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Cammino ancora lungo il marciapiede che porta al Central Park, con passo lento e mantenendo lo sguardo basso. Mi siedo su una delle panchine e guardo i bambini giocare, penso a Samantha e a quanto si sentirà sola in questo momento. Poi vedo una coppietta giovane camminare mano nella mano, sorridono e ridacchiando insieme, mi sento proprio sola adesso. Distolgo lo sguardo da loro per non infierire ancora sulla mia persona e guardo lo schermo del mio cellulare, nessuna chiamata persa da Cameron, l'ho fatto arrabbiare per davvero, anche se ho solo cercato di essere sincera con il mio ragazzo, forse avrei dovuto dirglielo con più tatto ma non l'ho trovato necessario.
"Megan" dice John guardandomi sorpreso
"John, ciao" rispondo disinteressata dalla sua presenza
"Che ci fai qui tutta sola?"
"Faccio...Cose"
"Capisco, ti da fastidio se resto con te?"
"No fai pure, sono triste e sola come avrai notato" si siede accanto a me
"Hai litigato con il tuo ragazzo?"
"Ho baciato il suo migliore amico" mi guarda sconvolto
"Prima di mettermi con lui ovviamente" aggiungo
"Brutta storia, deve sentirsi tradito in questo momento"
"In realtà il suo migliore amico stava con me un tempo, quindi Cameron ci ha separati...Lui dovrebbe sentirsi in colpa" rispondo irritata
"Non immaginavo che la tua vita fosse così complicata"
"La mia vita è un completo disastro, ma ho imparato a cavarmela con il tempo. Tu che ci fai al parco invece?"
"Un giro, niente di speciale"
"Non hai una ragazza?"
"No...No" risponde imbarazzato, le sue guance si tingono improvvisamente di rosso
"Sul serio? Neanche una a cui interessi?" dico divertita
"Ho detto no, sono troppo impegnato con la mia carriera per pensare ad una donna"
"A proposito di lavoro, quando iniziamo le riprese?"
"Tra un mese, non vedo l'ora di lavorare con te... Dovrò trovarti anche un manager"
"Un manager" ripeto confusa
"Sai cos'è vero?"
"Ovvio, ma non credo di volerlo ancora...Sono più brava quando lavoro da sola"
"Da sola non otterrai niente, fidati di me so quello che faccio" ho sentito questa frase così tante volte che adesso non ci credo più. Mi alzo in piedi infastidita
"John, con tutto il rispetto del mondo tu non sei nessuno per decidere cosa devo fare e cosa non, lo capisci questo?"
"Voglio aiutarti"
"Se avrò bisogno del tuo aiuto verrò a chiedertelo, per ora sto bene così" lo guardo decisa
"Ok non ti scaldare" dice agitato
"Vedo che ci capiamo adesso" rispondo soddisfatta
"Tu hai carattere..." dice lui guardandomi attentamente, non so per quale ragione ma questo incontro mi ha dato la forza di tornare in piedi più forte di prima, far capire a John chi comanda è stato anche meglio di una doccia fredda.
Chiudo la porta di casa e sospiro lasciando cadere la mia giacca a terra, per un attimo mi sento anche osservata ma a quanto pare non c'è nessuno oltre me in casa.
"Nash" provo a chiamarlo senza ottenere risposta
"Sola in casa, che bello" dico con poco entusiasmo, con tutto ciò che sta accadendo restare da sola non è proprio la scelta migliore. Entro in camera mia ed il cellulare squilla poco dopo, è Cameron. Ci penso su alcuni secondi prima di rispondere
"Ciao" dico fredda
"Sei a casa?" chiede subito lui preoccupato
"Sì, perché?"
"Volevo assicurarmi che stessi bene"
"Pensavo ce l'avessi con me"
"È così...Ma sono comunque preoccupato" sembra essere sincero
"Non serve sto bene" taglio corto
"Prima ho esagerato"
"Ma dai"
"Cosa avrei dovuto fare? Tu hai baciato Nash" quasi grida
"Era ubriaco" rispondo alzando il tono della voce
"Tu no" grida sta volta
"È stato un errore, è così difficile perdonarmi ed apprezzare la mia sincerità?"
"Me lo stai chiedendo davvero?"
"Lasciamo perdere, non mi va di parlare ancora..." mi interrompo nel sentire uno strano calore alle mie spalle ed un odore di fumo
"Ci sei?" mi richiama disperato, lascio cadere il cellulare a terra nel vedere la mia stanza andare a fuoco
"Oh merda" indietreggio verso la scrivania e tento di trattenere il respiro, avevo ragione, c'era qualcuno con me in casa e adesso sto per morire bruciata.
La casa va a fuoco, le fiamme sono ovunque ed io non posso che pensare a Samantha, se non l'avessi mandata da mia madre sarebbe bloccata con me. Mi ringrazio mentalmente e cerco una via d'uscita, la porta della mia stanza è bloccata dal fuoco e la finestra non si apre.
"Cazzo" impreco tirando pugni alla finestra, ma ogni mio tentativo è inutile. Inizio a tossire e mi dirigo verso l'armadio. Lo butto contro la finestra ma ancora una volta niente da fare, sono bloccata e senza alcuna via di fuga. Devo trovare un modo per uscire prima di svenire o peggio...Morire. Vado in bagno e cerco un secchio da riempire con dell'acqua, apro ogni mobile ma non riesco a trovare niente di utile, tra l'altro il mio respiro si fa sempre più pesante e non riesco a non tossire.
"Megan" sento qualcuno chiamarmi dal piano di sotto, è Cameron
"Cameron, sono qui" grido disperata
"Megan, oh Dio" dice lui avvicinandosi alla porta con una mano sulla bocca
"Devi andartene o morirai" gli dico tossendo
"Non ti lascio sola, chiamo i pompieri"
"Non arriveranno in tempo" le fiamme si alzano e Cameron viene quasi colpito dal fuoco, indietreggia spaventato
"No, no no no...Non ti lascio morire" dice deciso
"L'estintore in giardino, nel garage" rispondo ricordandomi di tutti gli attrezzi di sicurezza comprati da Nash
"Arrivo subito" Cameron corre via ed io resto da sola, mi butto a terra priva di forze e mi appoggio con la schiena al muro. Sento il mio respiro cedere e vedo sfocato intorno a me, come se tutto stesse per finire. Cameron torna poco dopo, spegne le fiamme velocemente ed entra nella stanza
"Ti porto fuori" dice piegandosi verso di me per sollevarmi in braccio. Le fiamme si espandono ancora, ho paura che la casa possa esplodere da un momento all'altro. Lo guardo con occhi socchiusi mentre mi porta verso l'esterno stando attento a non bruciarci entrambi, non ho la forza di parlare
"Resta con me" mi dice toccandomi il volto una volta fuori
"Ora puoi chiamare i pompieri" rispondo prima di perdere conoscenza.

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