Capitolo 44

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Erano le 6:00 del pomeriggio quando aprendo la porta di casa mi ritrovai quasi per cadere su delle valigie.

"Cosa cazzo sta succedendo??" guardai Daniele che fumava sulla sua poltrona nell'angolo  meno illuminato del salone color panna.

I suoi occhi erano chiusi,ma non stava dormendo,cercava solo di nascondere la sua frustrazione.

"Dovete trasferirvi??" la mia supposizione si rivelò errata appena Daniele scosse la testa.

Lui non aveva mai esternato i suoi sentimenti proprio come me,non avevo mai ascoltato delle sue parole dolci, aveva sempre trascurato quello per provava per un suo orgoglio.

Quel dannatissimo orgoglio che lo aveva allontanato da me e che mi aveva costretto ad odiarlo.

Guardai ancora le valigie ed esaminandole con cura capii che erano effettivamente quelle di Carmela.

Rosa,leopardate o addirittura zebrate.Solo lei le avrebbe potute avere.

Mi ritrovai per un istante a riconoscermi negli occhi persi di mio padre,eravamo così uguali che non l'avevamo mai notato.Le liti violente tra di noi erano forse così feroci perché erano dovute dal nostro difendere con le unghie e con i denti i pensieri contrastanti,e questo ci univa più di quanto dovesse.

Vidi mia madre scendere le scale con il suo borsone dei trucchi mentre io al contrario salii scontrandomi con lei.

"Dove stai andando??" ero serena,non avevo alcuna intenzione di farla cadere dalle scale.

O almeno questi erano i miei presupposti iniziali.

"A casa del mio compagno" impallidì all'istante.

"E lui cosa farà??" indicai Daniele che intanto accendeva un altro sigaro.

"Non amerò mai nessuno come ho amato lui." continuai a fissarla mentre i suoi occhi non riuscivano a reggere il mio contatto visivo.

Scesi di corsa e appena vicino alla porta urlai più che potevo "FUORI!"questa volta lo dissi con così tanta convinzione che lei esitò a scendere.

"Vedo che non capisci." presi tutte le valigie all'ingresso e una per una le buttai in strada,sentendo anche qualche imprecazione di guidatori che attenti schivavano le borse.

"TI HO DETTO FUORI!"scandii bene le parole per poi darle un'ultima occhiata prima che lei eseguisse i miei ordini.

Mi girai e vidi un minimo di approvazione sul viso di Daniele che prima di andare di sopra lasciò che una lacrima solitaria gli rigasse il viso.

Ancora una volta cercava di nascondere la distruzione del suo cuore ai miei occhi,ma la cosa non mi toccava più di tanto,ancora una volta non provai compassione per quell'uomo che mi aveva sempre ingannata.

Mi feci una doccia e mi preparai per andare in discoteca.

Quella sera non ballai,ne cercai qualcuno da portare a casa,bevvi fino allo sfinimento.

Volevo cancellare dalla mente tutti quei ricordi che avevano rovinato la mia vita maledetta.Avrei voluto perdere la memoria,almeno per quella notte.

Di tutto quello?? Ricordo solo che Bil mi accompagnò a casa e mi aprì la porta prima di stendermi sul divano e stamparmi un bacio sulla fronte.

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Mi svegliai di soprassalto a causa di alcuni lamenti nella stanza di mio padre.

Dio,quanto era viscido!La moglie non era nemmeno andata che già stava scopando con un'altra.Non che la cosa mi stupisse più di tanto,almeno avrebbe potuto fingere.

O forse ero io a chiedere troppo.

Rimasi sconvolta appena intontita mi avvicinai alla porta della sua stanza.Non erano suoni di piacere,ma di strazio e dolore.Sembrava strano a dire,ma stava piangendo.

Come sempre poco mi importò e dopo essere andata in bagno mi preparai per uscire.

Presi l'auto di Daniele e mi avvisi verso il ruscello.Quella mattina,di lavorare proprio non volevo saperne.

Parcheggiai e notai che la macchina di Harry non c'era ancora.

Avevo parlato troppo presto.I fari della range rover arrivarono dritti al mio specchietto.

Contemporaneamente al suo movimento scesi dall'auto e mi diressi con le cuffie tra le mani verso il posto più amato dai miei occhi.

Mi avventurai nella foresta con la musica che mi riempiva i sensi, e fui contenta del fatto che Harry non mi stesse seguendo.

Non osservai concentrata quello che mi circondava.Ero così tanto immersa nell'urlare per scacciare i miei pensieri che non mi importava poi così tanto esplorare nuovi orizzonti.

Iniziai a correre e pian piano mi avvicinai alla sponda del ruscello e intravidi Harry da lontano.

HARRY'S POV.

Fissavo lo scorrere del ruscello che veniva intercettato dai sassi,e pensai a quanto fosse simile a me e alla mia vita.

Nonostante i problemi ero andato avanti con molta più forza di prima.

Vidi Sophie correre verso di me con il fiatone,la guardai prendere qualche respiro di tanto in tanto mentre il suo corpo sembrava avvicinarsi sempre più.

"Harry" urlò alzando la mano.Solo quando fu a un passo da me si sedette di fianco.

"Giuro che dopo questa domanda non ti disturberò più,ma ho bisogno di avere una risposta a qualcosa che mi chiedo da ore." nella mia mente iniziarono a formarsi le immagini di tutti i momenti trascorsi insieme,e cercai di immaginare a cosa si riferisse.

"Tu credi nel destino??" mise le gambe incrociate e si girò del tutto verso di me mentre toglieva le cuffie dalle orecchie.

"Ma che stai dicendo??" ancora una volta mi aveva spiazzato,e ancora una volta non avevo saputo darle la risposta.

I suoi occhi scrutavano i miei ormai impazienti.

Rimise le cuffie alle orecchie e si distese sull'erba canticchiando qualche parola in una lingua a me sconosciuta.

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