Capitolo 4

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Era ora di pranzo,e come al solito mi ritrovavo sola in cucina,mentre l'altra stanza era occupata dai gemiti di piacere che uscivano dalla bocca della donna che Daniele(mio padre) aveva portato a casa.Disgustoso.Disgustoso era lui.Disgustosa era Carmela(mia madre) che lo sapeva,ma che non aveva ancora preso in considerazione l'idea di lasciarlo.E disgustoso era quel programma che si erano creati per sfruttare la stanza da letto;nei giorni dispari la occupava Carmela,mentre in quelli pari Daniele,e la domenica si scopavano tra di loro.

Decisi che prima di salire in quella stanza impersonale tutta bianca avrei fatto una doccia.

Mi preparai ed uscii,non so benissimo dove andassi,non avevo amici,non avevo nessuno con cui parlare,iniziai a visitare i negozietti di intimo che c'erano nella zona.Comprai qualcosa e prima di andare in discoteca passai a casa a cambiarmi le scarpe e la maglia.Solita gente,solita folla che urlava in coro il mio nome e solito divertimento.

Mentre ballavo con gli occhi dei ragazzi fissi sui movimenti del mio sedere mi accorsi che delle ragazze erano in cerchio intorno ad un tipo.E nonostante avesse preso il mio posto sotto i riflettori di quelle 'oche spennate' ero contenta che almeno per una sera non dovevo subire pianti o drammi familiari.

Tornai a casa con un ragazzo,Antonio..Cartonio..no,forse Alessandro o forse Santo?! Beh,in realtà non ricordo bene il nome,ma era carino e fui contenta di fargli assaggiare il sapore del piacere che sapevo non avrebbe mai più provato.Diciamola tutta;ero la migliore a letto!

______

La mattina seguente era sabato,la mia agenda era strapiena,e dovetti andare a lavoro prima e senza nemmeno aver fatto colazione.Ottimo!

"Ehi,Louren da quando sei qui?"erano le sette in punto e lei era già con la sua minigonna e con la sua maglia scollatissima ad aspettare qualcuno che passasse.Io a differenza sua e di tutte avevo una tuta larghissima e delle scarpe da ginnastica,una coda di cavallo e il mio viso aveva ancora i segni del cuscino.Eppure ero l'unica a dover avere appuntamenti programmati,e dopo due anni ancora dovevo capirne il motivo.

Il signor Lennon ancora doveva venire,e di sicuro dopo una certa ora di sabato non si sarebbe nemmeno accostato,quindi chiacchierai tantissimo con Louren.

"Ma ancora devi rispondermi."ed ecco che ci risiamo.La range rover si era fermata proprio dinanzi a noi.

"Chi ti da la certezza che volessi risponderti?"speravo che la mia aria di sfida l'avrebbe fatto scappare,di solito era un'ottima arma per i rivali senza palle,ma a lui sembrava alimentare lo stimolo della caccia.Gli occhi spalancati e il viso impallidito di Louren dicevano tutto;era terrorizzata.Poverina.

"Ehi quanto ti prendi?"

"Ancora??"mi stava davvero irritando,i miei denti si strinsero e i miei occhi erano un tantino più chiusi.

"Guarda che non ce l'avevo con te,ma con la tua amica"la rabbia ora era stata oppressa,aveva fatto spazio all'umiliazione.Per una volta qualcuno non mi aveva fatto sentire la prima scelta,e devo dire che questa sensazione non la ricordavo,l'ultima volta che l'avevo provata ero in quinta elementare.

Feci l'occhiolino a Louren e le sussurai qualcosa all'orecchio.

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