ripreso dall'incidente...Se ti va di uscire così, a caso" mi pento subito di averlo detto
"Sul serio? Vuoi uscire con me?" chiede incredulo
"No, affatto"
"Domani sera ti va?" ignora la mia risposta
"Dipende, sei disposto a darmi un passaggio al si per se?"
"Perché devi andarci?"
"Ho un appuntamento"
"Con chi?"
"È un interrogatorio per caso?" dico infastidita
"Rispondi"
"È il regista della notte dei morti, vuole vedermi"
"E tu ci andrai?"
"Beh se ti ho chiesto un passaggio direi di sì" lo sento sbuffare annoiato
"A che ora devo passare a prenderti?"
"Mezzogiorno, grazie Cam...Sono contenta di essere ancora tua amica" spero che questa parola lo ferisca tanto quanto lui ha ferito me, odio sentirmi così arrabbiata nei suoi confronti ma non posso farne a meno.
"Tu non sei una semplice amica per me" risponde con tono duro
"Ti prego, non terminare la frase" lo intimo
"E se volessi continuarla?"
"Mi dispiace, sto per chiudere la chiamata" dico allontanando io cellulare dall'orecchio
"Megan, non azzardarti a..." non gli lascio il tempo di terminare la frase che chiudo la chiamata, divertita. C'è ancora questa strana intesa tra me e Cameron, quando gli parlo riprovo sempre le stesse emozioni intense, vorrei che non fosse così ma non posso controllare il mio cuore, io amo ancora Cameron Alexander Dallas.
Mi sveglio con cupcake addosso, sì c'è ancora il mio piccolo cupcake, solo un po' più grande.
"Buongiorno" lo saluto mettendomi seduta sul letto, poi guardo l'orario. Sono le undici e trenta, manca solo mezz'ora al mio appuntamento con Cameron...Voglio dire con John, o forse con entrambi.
Salto giù dal letto e mi lavo velocemente, Nash è già uscito con Samantha quindi sono sola in casa, o almeno per poco visto che il campanello suona. Corro ad aprire e sono ancora in asciugamano, Cameron mi guarda attonito, pallido in volto. Posso notare il suo dolore nel evitare di guardarmi più del dovuto
"Cameron, sei in anticipo" dico coprendomi dietro alla porta
"Sono le undici e cinquanta, al massimo tu sei in ritardo" risponde con voce tremante, mentre socchiude le labbra
"Ora mi vesto e andiamo, stai calmo" gli chiudo la porta in faccia prima che possa dire qualsiasi cosa e ritorno in camera mia agitata.
Mi vesto e vado ad aprire la porta, Cameron è ancora lì fermo e sta volta mi guarda più tranquillo
"Sei sempre poco puntuale Meggy" dice con uno strano sorriso sulle labbra
"Non farmi la predica, spero che John non si arrabbi" dico incamminandomi verso la sua auto
"John? È così che lo chiami?" dice seguendomi
"Che problema c'è?"
"Quello vuole solo scoparti" risponde arrabbiato, bloccandomi l'entrata in macchina
"Dillo ancora e ti farò rimpiangere di aver accettato di accompagnarmi"
"Fidati, lo sto già rimpiangendo" dice disperato
"Cameron, non è il momento di fare il geloso visto che hai una ragazza"
"Sto con Barbara solo perché suo padre è amico del mio"
"Non mi importa perché stai con lei, ci stai comunque quindi"
"Ma io voglio te" prende entrambe le mie mani e mi guarda negli occhi, non ce la faccio a sopportarlo adesso. Distolgo lo sguardo da lui e mi libero dalla sua presa
"Quindi adesso è questa la tua vita? Esci con una ragazza solo perché può portarti dei vantaggi nel lavoro?"
"Anche se fosse...Io sono fatto così, perché non provi ad accettarmi?"
"Fammi entrare in auto" lo guardo truce, sperando che si sposti di sua spontanea volontà
"Megan"
"Megan niente, fammi entrare ho detto"
"Ok, ma sappi che con quel vestito così stretto non mi sorprenderei se John ti saltasse addosso" detto questo sale a bordo della sua macchina e chiude lo sportello, sto per rispondere ma non lo faccio, come si permette di dire una cosa simile? È ovvio che si riferiva a se stesso e non a John, ma se avesse ragione? Da quando i registi ti invitano a pranzo senza un apparente motivo? Troppi dubbi e troppe domande, a cui ho paura di dare una risposta.
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Ricomincio da te.
FanfictionSono passati tre anni da quando Megan e Cameron si sono diplomati, ed é da due anni che non parlano più nonostante si amino ancora. Riuscirà Megan ad andare avanti con la sua vita o resterà bloccata nel suo passato con Cameron? Il ragazzo che le ha...