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Mi sveglio la mattina dopo senza trovare Cameron al mio fianco, ma in compenso c'è un vassaio con un cornetto al cioccolato penso ed un cappuccino di Starbucks. Prendo il mio cellulare ed apro l'ultimo messaggio ricevuto
Da Cameron:
"Avrei voluto scriverti un biglietto ma adesso esistono i cellulari quindi, sono a lavoro ma tornerò per le sette ed ho intenzione di portarti a cena, a dopo. Goditi la colazione" sorrido nel leggere ciò che ha scritto, questo ragazzo non cambierà mai. Dopo aver mangiato ed essermi vestita chiamo mia madre, sperando che sia in casa e che tutto vada bene
"Megan, grazie al cielo mi hai chiamata" risponde lei
"Ciao mamma, come sta Samantha?"
"Benissimo tesoro, pensa un po' adesso mi sta mettendo lo smalto ai piedi"
"Lo smalto? Ma ha solo tre anni"
"Io a tre anni apparivo già sulle copertine di 'bimba moderna', non è mai troppo presto per imparare il buon gusto"
"Come vuoi, potresti passarmela?"
"Ma certo, Sam c'è la mamma al cellulare" in pochi secondi sento la voce della mia bambina
"Mamma, mi manchi tanto" dice con tono dolce
"Amore, anche tu mi manchi, ti prometto che presto ti riporterò a casa"
"La nonna dice che mi hai lasciata qui perché l'uomo cattivo vuole farmi male"
"Quante volte ti ho detto di non chiamarmi nonna? Mi fa sentire vecchia, chiamami Kim" sento gridare mia madre
"Non ascoltare ciò che dice tua nonna, va tutto bene" rispondo preoccupata
"Kim" grida ancora lei, scuoto la testa esasperata
"Ci sentiamo dopo piccola, ti voglio bene" la saluto rattristata
"Ti voglio bene mamma" risponde prima che io chiuda la chiamata.
Raggiungo la centrale di polizia ed aspetto che Carlos mi lasci entrare nel suo ufficio, nonostante non mi mi piaccia molto il suo tono credo sia l'unica persona in questo momento davvero in grado di aiutarmi.
"Ciao Megan, grazie di essere venuta" dice lui sistemandosi sulla sua sedia
"Non avevo molta scelta" rispondo prendendo posto davanti a lui
"Giusto. Ho una buona notizia per te oggi" "davvero?" chiedo sorpresa, di solito non ricevo mai buone notizie
"Diciamo che è il tuo giorno fortunato, siamo molto vicini a trovare Armando, uno dei suoi vecchi amici, un certo Carter, ci ha contattati dicendoci che l'ha avvistato in banca ieri, stava prelevando dei soldi"
"Perché non l'ha fermato?"
"Non sapeva che fosse ricercato dalla polizia, l'ha scoperto solo ieri sera. Presto riusciremo a prenderlo vedrai"
"Non sai quanto mi rende felice, sai ho appena ottenuto il ruolo di protagonista in un film e non vorrei che Armando rovinasse tutto" dico sollevata
"Non sapevo recitassi"
"Scusami? Io sono l'hot dog più famoso di New York, ma la guardi almeno la televisione?" dico sconvolta dalla sua ignoranza sull'argomento
"Ah...Comunque, Carter è qui se vuoi fargli qualche domanda" cambia discorso
"Perché no" rispondo.
Carter è un ragazzo alto e dai tratti asiatici, credo abbia la mia stessa età
"Quindi tu frequenti la Columbia?" dico interessata
"Sì, ma cosa c'entra questo con Armando?"
"Niente. Dimmi quindi, conosci Cameron Dallas? È il mio fidanzato, un tipo ok"
"Non mi sembra, scusa non capisco...Credevo di essere qui per Armando" risponde perplesso
"Infatti, Megan" dice Carlos guardandomi di traverso
"Sì scusa, hai detto di averlo visto in banca ieri, ma sei proprio sicuro fosse lui?"
"Certo che lo sono"
"Bene, domande finite, io torno a casa" dico alzandomi in piedi
"Ma..." Carter si interrompe troppo sconvolto per dire qualcosa mentre cammino fuori dall'ufficio senza rivolgergli un altro sguardo.
Sto tornando a casa quando sento come se qualcuno mi stesse seguendo, mi volto ma non vedo niente, solo una strada vuota. Ritorno sui miei passi ma un rumore alle mie spalle attira la mia attenzione, mi fermo e resto immobile, non devo avere paura.
Mi giro di nuovo ma sta volta più lentamente, il mio cuore batte più veloce ad ogni mio movimento. Una volta girata del tutto rimango sorpresa nel non vedere nessuno, per un attimo stavo perdendo la testa, ed in realtà ho immaginato tutto.
"Ciao Megan" dice qualcuno toccandomi la spalla
"Lucas" rispondo riconoscendo subito la sua voce
"Che sorpresa trovarti in giro...E da quanto tempo non ci vediamo" dice lui con un sorriso quasi agghiacciante
"Pensavo fossi tornato a Portland l'anno scorso" dico allontanandomi da lui il più possibile
"L'ho fatto, poi ho deciso di tornare a New York, questa è la mia vera casa"
"Buon per te, ma adesso cosa vuoi dalla sottoscritta?"
