Capitolo 1

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Era da ben un'ora che aspettavo il treno, sarebbe dovuto passare alle 9.30 ed erano appena scattate le 10.30. Perché i treni dovevano sempre ritardare?

Decisi di alzarmi dalla panchina quando il mio stomaco brontolò ricordadomi di non aver ancora fatto colazione. Da lontano vidi un distributore automatico e decisi di andare a dare un'occhiata.
Mentre camminavo mi sentiì picchiettare la spalla, mi voltai e mi ritrovai davanti un ragazzo con i capelli di un biondo acceso e due occhi azzurri come il cielo.

"Hai dimenticato questo sulla panchina." Mi disse porgendomi il libro

"Oh, grazie mille." Lo presi e feci per andarmene, ma la sua voce mi fermò.

"Piacere Niall." Allungò la sua mano verso di me, con un piccolo sorriso stampato in faccia.

"Claire" dissi ricambiando il suo dolce sorriso. Dalla faccia sembrava un ragazzo molto simpatico, oltre ad essere molto carino.

"Qual è la tua destinazione?" Mi chiese, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.

Ha voglia di parlare...pensai.
"Holmes Chapel" dissi senza pensare, ripensandoci subito dopo, era pur sempre uno sconosciuto e non avrei dovuto dirgli dove fossi diretta.

Lui sgranò gli occhi, ma si ricompose subito dopo aver notato la mia faccia confusa
"Da sola?" Mi chiese nuovamente con un tono a dir poco sorpreso, per quale assurdo motivo si stava comportando così?

"Si?" Mi guardai attorno, per fargli capire che non avevo nessuno a farmi compagnia.

"Io abito laggiù." Mi disse sistemandosi quell'ammasso di capelli.
"E ti assicuro che se non conosci nessuno, in quella città farai poco e niente." Dopo questo dolce incoraggiamento, aggrottai la fronte assumendo un'espressione sospettosa.

"Io posso aiutarti se vuoi." mi disse imbarazzato, grattandosi il collo
 
"Non ti conosco neanche." Gli risposi ovvia. Insomma...l'avevo conosciuto 5 minuti fa e già voleva aiutarmi?

"Mi conoscerai con il passare del tempo. Non ho intenzione di farti del male o cose del genere." Alzò le braccia in aria per poi riabbassarle subito, mi sarei dovuta fidare?

Mia zia diceva di "vivere la vita vivendola", ma mi sarei dovuta fidare di uno sconosciuto con cui avevo parlato a malapena in una stazione?

No, non mi sarei dovuta fidare. Ma dalla mia bocca uscì tutt'altra cosa

"Come hai intenzione di aiutarmi?" Vidi spuntare un debole sorriso sul suo viso, prima di incominciare a spiegarmi.

"Abito in un appartamento. Divido le spese con un mio amico e stavamo giusto cercando qualcuno che potesse vivere con noi...sai...per pagare le bollette e tutto il resto." No aspetta, un altro ragazzo?!

"So che l'idea di condividere una casa con due ragazzi non ti eccita particolarmente, ma tu avrai la tua camera e il tuo bagno. L'unica cosa che condivideremo sarà il soggiorno e la cucina. Siamo dei ragazzi normali, non ti faremo del male e ti lasceremo il tuo spazio."

Non smetteva più di gesticolare, era buffo vederlo impacciato e anche un po' imbarazzato, però ciò che aveva detto mi lasciò un po' perplessa. Non è da tutti i giorni ritrovarsi in queste circostanze. E poi, perché lo stava chiedendo proprio a me?

Non so perché e  con quale coraggio mormorai un "accetto".

Ovviamente subito dopo incominciai a farmi mille paranoie. Avevo fatto la scelta giusta?

A interrompere i miei pensieri fu proprio Niall che mi richiamò per avvisarmi che il treno stava arrivando.
 
Appena si fermò salimmo su di esso per poi sederci uno difronte all'altro.
Appoggiai lo zainetto e la valigia sul posto di fianco a me e mi voltai verso di lui.

"Perché lo hai chiesto a me?" Volevo una risposta, anche se ormai era troppo tardi.

"Non lo so, sei una ragazza..." Alzò le spalle.

"Che significa sono una ragazza?" Aggrottai le sopracciglia incrociando le braccia sotto il seno.

"No ehi non hai capito. Holmes Chapel può sembrare una città tranquilla, ma ti assicuro che non lo è." Lo guardai, come per incitarlo a finire il discorso. Sospirò e riprese a parlare.

"Avevi bisogno di aiuto, ed io pure. Non conosci nessuno laggiù no?" Si abbassò gli occhiali sulla punta del naso, guardandomi dal basso.
"Non ti ho mai detto che non conosco nessuno..." cercai di rilassai sulla sedia, anche se era davvero scomoda ed io ero molto tesa.

"Beh me lo hai fatto capire. Avevi il volto spaventato e niente. Ti ho voluto aiutare, diventeremo ottimi amici...vedrai." Mi sorrise di nuovo. Un sorriso sincero e rassicurante. Annuiì e iniziammo il viaggio in silenzio, constatando che non avevo ancora mangiato niente.

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