Capitolo 23

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"Perchè me l'hai detto??"urlò "perchè??"aggiunse cercando di risultare dura,ma non ci riuscí.

"L'ho fatto per te" mi avvicinai a lei puntandole il dito contro.

"Qualcuno te l'ha chiesto??"iniziò inaspettatamente a piangere"Sapevi mi stessi innamorando,ma me l'hai detto comunque,sei davvero la peggior amica che io potessi mai avere"continuò a piangere.

"Louren,io non sono mai stata amica di nessuno." andai via cosciente del fatto che l'avevo ferita ancora di più,ma era la verità.

Se l'era presa con me quando in realtà io le avevo dato un motivo per allontanarsi da qualcosa che le avrebbe fatto male.Loro erano lo zucchero e il fuoco,non si completavano.Lui l'avrebbe usato come tutte tre l'altro,e forse questo lei lo sapeva,solo che non lo ammetteva.

Era ormai domenica e Louren non mi aveva mai rivolto la parola,semplici sguardi rivoltanti,nulla di più.

Scesi dall'auto del cliente prima che una mano bloccasse il mio polso.

Mi girai infuriata.Era Harry.

"Che cazzo vuoi?"mi guardai il polso rosso,prima che mi trascinasse nel mio posto isolato.

"Sei proprio una stronza!"era cosi tanto arrabbiato che non sapeva cosa dire.L'avevo capito che era uno squilibrato del cazzo.

"Amo esserlo." staccai il mio polso dalla sua arrogante presa.

"Perchè cazzo gliel'hai detto??"mi sedetti su una roccia mentre lui continuava con la sua ramanzina.

"Non credo ti riguardi"mi distesi sulla roccia e chiusi gli occhi.

"Ah no?! Hai detto che io ero un drogato,non credi che questo mi riguardi?" urlò e io divaricai gli occhi e mi alzai con molta velocità.

"Ma dai,davvero pensavi fosse un segreto?"ora il mio viso era a pochi centimetri di distanza dal suo

"Sei stata l'unica che dopo avermi visto cosí non è scappata"ora era lui a scappare da quel che stava succedendo.

Mise le mani nelle tasche prima di girarsi e incontrare il mio sguardo per poi continuare a camminare.

Rimasi lí distesa su quella roccia per ore fumando qualche sigaretta qua e lá e pensando a quanto fossi dannatamente incasinata.

Mi perdevo in profondo del cielo.Cercavo lo scorrere delle nuvole per trovare una soluzione ai miei problemi,ma nemmeno le nuvole sapevano rispondermi,nemmeno le nuvole erano capaci di darmi consigli.Ormai ero un caso perso,ma loro potevano ancora essere salvate.Decisi di affidare un animale ad ogni ammasso bianco che mi ritrovavo a fissare.Era come se dessi degli angeli custodi a coloro che non avrei mai più rivisto.

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