"Ti ho vista ed ho pensato di salutarti, visto che grazie a te la mia vita è diventata un completo inferno" risponde più che serio
"Non capisco"
"Come non ricordi? Quando per colpa tua ho dovuto gettare tutte le mie bambole di porcellana, le mie bambine"
"Non è stata solo colpa mia, anche Cameron, Abby e Nash hanno collaborato"
"Hai voglia di scherzare?" dice muovendosi di un passo verso di me
"Hai ragione, il mio sarcasmo a volte può essere fastidioso ma non posso farne a meno" mi guarda dritta negli occhi in preda alla rabbia. Resto in silenzio prima di indietreggiare ancora, finché non corro via il più veloce possibile, evitando di girarmi a controllare se lui mi stia seguendo. Mi fermo in un vicolo per riprendere fiato, sarei stata proprio una stupida a restare lì con quel maniaco, è come se tutti i fantasmi del mio passato stessero tornando alla luce per rovinare quel poco di felicità che mi resta, mi chiedo per quanto tempo potrò ancora resistere a tutto ciò. Cameron arriva con la sua moto, l'ho chiamato subito chiedendogli di venirmi a prendere
"Lui dov'è?" dice Cameron infuriato
"Non lo so e non mi importa, ti prego andiamo via" dico prendendo posto dietro di lui
"Ti ha toccata?"
"Sono scappata prima che potesse farmi qualsiasi cosa"
"Ci mancava solo Lucas il maniaco delle bambole, tra l'altro adesso non sta più con Elizabeth quindi non ha motivo di comportarsi bene con noi" risponde Cameron prima di partire
"Spero di non rivederlo più" dico appoggiando la testa contro la sua spalla, so che in realtà Lucas continuerà a tormentarmi ed io dovrò conbattere ancora.
Cameron mi porta a casa sua e mi sistemo sul divano, portandomi le ginocchia al petto
"Vuoi qualcosa da bere?" chiede mentre apre alcuni cassetti in cucina
"Solo acqua" rispondo sospirando
"Arriva subito Meggy" dice sorridendomi, io abbasso lo sguardo e tento di reprimere un sorriso
"Ecco" mi passa un bicchiere d'acqua e resta in piedi a guardarmi
"Non fissarmi così, è inquietante" dico dopo aver bevuto un sorso
"Scusa, è che sei troppo bella"
"Mh, certo" rido di fronte alla sua frase sdolcinata
"Sono serio, sei bellissima"
"Beh grazie allora" dico sarcastica
"'grazie Cameron, anche tu sei stupendo'" imita la mia voce
"Non direi mai una cosa simile"
"Mi spezzi il cuore così" ridiamo entrambi e mi rendo conto di quanto dolce possa essere Cameron, insieme ci sistemiamo e sappiamo come farci tornare il sorriso, lui con me ci è appena riuscito. Si siede al mio fianco e sposta alcune ciocche di capelli dal mio collo osservandolo poi attentamente. Lascio che mi baci ed inarco la testa per facilitargli il compito
"Guardami" dice costringendomi a guardarlo e puntando i suoi occhi scuri nei miei. Provo un brivido lungo il collo e socchiudo le labbra pronta a baciarlo, non voglio più aspettare. Mi precede alzandomi il mento con un dito per poi baciarmi sulle labbra. Chiudo gli occhi e ricambio il suo bacio con passione, toccandogli una guancia con la mano. Geme quando mi sposto sulle sue gambe ed incomincio a lasciare dei baci lungo il suo collo, mordendolo in alcuni punti.
Poso la testa contro il suo petto e lo accarezzo, restiamo entrambi in silenzio ma non serve parlare dopo il momento che abbiamo condiviso.
"Nash mi ha baciata" dico tutto d'un tratto, non ho più intenzione di nasconderglielo
"Cosa?" risponde incredulo
"Hai capito"
"Impossibile...Lui...No" incomincia ad agitarsi
"Aveva bevuto ed io non sapevo che fare, noi non eravamo ancora tornati insieme" provo a calmarlo
"E tu? Hai ricambiato?" forse non avrei dovuto dirglielo
"Può darsi"
"Eri ubriaca anche tu?"
"Ti pare"
"Dio, che idiota che sono" scende dal letto arrabbiato e si riveste
"Che problema c'è? Quando ci siamo rivisti stavi con quella Barbara ed io non ho detto niente, non puoi prendertela per uno stupido bacio"
"Uno stupido...Cazzo tu sei fuori" mi lancia la mia maglietta addosso rosso dalla rabbia
"Prova a rifarlo" lo minaccio
"Vattene" risponde sostenendo il mio sguardo minaccioso
"Ed io che ho provato ad essere onesta con te, mi sono sbagliata sei sempre il solito ragazzino" mi vesto ed esco dalla stanza, sono stata proprio una stupida. Prima di uscire da casa sua mi volto, Cameron è ancora fermo davanti alla porta della sua camera e guarda verso un punto indefinito della stanza. Me ne vado senza dire altro e sbatto la porta con forza, ora posso sentirlo gridare e gettare qualcosa all'aria, almeno non l'ha fatto mentre c'ero ancora io con lui. Corro via evitando di piangere, ormai è come se non avessi più lacrime, le ho sprecate tutte negli ultimi anni, ed ora sono semplice persa.

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