Capitolo 64

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Mi chiamo Holmes Chapel__Wattpad.
In questa pagina vi aggiornerò su tutto🦋

HARRY'S POV
Da quel giorno non ho più creduto nell'amore...o almeno, mi sono ricreduto.

Da quel giorno ho capito che si prova amore solo per un determinato periodo e, al termine di questo periodo, siamo talmente abituati a rimanere al fianco della stessa e singola persona che la vera fiamma, per cui abbiamo perso la testa, si spegne...facendo rimanere solo le ceneri.

Per me la fiamma era l'amore e le ceneri l'abitudine.

Il problema è che la fiamma, prima o poi, si spegne, ma se le ceneri non vengono mai tolte...rimangono per sempre.

Ognuno ha il proprio passato e i propri problemi. E questo è il mio: la fiducia.

Come è possibile fidarsi realmente di una persona?
L'uomo è un essere imperfetto. Creato per distruggere, volntariamente o involontariamente che sia, ciò che lo circonda credendo di farsi del bene anche se, detta con tutta sincerità, non ha idea di cosa ci faccia realmente al mondo.

Qual è lo scopo dell'uomo? Il successo? Il potere? Oppure la felicità?

Cos'è la felicità per l'uomo? Ottenere il proprio scopo...ma se il proprio scopo è il successo significa realmente che è felice?

Io credo che l'uomo non potrà mai essere realmente felice. Perché?
Semplice, perché è avido.

L'uomo è l'avidità.

Il volere sempre di più, il sentirsi più forti, essere migliori. Ma perché?
Chi ha stipulato questi canoni...questi fattori che ormai caratterizzano l'uomo dalla preistoria?

Perché è stato creato l'uomo?
Perché, perché, perché.

Continuavo a farmi milioni di domande, cercando di rispondermi in modo sensato mentre guardavo il soffitto e fumavo nella stanza rossa, sopra il divanetto momentaneamente vuoto.

Tutte queste domande, in realtà, erano solo una via di fuga dell'unica domanda che mi tormentava veramente.

"Perché sei qui?" La voce di Sissie interruppe i miei pensieri. Il suo corpo cadde pesantemente sul divanetto difronte a me...la birra in una mano e la sigaretta in bocca appena accesa.

"Da quanto fumi?" Sbiascicai, guardando le tre bottiglie di vodka davanti ai miei occhi posate sul tavolincino di vetro posto davanti a me.
"Non mi hai risposto."  Continuò, facendo un tiro dalla sigaretta.

Sbuffai, alzando gli occhi al cielo e appoggiando la testa allo schienale del divano.

"E non credo mi risponderai mai." Sussurrò.
"Cosa vuoi?" Chiesi ringhiando, già stanco della sua inutile e noiosa presenza.

"Farmi i cazzi miei, ma non ci sono altri divani liberi." Si guardò intorno, rispondendomi ironicamente.

"Potresti farti semplicemente i cazzi tuoi anche stando seduta difronte a me, nessuno ti obbliga a parlarmi." Dissi acidamente, prendendo l'ultima sigaretta dal pacchetto e gettandola sul tavolo.

Sbuffai non appena mi resi conto di aver lasciato l'accendino in camera.

La mano di Sissie si alzò mostrandomi il suo accendino rosso. Con una mossa secca me lo tirò.
Non riuscii, però, a prenderlo...troppo ubriaco per fare una cosa del genere.
Per fortuna mi cadde tra le gambe, lo presi e mi accesi la prima e ultima sigaretta della serata.

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