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Sono circondata da una luce bianca, non provo più dolore, solo un terribile brivido freddo, che percorre il mio intero corpo. Per un attimo penso di essere in paradiso, circondata dagli angeli che mi salutano danzando. Poi mi rendo conto di quanto sia impossibile e mi decido ad aprire gli occhi, alcuni dottori mi guardano sollevati e si tolgono la mascherina che portavano fino a poco fa "Si è svegliata" dice una dottoressa dai capelli biondi
"Avvertiamo la sua famiglia" risponde un altro dottore
"Che cosa...Cosa mi è successo?" provo a domandare, ma la mia voce è troppo debole adesso
"Ti hanno sparato ad una gamba, non è una ferita grave ma hai rischiato molto" mi risponde la dottoressa con tono meccanico
"Ah" mi limito a sospirare ed appoggio la testa contro il cuscino, sono ancora viva...Grazie a Dio.
"Megan" esclama Cameron una volta entrato nella stanza, con lui c'è anche Samantha che sembra aver pianto per ore
"Cameron" dico lasciandomi abbracciare da lui, non sono mai stata così felice di vederli entrambi, insieme per me.
"Mi hai fatto spaventare così tanto, pensavo che..." lo interrompo
"Non dire niente, sto bene adesso" gli accarezzo una guancia e lo bacio, ignorando la presenza della povera Sam. Cameron si allontana da me e prende Samantha in braccio, aiutandola ad abbracciarmi. Mi stringe forte, così forte da farmi male ma non mi importa.
"Mi dispiace" sussurro al suo orecchio, accarezzandole una ciocca di capelli
"Hai salvato papà" risponde singhiozzando
"Già, l'ho fatto" non dice più niente, Cameron mi guarda rattristato, posso notare la differenza nei suoi occhi
"Dimmi che almeno hanno preso quello stronzo" dico arrabbiata
"Non ha neanche provato a scappare, sembrava una statua...Stava lì fermo accanto a noi, mi ha fatto rabbrividire" risponde Cameron pensieroso
"Adesso è in prigione, e quando Abby lo scoprirà andrà fuori di testa" aggiunge
"A meno che non lo sappia già"
"Già" dice quasi sussurrando, rivolgendo poi il suo sguardo al pavimento bianco dell'ospedale.
Nei giorni successivi resto stesa a letto, come se non bastasse Abby è stata quasi arrestata visto che ha avuto una crisi di nervi di fronte alla polizia, aggredendo fisicamente l'aggressore di suo padre. Si chiama David Morrison ed è stato arrestato circa dieci anni fa per un reato non commesso, Karl l'ha accusato ingiustamente ed ha voluto vendicarsi una volta uscito fuori dal carcere, in questo modo ha rovinato la vita di molte persone, compresa quella di Abby che una volta scoperto ha perso la testa...Non posso darle torto.
Quando torno a casa sono ancora dolorante ma almeno riesco a camminare, Cameron mi aiuta lo stesso a raggiungere il divano tenendomi da un braccio, come se potessi cadere da un momento all'altro.
"Cam, capisco che ti preoccupi per me ma ce la faccio anche da sola"
"Quando sono stato ferito alla spalla mi sei stata dietro per mesi, adesso farò lo stesso con te Meggy" sembra più una minaccia che un'affermazione
"Non è necessario"
"Lo è invece, hai idea di quanto sia stato devastante per me vederti stesa a terra...In quello stato orribile" dice stringendo un pugno, i suoi muscoli sono evidentemente tesi
"So cosa significa" rispondo seria
"E so anche che non deve essere stato facile per te, ma c'è qualcos'altro vero?"
"No"
"Perfavore smettila con le cazzate, voglio la verità"
"Non ti sto nascondendo niente"
"Ho detto basta cazzate" dico con più decisione, guardandolo irritata
"Ed io ho detto che non ti sto nascondendo niente, perché non ti fidi di me?"
