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Mi porta nella sua nuova stanza e non si preoccupa neanche di chiudere la porta, mentre mi libera dei miei vestiti ed io faccio lo stesso con i suoi. Qualsiasi cosa stia per accadere, io voglio con tutta me stessa che accada. Mi butta sul letto e si posiziona sopra di me, lasciando ancora baci dolci ed intensi lungo il mio collo. Come può un suo semplice bacio farmi perdere completamente la testa? Sono contenta di avere lo stesso effetto su di lui visto l'insistenza con cui si muove contro di me.
"Dovremmo andarci piano" lo fermo tra un bacio e l'altro
"Sicura?"
"No" riprendo a baciarlo spostandomi sopra di lui sta volta, mi piace avere il controllo e non mi sembra infastidirlo, anzi i suoi occhi si illuminano nel sentire le mie labbra baciare il suo petto, per poi passare al suo collo fino alle sue labbra. Cameron geme ancora e si morde il labbro, in preda all'eccitazione. Sto per liberarlo dei pantaloni quando il campanello suona
"Aspetti qualcuno?" chiedo irritata
"No, potrebbe essere Barbara...Forse ha dimenticato qualcosa qui" risponde lui con altrettanto tono
"Vai a vedere, io aspetto"
"Mettiti questa" mi passa una delle sue magliette e corre fuori dalla stanza. La indosso divertita e mi guardo allo specchio, sono così bassa che la maglietta mi arriva fino alle ginocchia. Sorrido ed un brutto pensiero mi passa nella testa, e se fosse Armando alla porta? Già, perché tutti i killer suonano alla porta prima di ammazzare le proprie vittime. Vado a controllare per sicurezza ma non si tratta di Armando, né di Barbara...Ma di Bob
"Megan, da quanto tempo" dice lui guardandomi
"Bob, ciao" lo saluto freddamente
"Credevo vi foste mollati voi due"
"Infatti, senti papà non ho molto tempo, come puoi notare" risponde Cameron disperato, mi chiedo se abbia risolto tutte le sue divergenze con suo padre, ma a quanto pare direi di no
"Sarò breve allora, hai presente il padre di Barbara? Quella ragazza carina con cui uscivi, beh ha appena avviato una denuncia nei nostri confronti"
"Cosa?" esclamo io al suo posto
"A quanto pare non le va a genio che tu l'abbia lasciata senza motivo, ha denunciato la nostra azienda per truffa"
"Ma noi non abbiamo truffato nessuno, è tutta colpa mia" dice Cameron portandosi una mano nei capelli
"Infatti, almeno potevi lasciarla con un motivo valido, non in questo modo...A volte le donne sanno essere vendicative" rispondo incrociando le braccia al petto, Cameron mi rivolge un'occhiataccia
"Risolvi la situazione prima che sia troppo tardi, o sarò costretto a licenziarti" lo minaccia Bob prima di andarsene con passo svelto, tossendo una volta arrivato alla fine delle scale. Cameron chiude la porta e ci si appoggia disperato
"Se vuoi posso parlarci io con Barbara, infondo grazie a me tutti vanno a mangiare gli hot dog di suo padre" dico tentando di rassicurarlo
"Devo cavarmela da solo, per una volta"
"Come vuoi, ma io sarei stata molto più efficace"
"Smettila" dice ridacchiando e spingendomi leggermente
"Non fare il bambino" lo prendo in giro ricambiando la sua spinta
"Scusa, bambina"
"Questa bambina stava quasi per saltarti addosso poco fa"
"Perché non continui allora" mi attira a sé prendendomi dai fianchi e facendo scontrare le nostre fronti. Sorrido maliziosa e lo bacio, sta volta in modo più dolce e lento. Mi prende in braccio riportandomi sul suo letto, e rimettendosi sopra di me
"Vediamo, cosa potrei farti adesso" sussurra contro il mio collo, mordendolo poi leggermente. Socchiudo le labbra e lo guardo negli occhi eccitata, sto per rispondere quando il mio cellulare prende a suonare
"Ah, mettere il silenzioso no?" si lamenta Cameron
"Scusa, devo rispondere è John"
"John, ci ho parlato per soli due minuti e già lo trovo noioso, come hai fatto a sopportarlo durante tutto il pranzo?"
"sei solo geloso, poco maturo da parte tua" mi alzo in piedi e rispondo alla chiamata
"Sì, sono immaturo ma in amore chi non lo è?" grida mentre mi chiudo in bagno, rivolgendogli un sorriso esasperato.
"John, qualche problema"
"Nessuno, solo che ho dovuto anticipare il tuo provino, si terrà domani sera...Ti senti pronta?"
"Certo, domani è perfetto" se vuoi raggiungere un obbiettivo devi crederci davvero, ed io ci credo con tutta me stessa.
"Perfetto, a domani"
"A domani" sto per chiudere la chiamata quando la sua voce mi richiama
"Megan, ieri sono stato davvero bene con te, mi piacerebbe uscire ancora"
"Sono molto impegnata ultimamente" mento
"Spero troverai un po' di tempo per il tuo fan numero uno, ci vediamo" chiude lui per primo, lasciandomi spiazzata. Ecco qualcosa di cui è meglio non parlare a Cameron, so che non perderebbe la testa ma non voglio causargli altri problemi.
