Capitolo 64

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Dovetti affrettarmi per non rimanere sola in un posto già di per sé solitario.

L'unico suono che apparentemente persisteva nell'aria era il tonfo netto della portiera che disturbava la calma eterna di un luogo isolato.

I miei occhi erano nei suoi, i suoi nei miei, e la miscela di colore che venne a crearsi dai nostri sguardi era una scoperta, superava ogni aspettativa.Nessuno a parte noi era stato capace di vedere quell'incanto. Un colore tutto da decifrare,non aveva ancora un nome specifico, e forse non l'avrebbe mai avuto.Marrone e verde, per quanto potesse sembrare banale mi meravigliai di tutto ciò a cui stavo assistendo.

La macchina si accese mentre i suoi occhi scrutavano ancora i miei.

Mi accesi di colpo un'altra sigaretta,ne avevo bisogno,il mio cervello stava pian piano esplodendo e io ero come estasiata dalla tanta meraviglia.E chi meglio della nicotina avrebbe potuto svegliarmi?? Nessuno.

"É la tua imprevedibilità che mi tormenta." il suo viso cercò istintivamente di rifugiarsi, guardando la strada.Probabilmente considerava le mie parole così veritiere da dover scappare da qualcosa che sapeva esser così.

"Sophie,tutti hanno paura di me, tu non devi." mi diede un'ultima occhiata prima che l'auto sfrecciasse via.

"Harry, oh si tu Harry sei quella fottuta onda inaspettata che ti travolge quando il mare è calmo e tranquillo.Capisci?" portai ancora una volta la sigaretta alla bocca, mentre i miei occhi scrutavano ogni suo movimento,mentre pensieroso continuava a correre.

"E io sono quella ragazza che rimane sotto l'ombrellone sperando che quell' onda non si faccia vedere."speravo avesse capito le mie parole,ma per minuti non ottenni risposta.

Iniziai ad osservare il paesaggio desertico intorno a noi, considerando il semplice fatto che avere un discorso con Harry in quel momento era pericoloso,credendo forse che per capirlo avrei solo potuto aprire quella testa del cazzo che si ritrovava.

"Se ti dicessi di fidarti di me?" quelle parole arrivarono alle mie orecchie come un fulmine a ciel sereno.

Ad un tratto l'aria era diventata pesante ed estremamente incontrollabile.Lei stessa aspettava una risposta da parte mia,che ovviamente avevo paura di dare.In quell'istante perfino una mosca che passava nelle vicinanze si sarebbe sentita.

Le sue dita si strinsero al volante mentre i suoi occhi osservavano attentamente la strada.

Due secondi prima eravamo così fottutamente intimi solo con sguardi che ora la loro mancanza si presentava come acqua in un deserto.Era l'esigenza da cui scappavamo.

Ad un tratto eravamo diventati così estranei a noi stessi che non ricordavo nemmeno quale fosse il suo nome.

La sigaretta arrivò alle mie labbra. "Troppo tardi!" desideravo con tutto il cuore che avesse capito, ma non ottenendo risposte pensai fosse doveroso dare spiegazioni.

"Giá mi fido di te!" si girò di scatto, e nonostante i suoi occhi avessero incontrato i miei,erano freddi.Come se ci fossimo trasferiti al polo nord senza neanche saperlo.

"Così tanto da metterti il costume e farti un bagno??" ancora una volta l'aria divenne tesa,ma dalla mia bocca non sembrava poter uscire molto di sensato.Fui costretta ad annuire.

Ma ancora una volta la reazione di Harry non era quella desiderata.

Tese le mascelle e strinse così tanto il volante che temetti quasi volesse darmi un pugno.

La macchina frenò di colpo, e il mio corpo avanzò per poi indietreggiare all'istante,sbattendo così contro il sediolino.

"Scendi!" mi ordinò, mentre le mie palpebre si muovevano senza darsi sosta.

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