16

181 5 0
                                    

Indosso un abito nero e stretto, forse un po' troppo visto che a malapena riesco a respirare. Cameron mi guarda appoggiato alla porta, scrutando ogni minimo dettaglio del mio corpo, non so perché ma quando fa così non riesco a non ridere, pensando a quali emozioni suscito in lui.
"Sei molto elegante" dice toccandomi un fianco
"Guarda che puoi chiamarmi anche sexy, non mi arrabbio mica"
"Sei anche sexy sì" ride e guarda i nostri riflessi nello specchio, ricordo ancora come eravamo quattro anni fa, così ingenui riguardo ai nostri sentimenti, mi sembra di vedere la me del passato ridere per come sono cambiata, prima adoravo tingermi i capelli di colori diversi, adesso gli ho perfino tagliati più corti.
"Siamo una bella coppia non trovi?" dice Cameron soddisfatto
"Trovo che siamo perfetti" rispondo sorridendo, lo siamo davvero.
Raggiungiamo il ristorante mano nella mano, di tanto in tanto mi guardo intorno con la paura di trovarmi un Armando fuori di testa davanti, odio sentirmi così impotente, vorrei solo che questa situazione spiacevole finisca.
"Carter è già arrivato" dice Cameron poco sorpreso "Io spero tanto che Abby non venga" dico camminando verso il suo tavolo.
"Ragazzi, ciao" ci saluta Carter abbracciandoci entrambi, posso notare il disagio e fastidio negli occhi di Cameron
"Non allungare le mani amico" gli dice allontanandolo
"Scusate, Abby quando arriva?"
"Presto, tu aspetta in silenzio" rispondo prendendo posto a tavola, più che infastidita.
Quando arriva Abby l'atmosfera si riscalda, non mi sarei mai aspettata che quei due andassero così d'accordo
"Avrò visto Titanic almeno cinquecento volte, é il mio film preferito in assoluto" dice lei entusiasta
"Eh no tesoro qui ti batto, io ho perfino la versione Blu-ray" risponde Carter fiero
"Oh...Mio...Dio, devi prestarmela" esclama Abby
"Uccidimi adesso" sussurra Cameron al mio orecchio, impugnando una forchetta
"Non provocarmi" dico con sarcasmo, giocando con una ciocca dei miei capelli
"Megan, Carlos mi ha scritto stamattina, dicono di aver avvistato ancora Armando, sta volta al Plaza hotel" dice Carter tutto d'un tratto, adesso mi faccio più interessata ed anche Cameron
"L'hanno avvistato e non l'hanno preso?" chiedo arrabbiata
"Già, non sono molto bravi a quanto pare" "non ci posso credere" dice Cameron stringendo la sua forchetta tra le mani
"Mio padre l'avrebbe già fermato" dice Abby assumendo subito dopo un'espressione pallida, deve averlo detto senza pensare
"Abby" prova a rassicurarla Cameron
"Scusate, devo andare ad incipriarmi il naso...E giuro che non é un modo carino per dire piangere a dirotto" dice lei alzandosi da tavola con la sua borsetta, per poi dirigersi verso il bagno con occhi lucidi.
"Credo che dovrei..." inizia Carter prima di essere interrotto da me
"Sta fermo" lo intimo prima di seguire Abby in bagno.
"Abby" mi avvicino a lei
"Sono una stupida, continuo a parlare di lui pur sapendo quanto io stia soffrendo"
"Non dire così, parlare di tuo padre non é una cosa brutta, non devi dimenticarlo"
"Fa troppo male, abbiamo perso così tante persone negli ultimi anni ma nessuna era come lui" dice mantenendo lo sguardo puntavo verso lo specchio
"Vorrei dirti che mi dispiace ma non servirebbe a molto, so che puoi farcela a superare tutto questo, l'hai fatto per tre anni non puoi abbatterti adesso"
"É per questo che mi hai organizzato un appuntamento? Vuoi aiutarmi a trovare la felicità"
"La felicità non dipende solo da un ragazzo, puoi stare bene anche da sola. Tu sei forte e qualsiasi cosa tu faccia la fai con un sorriso, sono fiera di averti come migliore amica" un sorriso compare sulle sue labbra
"Non lo dici solo per consolarmi vero?"
"Non mi chiamo Abigail Grier" la prendo in giro
"Ah, ti adoro sorella" ci abbracciamo senza dare importanza al posto in cui ci troviamo già da cinque minuti, finalmente dopo mesi sento di aver ritrovato la mia vera amica, spero solo che la smetta di fingere con il professor Gordon e che si decida ad essere davvero felice.