Esco dal bagno e me lo ritrovo davanti, si è rivestito
"Ti riporto a casa" dice indossando le scarpe
"È meglio sì, ma ho bisogno di un chiarimento prima..."
"Anche io"
"Stiamo insieme?" domando subito, senza mostrarmi agitata
"Stavo per chiederti la stessa cosa, non lo so tu sei..." non gli lascio il tempo di terminare la frase che lo bacio, sedendomi sopra di lui. Sorride una volta terminato il bacio
"Lo prendo come un 'sì Cameron, non vedo l'ora di tornare con te'" prova ad imitare la mia voce, ma i risultati sono scarsi
"Fai ancora pena ad imitarmi"
"Solo perché sei inimitabile" rido
"Come no" lascio un altro bacio al lato delle sue labbra e scendo da lui, pronta a tornare a casa, felice come non mai.
Entriamo in casa mano nella mano ma una volta dentro rimango immobile, Abby è seduta sul divano e ci guarda attonita
"Megan...E Cameron" dice sconvolta
"Abby, perché non sei in università?" rispondo imbarazzata
"Sono venuta a trovarti, ma a quanto pare sei già impegnata con il tuo ex"
"Sto andando via, ma è bello rivederti baby Grier" la saluta con un sorriso amichevole
"Ciao Cam" risponde Abby ricambiando il suo sorriso. Cameron mi da un ultimo bacio sulle labbra e se ne va, non posso credere che stia accadendo davvero
"Non ti farò domande su Cameron visto che so già tutte le risposte, dimmi perché non mi hai chiamata dopo il tuo incidente? Ho dovuto scoprirlo da Nash" dice Abby arrabbiata
"Non volevo allarmarti, soprattutto perché riguarda Armando e..."
"E cosa? Mio padre è morto a causa sua?" grida guardandomi truce
"Forse no, Armando non era a New York quando è successo, non è stato lui ad uccidere Karl" dirlo è strano e doloroso allo stesso tempo
"Ti prego, non farlo Megan...Io non voglio più saperne niente"
"Credevo volessi giustizia"
"Non lo so più, mi sento persa io..." si butta tra le mie braccia e scoppia a piangere come una bambina, vederla così triste ed arrabbiata mi rende altrettanto triste ed arrabbiata, Abby è la mia migliore amica da una vita e siamo legate fino a questo punto. Nash ci guarda dal corridoio con occhi di ghiaccio, spero non si ricordi del nostro bacio o sarebbe imbarazzante, soprattutto ora che sto con Cameron. Ricambio il suo sguardo ed aumento la presa su Abby, che piange ancora sulla mia spalla.
Si addormenta sul divano e Nash nella stanza di Samantha con lei, io invece resto sveglia a studiare il copione, non posso permettermi errori domani, dovrà essere tutto perfetto. Sarebbe più facile se solo i miei pensieri non fossero rivolti ad Armando e Cameron, più passano le ore e più ho paura che possa fargli del male, sono tentata da chiamarlo quando ricevo un suo messaggio
Da Cameron:
"Sto bene, e tu?" sembra quasi mi abbia letto nel pensiero
Da Megan:
"Anche io, non preoccuparti" invio il messaggio ed aspetto la sua risposta che però non arriva, ed ecco che la paura torna, come devo fare ad affrontare questa nottata?. Scendo in cucina per bere un bicchiere d'acqua, il rumore delle foglie degli alberi che si muovono al vento è l'unico suono udibile. È tutto così calmo, vorrei che ogni notte fosse così tranquilla, mi addormenterei subito se non fosse per l'ansia costante verso Cameron e Samantha. Chiudo il frigo e mando un grido trovandomi Armando davanti, mi tappa la bocca e mi sbatte contro il muro tenendomi stretto il braccio e puntandomi un coltello al collo
"Zitta, non dire una parola, non sai per quanto tempo ho aspettato questo momento" dice con un tono agghiacciante, il mio cuore batte velocemente nel petto ed il mio respiro si fa sempre più accelerato, non ho la forza di ribellarmi o di di parlare, ma vorrei tanto spingerlo via. Con tutte le mie forze gli tiro un calcio e corro verso il salotto, lui mi segue e proprio mentre sto per afferrare il telefono mi blocca, afferrandolo il polso e girandomi verso di sè. Mi ritrovo con la schiena a terra dimenandomi disperatamente
"Lasciami" grido
"Oh Meggy, non voglio lasciarti" risponde posando la lama fredda del coltello contro la mia gola, poi sento solo il sangue colare lungo il mio corpo ed un dolore insopportabile, non posso più gridare o dire qualsiasi cosa. Armando ride soddisfatto e sta volta mi colpisce proprio al petto. Mi sveglio di soprassalto nel mio letto, con il copione posato sulle gambe. Ho la fronte sudata ed il mio cuore va a mille. Sento Samantha piangere dalla sua camera e la voce di Nash che tenta di calmarla. Corro subito lì e mi guardo intorno, la finestra è aperta
"Sam, che succede?" dico abbracciandola "non lo so, mi sono svegliato sentendola piangere e la finestra era aperta" risponde Nash spaventato
"Armando, deve essere stato lui...Cazzo, devo fare qualcosa per proteggere Sam" dico agitata
"Portala da Kim per un po', se proprio lo trovi necessario"
"Hai ragione, devo farlo" rispondo accarezzandole la schiena, mentre continua a piangere contro di me.

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