Capitolo 59

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Tornammo a casa,mio nonno naturalmente turbato,alla ricerca di spiegazioni che sapeva non gli avrei potuto dare,mentre mia nonna sembrò sollevata alla vista di corpi sani e salvi dopo una lunga guerra.

Mia nonna,era una persona che ne faceva delle tragedie per tutto,per lei doveva essere sempre o bianco o nero,non c'erano vie di mezzo.

Quella sera si vestí come se dovesse andare a un matrimonio.Era un'evento più unico che raro che qualcuno la invitasse a passare la cena fuori.Dopo aver messo alle strette mio nonno,decise di venire anche lui,e nel ristorante più vicino possibile passammo la serata.Anche lì dovetti fingere.Secondo loro Carmela e Daniele stavano insieme,e io avevo uno dei negozi più popolari dell'intera Londra.

In realtà su quest'ultima cosa avrei dei ripensamenti.Era pura verità.

Passai lí i due giorni più sereni della mia vita,portando mia nonna a fare shopping e mio nonno a mantenere le buste.Sapeva di non potersi lamentare,e io semplicemente ne approfittavo.

Era ora di tornare a casa,e anche se un po' mi era mancata,avevo tutta l'intenzione di restare a Napoli.Lì c'era la mia famiglia,ma non potevo,avrei dovuto risolvere prima dei problemi.

Inviai un messaggio ad Harry.

"Vuoi o non vuoi dobbiamo parlare."

Salutai i miei nonni,e tra lacrime da parte loro salii sull'aereo e li lasciai soli con la promessa di un ritorno.

HARRY'S POV.

Erano due giorni che preoccupato cercavo Sophie,e solo quando mo rassegnai all'idea che fosse andata via mi arrivò un suo messaggio.

"Vuoi o non vuoi dobbiamo parlare."

Ora si permetteva anche di dare ordini.Era una fottuta idiota se credeva che io sarei andato lì e avrei detto 'ma certo,parliamo quando vuoi'.

Non stavo ai comodi di nessuno,tanto meno ai suoi.

Erano ore che girovagavo nei pressi dell'aeroporto,ma evidentemente ancora doveva tornare.

Appena la vidi mi nascosti,mantenendo comunque un contatto visivo.Volevo vedere cosa facesse e chi aspettasse.

SOPHIE'S POV.

Rimasi delusa appena non intravidi la range rover di Harry,avevo sperato che prendesse le mie parole sul serio,non che facesse il bimbo orgoglioso del cazzo e sparisse dalla circolazione.

Sapevo che ero al centro dei suoi pensieri,così come in quelli dei londinesi che si chiedevano dove diavolo fossi finita.

"Vienimi a prendere all'aeroporto." chiamai Daniele,non avevo alcuna intenzione di supplicare qualcuno a restare quando evidentemente non voleva.

"Arrivo."avrei dovuto aspettare Daniele per ben un quarto d'ora,quindi decisi di fare nuove conoscenze.

Andai a sedermi su una panchina,non molto distante da un gruppetto di ragazzi.

Li guardavo con fare ammaliante,così tanto seducente che dovetti fare spazio per farli accomodare di fianco a me.

Cercarono di non sembrare invadenti,ma con me questo pericolo non c'era,se una conversazione si spostava su qualcosa di intimo,subito la interrompevo.

Il ragazzo proprio al mio fianco finse di avermi spinto senza davvero volerlo,attirando così la mia attenzione.

"Oh scusa!" mi disse.Aveva un viso familiare,l'avevo già conosciuto da qualche parte,ma quale??

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