"Perché mi hai mentito troppe volte" grido in preda alla rabbia, spero che Samantha non ci senta dalla sua camera
"Lo sapevo, non mi hai ancora perdonato"
"Come posso farlo se continui a mentirmi?"
"Credimi, non vuoi sapere la verità" risponde più che sicuro
"Te lo sto chiedendo Cameron"
"È troppo dura da accettare"
"Non per me, ho imparato ad affrontare qualsiasi cosa, non ho più paura di niente" mi avvicino di qualche passo a lui, zoppicando
"No, non posso" dice scuotendo la testa
"Dimmelo" lo intimo
"No"
"Forza, dimmelo"
"No"
"Cazzo Cameron dimmelo" gli tiro una leggera spinta
"Ho detto di no" dice lui alzando il tono della voce
"Dimmelo, devi dirmi cosa mi nascondi"
"No...No...No" continua a ripetere disperato
"Merda, perché?" gli tiro un altra spinta e mi porto una mano tra i capelli. Cameron resta in silenzio, si guarda intorno nervoso e sospira, non lo capisco proprio. Ci sono alcuni attimi di silenzio in cui nessuno dei due dice niente, poi mi decido a saltargli addosso e gridare ancora più forte
"Dimmelo subito" lo prendo per la maglietta e lo sbatto contro il muro, infuriata
"Dimmelo, dimmelo...Dimmelo" sembrerò proprio una pazza adesso....Beh è così che mi sento, sono stanca di essere presa in giro dalle persone a cui tengo
"È stato Nash" risponde lui agitato
"Che?" mi fermo confusa
"È stato Nash...Ad incendiare casa vostra"
"No, perché l'avrebbe fatto?"
"È successo per sbaglio, stava bevendo a causa di Madison ed ha lasciato una sigaretta accesa sul pavimento, poi sono arrivato io a parlarti e l'ho trovato stravolto...Non volevo che lo vedessi in quelle condizioni quindi l'ho portato fuori e sono arrivato fino all'altro lato della strada" racconta senza guardarmi negli occhi, come se si vergognasse
"Ma tu mi hai chiamata quel giorno"
"Volevo sapere dove stessi, mi hai detto che eri tornata a casa ed ho pensato che ormai Nash era fuori pericolo...Poi ho visto il fumo in lontananza, all'inizio non pensavo fosse casa tua ed invece...Ho lasciato Nash lì e sono tornato da te" ascolto ogni parola attentamente, Cameron lo sapeva per tutto questo tempo e non mi ha mai detto niente, mi ha tenuto nascosto un segreto così grande per mesi...
"Ecco perché sei arrivato subito a casa, senza neanche sapere cosa stesse succedendo" dico allontanandomi da lui, sconvolta dalla sua storia
"Sì" dice con vergogna, toccandosi il braccio.
"Mi hai mentito ancora...Non cambierai mai, è solo per proteggere Nash" rido amaramente
"Mi dispiace, non volevo farlo ma Nash aveva bisogno di me..." Lo fermo
"Anche io, anche io" dico delusa, guardandolo dritto negli occhi, voglio che percepisca il mio dolore che adesso non è più solo fisico.
"Perdonami ti prego, non voglio che finisca ancora tra di noi" mi prega, nel tentativo di toccarmi. Io mi ritraggo e prendo un respiro profondo
"Ho bisogno di pensare"
"È stato un incidente Megan, non c'è niente a cui pensare"
"Un incidente che avrebbe potuto uccidermi, avrebbe potuto uccidere cupcake" grido allontanandolo con un gesto della mano
"E tu l'hai protetto, mi fai schifo" continuo indignata
"Ho sbagliato lo so ma..."
"Ma niente, è meglio se non parli" corro verso la mia stanza e chiudo la porta, sbattendola con forza, sono così arrabbiata...Così delusa, così...Non so neanche io come mi sento, so solo che vorrei sparire e dimenticare tutto, dimenticare Cameron.

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