Capitolo 53

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Ottenni un passaggio da un cliente e quando aprii la porta vidi Carmela seduta in cucina e Daniele che urlava camminando avanti e indietro dal salone alla stanza di fianco.

Appena udirono i miei passi si girarono e mio padre tossì,come se volesse far notare a mia madre la mia presenza.Ma era troppo tardi,mi stava guardando terrorizzata,giá da tempo.

"Quale altro dramma mi spetta adesso??" Daniele ci raggiunse in cucina,mentre io disinteressata alla situazione cercavo qualcosa di molto più travolgente dell'ascoltare loro.

"Tua madre non vuole che tu esca con quel tipo." iniziai a ridere.Certo che era davvero buffo da parte loro dirmi cosa dovevo fare.Pensare di poter avere il controllo su di me e sulla mia vita,quando in realtà non ne hanno mai fatto parte,era una novità,una divertente e spiritosa novità.

"Ah no,non iniziamo di nuovo con questa storia,per favore!" stavo per alzarmi e andare,ne avevo già abbastanza di quei discorsi inutili.

"Anzi no,apriamo un dibattito su questa cosa." diedi uno schiaffo all'isola giusto al centro della cucina,mente Daniele faceva qualche passo indietro. "Perché dovrei star lontana da quel ragazzo??" gli sguardi protagonisti di un divorzio in corso diventarono per l'ultima complici.Una complicità devastata da un legame ormai distrutto.

"Amore,non posso dirti nulla." la sua voce calma e soave mi creò qualcosa dentro di inspiegabilmente irrazionale.In quel momento non rispondevo delle mie azioni,e questo destava in loro non poca angoscia.

Mi alzai e mi avvicinai a Daniele,che nel frattempo si trovava tra un fuoco e una piccola fiamma.

Ero al lato dell'isola,a un palmo di distanza da Carmela.

Accostai il mio viso al suo,mentre si tratteneva incollata a quella sedia,costretta dal suo per niente buon senso,a non scappare.

Intravidi che il suo piede tremava sull'asticella della sedia,cosa abbastanza assurda per una che aveva deciso di sfidarmi.

"Sapevi che non ci sarei stata per mio padre,ma te ne sei fottuta,e come tuo solito fare l'hai lasciato solo,e ora vieni e ti permetti di comportarti come la regina del cazzo facendo accuse infondate??Pensi funzioni così??Beh,ti sbagli!

Magari noi non abbiamo tanti soldi,ma in questa stanza sei tu ad essere l'unica poverella." urlai così tanto che quasi i vetri della finestra esplosero temendo una bomba.

Le lacrime agli occhi di Carmela furono evidenti,e non cercò nemmeno di nasconderle,ma la cosa che più mi infastidiva di tutto quel suo essere pietoso era il fatto che credeva di risultare come una fottutissima vittima agli occhi di mio padre.E per la prima volta mi ritrovai a notare che l'uomo che mi aveva messa al mondo appoggiava ogni mia parola, e ero sicura del fatto che se non ci fosse stata la piagnucolona seduta nella nostra cucina,magari si sarebbe anche congratulato con me.

Tornai ad avere una posizione retta,mentre osservato il tutto da una prospettiva diversa.

Iniziai a camminare,dirigendomi verso le scale,ma mi ricordai improvvisamente di non aver detto proprio tutto quello che pensavo. "Ah,e un'ultima cosa,la prossima volta che mi chiami 'amore' ti sbatto a calci in culo fuori da questa casa!Non è un avviso,è una minaccia." le puntai il dito contro,prima di sparire alla loro vista.

Ero nella mia stanza sorprendentemente sistemata,quando sentii dei passi allontanarsi sempre di più.

Carmela stava andando via.

Andai in bagno,mi lavai,mi preparai e appena furono le nove scesi con la mia sigaretta tra le dita e il cappotto nero alla Sherlok Homes.

"Andiamo??" sobbalzai appena la voce di mio padre si fece viva.

