Capitolo 32

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Ormai era pomeriggio e non riuscivo a smettere di pensare a quello che mi aveva detto l'altra sera.

Anche da ubriaco era bipolare e ovviamente , dopo quelle parole, si alzò di scatto lasciandomi lì fuori da sola.
Mi sarei dovuta aspettare una cosa del genere, anche se infondo ci speravo...come sempre.

Ero nella stanza con Sissie che sembrava praticolarmente nervosa ed irritata, dato il suo continuo torturarsi le mani ed il camminare in su e in giù.

"Mi fai venire il mal di mare." Ironizzai, ricevendo una risposta un po' scorbutica.
"Non sei in mare, non è possibile che ti venga." Mi indicò mentre continuava a camminare.
"Stavo scherzando." La mia voce si incupì, non capendo il perché di quella sua risposta a tono.
"Scusa, non volevo." Si fermò di scatto per massaggiarsi le tempie, probabilmente, doloranti.

"Che hai?" Chiesi interessata, asciugandomi il leggero sudore dietro la schiena.
"Non lo so..." sbuffò guardandomi "ho solo una brutta sensazione." sospirai, cercando di non far trapelare la preoccupazione che si stava facendo spazio dentro di me dopo quella frase.

"Alex?" Mi guardai intorno vedendo il dito di Sissie indicare dietro di me.
Quella ragazza non stava un minuto ferma.

Stava facendo pratica con un sacco che stava ormai rischiando di cadere a terra dati i forti pugni e calci che gli stava scagliando contro.

"Che ne dici se uscissimo insieme oggi?" Proposi notando un piccolo sorriso crescere sul viso di Sissie.
"Sentiamo anche Alex" aggiunsi prima che le sue braccia mi avvolgessero in un abbraccio spontaneo ed inaspettato.

"Ti senti bene?" Scherzai ricordandomi quanto odiasse il contatto fisico.
"Mi sei mancata." Sussurrò, stringendola, di conseguenza, più vicina a me.
"Anche io voglio un abbraccio!" La voce ed i passi di Alex si fecero sempre più vicini, fino ad unirsi completamente a noi.

Ci staccammo poco dopo per organizzarci per il pomeriggio.
Ovviamente avevano deciso di andare al centro commerciale ed acconsentii anche se un po' contraria.

Il tempo di farmi una doccia ed indossare qualcosa di comodo e fummo già fuori da quella camera, dirette verso il centro commerciale.
"Ma alla fine con Bradley come è andata?" Mi balzò improvvisamente questa domanda, non avendone più parlato dopo la festa.
Sissie mi guardò con un sorrisetto sghembo, per poi tornare con lo sguardo sulla guida.

"Ci scriviamo." Alzò le spalle come se niente fosse, le diedi un piccolo pugno sul braccio sorridendo.
"E basta?" Intervenne Alex, mostrando la sua faccia dai sedili posteriori.
"Siamo usciti insieme ieri, siamo andati un po' in giro e abbiamo cenato in un ristorante carino." Il sorriso non lasciò mai la sua faccia, facendolo crescere anche sulla mia.

"Ti piace molto questo ragazzo eh!" Quasi urlò Alex, continuando a muovere il braccio dell'amica.
Una macchina suonò prepotentemente vedendola arrivare in contrososenso nella strada, palesemente a senso unico.

Mi feci scappare un grido prima che Sissie sterzasse, riuscendo a schivare quella stupida auto, rischiando di entrare in un garage di uno sconosciuto.
"Brutto pezzo di merda!" Urlò dal finestrino, scendendo poco dopo.

"Perché non scendi eh! Così facciamo due chiacchiere!" Sbraitò, sbracciando come non mai e attirando l'attenzione di alcuni passanti.
"Sissie sono andati, prova a calmarti." Le disse Alex, uscendo entrambe dall'auto per toglierla dalla strada.

"Calmarmi?" Chiese indicandosi "Mi stai dicendo di calmarmi mentre sono incazzata nera?" Urlò di nuovo, tenendo le braccia tese verso i fianchi ed i pugni ben serrati.

"Allora continua ad urlare, appena hai fatto ci trovi in macchina." Rientrammo nell'auto aspettando che la nostra amica si calmasse.

La vidi fare un paio di respiri per poi fare la stessa cosa che avevamo fatto noi.
"Abbiamo rischiato di morire." Sussurrò la rossa tendendo ben saldo il volante. "Ma non ci è successo niente, siamo tutte intere." Posai una mano sulla sua spalla sorridendole amichevolmente.

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