Capitolo 12

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Arrivammo alla sua auto in qualche secondo.

Se fosse stato cosciente avrebbe di sicuro obiettato.Ero al volante,e lui di fianco a me.

"Ho caldo" Avevo capito.Avevo capito tutto.Caldo,sensazione di piacere,prurito.

Overdose.

"Togli la maglia." abbassai i finestrini.

Ero abbastanza irritata.Aveva confermato l'idea che avevo su di lui.Che gran coglione.

Scesi e lo tirai velocemente,facendolo anche scivolare.Ma di sicuro non avrebbe sentito niente.

L'unica cosa che in quel momento percepiva era la sensazione di piacere mischiata alla nausea.

'Se mi vomita addosso,gli spaccherò la testa'

Aprìi di corsa la porta.

Erano passati solo due minuti.Li cronometravo come se fossero infiniti.

'Se fosse morto davanti a me...' ' no cazzo,non voglio pensarci.'

Arrivai in bagno di  casa mia e gli iniettai il contenuto della scatola gialla.

NARCAN; questo era il nome della lotta per la salvezza.Una guerra di qualche ora tra la vita e la morte.

Come se tutto fosse su un filo invisibile.

Di solito erano le ragazze che lottavano per lui.Ora era lui a lottare per se stesso.Che grande cazzata no? Eppure era così.

Presi un'altra scatoletta gialla e la portai con me.Speravo che almeno a casa sua avesse avuto una siringa.

Furono i 15 minuti piú estenuanti della mia vita.

Viaggiammo per venti minuti senza sosta.

"no cazzo" vomitò in quella maledetta macchina.

"ma cazzo,volete fare tanto i forti e poi vomitate anche l'anima" appena fermai l'auto,lui aprì la porta e vomitó sul marciapiede.

La gente guardava prima lui e poi squadrava me,come se la causa fossi io. Io ero sempre la colpevole.

"dove abiti?"

Mi disse l'indirizzo e mi avviai lí.

"oh cazzo! cazzo no!Porca puttana!"appoggiò la testa al finestrino e per qualche secondo temetti fosse morto.

'Ma porca troia,tutte a me??'

"ohhhh""ohhh svegliati" "ohh"lo scossi un bel po' prima di sentire il suo respiro affannato.

Dedicai un sospiro di sollievo al silenzio che ormai aveva invaso la macchina.

Eravamo arrivati.

Parcheggiai l'auto e aprìi il suo sportello.

"Oh svegliati siamo arrivati" cercai più e più volte di svegliarlo.Applaudii.Gli diedi qualche schiaffo.Imprecai quá e lá per la perdita di tempo.Ma niente,di svegliarsi proprio non voleva saperne.

Decisi si trascinarlo,tanto comunque non si sarebbe svegliato.

Presi le chiavi dal suo pantalone ed entrammo.

"Minchia che casa"

Lo lasciai e andai ad esplorare l'abitazione .Stanza dopo stanza.Metro quadro per metro quadro,e quando trovai la sua camera rimasi stupita.

Era enorme.Letto matrimoniale.Armadio infinito.E una spada sulla parete.

"Maledetto figlio di papá"

Ritornai in salone,era steso sul divano.Il suo viso aveva riacquistato colore e il suo respiro era tornato regolare.

Prima di andare lasciai un bigliettino sul tavolo con lo scatolo del Narcan di fianco.

'LA PROSSIMA VOLTA,PRIMA DI FARTI ASSICURATI CHE TU NON SIA UN DEBOLE DEL CAZZO'

Uscii e mi chiusi la porta alle spalle.

'Fantastico!Devo farmela pure a piedi'

Mi diressi  verso casa.

Non avevo alcuna intenzione di pensare a niente.Iniziai a fumare la prima sigaretta del pacchetto e arrivai a casa, dopo mezz'ora,con il pacchetto quasi finito.

'Oh Marlboro Marlboro,voi siete il mio tranquillante'

Ero così sola che ormai avevo imparato a parlare con le sigarette.Risi come una cretina all'idea di conversare con le cose.Magari se avessero potuto rispondermi mi avrebbero ringraziata perché grazie a me la loro economia andava avanti.

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Il giorno dopo scesi verso le 9 a fare colazione.

"Devi regalarle tante cose per stare di nuovo qua" ispezionai attentamente l'uomo di fronte a me che mi osservava curioso.

"Non le ho regalato ancora niente.Ma se potessi le darei il mondo"

"Oh santo cielo!"presi il latte dal frigo "smettila con queste cazzate,ho visto abbastanza vomito,non vorrei doverne versare anche io" posò la sua colazione e decise fosse abbastanza per quella mattina.

Probabilmente da lí a poco avrebbe vomitato lui.

Continuai la mia colazione poco interessata al mondo circostante.

Presi una sigaretta e mi diressi in bagno.

Mezz'ora ed ero pronta.

Canotta,jeans e scarpette avrebbero reso la mia giornata lavorativa davvero interessante.

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