"Scusami ma tu perché sei ancora quì??" scesi le scale con molta attenzione e mi diressi verso la macchina.

"Aspettavo te." lo guardai sconcertata,mentre con aria interrogativa si metteva al volante.

"Sei incommentabile." mi sorrise e iniziò a mostrare segni di nervosismo.

Avrei voluto dirgli che sarebbe andato tutto bene,ma non potevo dare certezze quando avrei dovuto averle prima io.

Passarono minuti snervanti prima di arrivare alla pizzeria.

"Dove diavolo eravate??" allarmato si avvicinò Gim e sollevato sospirò.

"Mi hai riservato il tavolo che ti avevo detto??" annuì e velocemente si avvicinò al centro della sala.

'La festa ora poteva ritenersi iniziata.'

Mi sedetti come se fossi una normale cliente e appena vidi degli occhi verdi che mi guardavano oltrepassando la vetrata del piccolo locale beige,riscaldai gli animi dei commensali.

HARRY'S POV.

Non avevo capito cosa volesse fare fin quando,dopo aver incantato con accuratezza i miei occhi,osservò le persone intorno a lei.In un nano secondo fece in modo che tutti smettessero di fare quello che stavano facendo fino a poco prima e la guardassero.

Mi irritati un bel po' appena sentii qualche forchetta cadere nel piatto quasi vuoto,mentre anche lei prendeva posto tra pezzi di pizza lasciati lì per caso.

Non sapevo perché quel suo atteggiamento mi rendesse completamente folle.Lei riusciva a farmi passare dalla parte più vulnerabile di me a quella più incazzata.Nonostante le volte in cui ero nervoso superavano quelle serene,c'era qualcosa in lei che mi attraeva,e non era di certo il suo perfetto culo.

Per quanto potesse sembrare strano e anomalo,c'era qualcosa che non conoscevo e che mi teneva legato a lei più di quanto dovessi.

Non erano solo il cuore e il cervello a combattere contro quello che lei rappresentava per me,ma molto altro.

Tolse il cappotto,e incontrollabilmente la mascella si tese,così come ogni muscolo del mio corpo.Non potevo condividere ancora per molto qualcosa che sarebbe stato mio.E per mio,intendo di mia proprietà.

Ora,mi ritrovavo a dover ascoltare i commenti arrapati su quella ragazza così fottutamente sexy che dovevo guardare da un maledettissimo vetro.

Il bustino nero e quella piccola stoffa sottile che la tratteneva dall'assalto di ogni cliente,mettevano in mostra il suo sedere e il suo seno,mentre quei tacchi altissimi evidenziavano la sagoma slanciata di quella bellezza del tutto mediterranea.

Odiavo il fatto che i suoi capelli erano ricci perché traspariva molta più sensualità,odiavo il fatto che tutti la guardassero,odiavo il fatto che c'erano dei ragazzi in sala,odiavo il fatto che non avrei potuto fare una sceneggiata,perchè così mi era stato ordinato,e odiavo il fatto che il suo corpo non fosse solo un mio piccolo segreto.

Si tolse il cappello e lo mise in testa al ragazzo più carino della sala,mentre il suo sguardo era solo su di me.Avrei pensato che stesse facendo uno spogliarello privato,se non fosse stato per tutti quelli che la squadravano come se non avessero mai visto una ragazza in vita loro.

Non poteva solo limitarsi a sorridere, doveva continuare a far sì che la gente parlasse di lei.

"Ma porca puttana !"imprecai  tra me e me.

Poggiò la mano sul tavolino di quel tipo e si piegò mostrando il suo culo a quel viso beato.Quando si alzò i suoi capelli tardarono ad arrivare alla schiena,formando una specie di tramonto.

All'ennesimo occhiolino non protetti resistere,mi avvicinai alla porta del locale e la aprii,ma di Sophie nessuna traccia.

Era già andata via,lasciando la folla in calore.

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