Capitolo 83: "Provocazione e condizione"

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Queste poche giornate con Ryan sono trascorre all'insegna della spensieratezza e della felicità allo stato puro, ma è arrivato inesorabile il momento di separarci, lui deve rientrare in Italia per la fisioterapia, e io domani avrò la prima simulata d'esame.

Il tragitto, lungo tutta la strada che da casa arriva all'aeroporto, lo passo in silenzio, concentrata sulla strada, i miei pensieri e i miei sentimenti tormentano la mia testa e il mio cuore, e senza rendermene conto raggiungiamo prima del previsto la nostra destinazione, lo lascio all'ingresso mentre cerco parcheggio. Lo raggiungo subito dopo, mi stringo a lui, lui ricambia l'abbraccio nel modo più vigoroso e dolce possibile.

"Bimba ti amo tantissimo"

"Anche io"

"Dai ci rivedremo presto, cercherò di liberarmi, oppure potresti tornare tu tra qualche settimana"

"Vedremo" rispondo incolore.

So che stiamo parlando di tutto e di niente, e sono consapevole che non è colpa di Ryan, ma la delusione, la tristezza hanno preso il sopravvento.

"Ally devi essere lucida per domani quindi non puoi permetterti di intristirti e di lasciare spazio a pensieri negativi"

"Vorrei che fosse facile..."

"Non lo è, se potessi ascoltare la mia parte ribelle non partirei stasera e resterei con te, ma devo riprendere la fisioterapia per non bruciare i risultati ottenuti fino a qui"

"Lo so, non è questo è solo che...
Mi ricordo di te, in ogni dettaglio: i tuoi capelli ribelli, i tuoi occhi sinceri e profondi, la tua splendida bocca e quel sorriso che mi rassicura tutte le volte... ma spesso quando chiudo gli occhi e ti immagino, il tuo riflesso è lì, a tratti sfuocato, e più cerco di metterlo a fuoco e più capisco che sto perdendo dettagli preziosi della tua immagine perché siamo lontani... troppo"

"Non pensarci, ti prometto che non succederà nulla, saremo assidui nello sentirci via skipe, ti darò il tormento, è una promessa, non mi perderai."

"Ti amo".

Chiamano il suo volo, lo lascio andare, non senza prima aver divorato le sue labbra con tanta passione.
Lo saluto con un gesto della mano, e resto in quella posizione, con la mano sventolante finchè lui non sparisce in fondo al corridoio dietro la porta scorrevole.

È partito. il mio uomo è partito per davvero. Sono triste, sento un vuoto a schiacciarmi il cuore, finalmente posso dar libero sfogo alle lacrime che ormai scendono incontrollate. Sono anche felice, ci siamo ritrovati e il nostro rapporto non sembra aver risentito della distanza, l'alchimia provata da entrambi sin dal primo sguardo, dal primo sorriso, con il primo abbraccio dopo tanto tempo, è una sensazione che mi riempie di speranza: l'abbiamo già fatto una volta possiamo sopportare la distanza ancora e ancora.

Confusa torno a casa e mi rintano sotto le coperte, passerà anche domani.

... ... ...

Sono passati altri mesi, sto provando l'assolo di "Cigno Nero", sono parecchio concentrata, all'improvviso una voce alle mie spalle:

"Mmm passabile... quasi banale aggiungerei!"

"Prego?"

"Ad un passo da te"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora