Capitolo 54

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"Abbassa la pistola Nicole." Ringhiai, sentendo la pistola poggiarsi sul mio stomaco.
"Può bastare." La voce di Clayton mi fece distogliere lo sguardo dalla ragazza bionda. L'uomo fece la sua entrata, non tagliando mai il contatto visivo.

"Era un'altra prova?" Si innervosì la rossa, avanzando.
"Esatto, dovete essere pronti in qualsiasi circostanza. Il tempo sta scadendo." Disse mentre aiutava Ryan ad alzarsi da terra mezzo dolorante.

Nicole continuò a fissarmi con i suoi dannatissimi occhi, mantenendo il suo solito atteggiamento di sicurezza.

"Non avrei dovuto lasciarti andare, non credevo diventassi così bello." Avanzò pericolosamente verso di me.
"Passi indietro mia cara, è off limits." La frase di Sissie fece spuntare un piccolo sorriso sulla mia faccia, cosa che notò anche la ragazza di fronte a me.

Fece dei passi indietro, confusa, mentre Sissie, con la mano contava i passi che avrebbe dovuto fare la bionda.
"Forse sei esci è meglio." Continuò, fingendo un sorriso, mentre Ryan e Clayton uscivano dalla stanza.

"Rimango qui." Disse fermamente la bionda.
"Ragazzi ma dove siete finiti?" La voce di Zayn, però, attirò in pieno la mia attenzione, appoggiando la mano sullo schienale.

"Perfetto, a più tardi." Chiuse lì la chiamata. Per poi aspettare con ansia il loro rientro.

CLAIRE'S POV
Il dolore al fianco aumentava sempre di più, anche se cercavo di nascondere il dolore stringendo il labbro inferiore tra i denti.

Alzai di poco la maglia e vidi già una grande macchia viola farsi spazio su tutto il perimetro su cui avevo battuto, mi sarebbe sicuramente venuto un grande livido.
Proprio come al gomito, anch'esso leggermente screpolato e ricoperto di croste.

"Claire? Dormi?" Risposi mormorando negativamente alla domanda di Liam, vedendolo sospirare.
"Dovresti riposarti un pochino, c'è qualcosa che non va?"

"Sto bene, solo un po' di dolori in quà e in là." Dissi sincera.
"Hai fatto un bel volo." Affermò seriamente. Risi al suo modo di esprimersi, per poi vedere un dolce sorriso incorniciare il suo viso, evidenziando ancora di più le guance paffutelle che lo rendevano ancora più tenero di quel che era già.

"Peccato che io non sappia volare..." lo vidi alzare gli occhi al cielo alla mia battuta, continuando il ritorno verso casa con più tranquillità, lasciandomi cullare dalla macchina.

***

"Ragazzi!" La voce acuta di Sissie ci accolse insieme a tutto il suo entusiasmo. Trasmettendoci, in un solo abbraccio, tutta la sua preoccupazione.

Mugugnai appena quando si scontrò con la mia spalla, anch'essa probabilmente stava risentendo la caduta di qualche ora fa.

"Che hai? Stai bene?" Incominciò subito a preoccuparsi. "Sono caduta e ho qualche dolore."

"Andiamo in infermeria." Intervenne Harry, spostando di poco la mia amica che lo guardò con rimprovero.
Acconsentii alle sue parole, seguendolo.

Mi meravigliai di quanta freddezza esprimesse quel ragazzo. Ero appena tornata da una missione e questa era il suo modo di darmi il bentornato a casa?

Sospirai, guardando i miei piedi per tutto il piccolo e breve tragitto.
Arrivati in infermeria, dopo le varie "verifiche", mi avvisarono solo di alcuni ematomi e di curarli con delle pomate specifiche che però avrei dovuto comprare in farmacia.
Dopo aver ringraziato la gentile signora, uscimmo dalla stanza, un po' più tranquilli di prima.

"Posso sapere che ti prende?" Feci scontrare le mani sulle gambe, fermando i miei passi.
Svogliatamente si voltò verso di me e, avendolo visto accennare un'alzata di occhi, mi misi sulla difensiva incrociando le braccia al petto.

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