Torniamo al tavolo e non diciamo niente riguardo alla nostra conversazione, nonostante Cameron mi guardi con interesse
"Tutto apposto Abby?" le chiede Carter preoccupato
"Sto bene, grazie Car...Sei un bravo ragazzo" risponde lei sincera
"Possiamo continuare a mangiare adesso? Non ho speso duecento dollari per parlare" dice Cameron annoiato, ora cosa gli prende? Perché deve sempre rovinare tutto?
"Mangiamo" dice Cater rassegnato, riprendendo a gustare il suo cibo.
Esco dal ristorante tenendomi a braccetto con Abby, Carter e Cameron restano indietro e discutono di argomenti a me sconosciuti, anche se mi piacerebbe ascoltare meglio.
"Megan, ma quello non é Lucas?" dice Abby fermandosi. Guardo nella direzione da lei indicata ed impallidisco
"É tornato in città" mi limito a rispondere
"Non dirmi che vuole tornare con mia madre, quell'uomo non merita di stare con lei"
"É qui per rovinarmi la vita come chiunque altro in città, ce l'ha con me per le bambole di porcellana"
"Ma l'idea é stata mia Megan, non può prendersela con te"
"Vai a dirglielo se hai il coraggio"
"Non serve, tanto sta venendo lui da noi" Cameron si ferma alle nostre spalle
"Andiamo via da qui" dice lui deciso prendendomi per mano
"Volete scappare?" risponde Lucas ormai arrivato
"L'intento era quello" dico evitando il suo sguardo troppo agghiacciante
"Abby, come stai?" dice ignorandomi
"Bene, ma dobbiamo andare adesso" dice lei agitata mentre Carter non sembra capire
"Peccato, mi sarebbe piaciuto parlare ancora con voi, ho saputo dell'incendio Megan...Mi dispiace molto, sono contento che il tuo cane si sia salvato grazie ai pompieri"
"Anche io" rispondo fredda
"Buona giornata, e sta attenta, sembra che ci siano molte persone che vorrebbero vederti morta" detto che questo ci sorpassa e ritorna sui suoi passi. Evito di pensare a ciò che ha appena detto e stringo più forte la mano di Cameron, immaginando che sia quella di Lucas così da fargli male
"Quel tipo é sospetto non trovate?" dice Carter dopo alcuni attimi di silenzio
"Puoi scommetterci" risponde Abby ancora sconvolta.
"Cazzo, merda, lo odio, cazzo...Perché" continua a gridare Cameron da quando siamo tornati a casa, io cerco di ignorarlo guardando la televisione
"Perché, perché, cazzo, perché" deve aver appena tirato un pugno al muro visto il rumore assordante
"Haya" lo sento gridare ancora
"Credo di essermi rotto la mano" mi alzo dal divano e corro da lui
"Che hai combinato?" é piegato a terra dal dolore
"Ho tirato un pugno troppo forte" dice dolorante
"Riesci a muovere la mano?" dico piegandomi verso di lui, cupcake si muove freneticamente per la stanza come se stesse capendo tutto
"No"
"Fai vedere" gli tocco la mano e geme per il dolore ritraendola
"Chiamo un dottore, non preoccuparti"
"I dottori vengono ancora in casa?"
"Ti porto in ospedale allora" lo aiuto ad alzarsi e lo guardo disperata.
"Non è niente di grava, quindi basterà fasciare la mano ed aspettare qualche settimana" dice il dottore una volta terminato di mettergli una benda
"Fantastico, dovrò tenermi questo coso per delle settimane" risponde Cameron poco entusiasta
"Non lamentarti, poteva andarti peggio" dice il dottore divertito prima di uscire dalla stanza.
"Ora puoi ridere se ti va" mi dice Cameron, scoppio a ridere poco dopo
"Ma come hai fatto? Sei proprio un disastro" dico senza smettere di ridere
"É tutta colpa di Lucas, l'ho visto come ti guardava, vuole farti del male"
"Lucas é solo arrabbiato, gli passerà. Mentre Armando ha provato davvero ad uccidermi"
"Vuoi che mi rompa anche l'altra mano?" dice mostrandomi un pugno serrato
"No, basta mani rotte" rispondo sospirando e dandogli un bacio al lato della labbra. I suoi muscoli si rilassano al mio tocco e lo sento fremere
"Non farmi questo mentre siamo in ospedale" dice eccitato
"Vacci piano, hai una sola mano adesso" scherzo guardandolo negli occhi, lui ride e distoglie lo sguardo da me, so che adesso finge di sentirsi forte e coraggioso ma vorrei che esprimesse le sue vere emozioni senza la paura di essere giudicato.

Ricomincio da te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora