Capitolo 1

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Respiro la brezza marina, qualcosa di inspiegabile. Amo Hobart, ed amo la mia casetta così accogliente, sul mare. Adoro quest'isola, mi fa tornare alla normalità, scaccia via i brutti pensieri che mi vagano per la testa. Vengo qui anche d'inverno, quando ho bisogno di pensare. Mi stendo sul letto, nella mia camera dalle pareti in vetro, dalla quale si vede il mare, ascolto la musica e guardo il panorama. È davvero rilassante.

Beh a dir la verità, qui ci porto anche tanti dei miei amanti, o delle storie di una notte. Mi piace fare sesso mentre questo meraviglioso panorama mi guarda e mi toglie il fiato.

Ho litigato con mia madre, non accetta il mio modo di vivere. Non accetta che io non faccia coppia fissa con qualcuno, non accetta il lavoro che voglio fare. Dice che non mi porterà a niente e non posso sperare di vivere solo di quello. Vuole che io studi e che mi laurei. La figlia perfetta per mia madre sarebbe stata Lindsay, indubbiamente. Lei è davvero intelligente, educata, posata, pacata e sistemata con Christopher. Riesce sempre a conciliare il lavoro con la vita privata senza toglier tempo a nulla.

Ma io non voglio fare questa vita. Voglio essere libera, indipendentemente, voglio fare ciò che mi piace: allenarmi e combattere. Mi piace buttarmi su un sacco, scaricare la rabbia e contemporaneamente farmi salire l'adrenalina. Devo dire la verità, incutere un po' di paura mi piace.

Sono seduta sulla mia sdraio pensando a cosa farmene della mia insulsa vita giudicata da tutti, quando una chiamata mi riporta alla realtà.

"Linz, dimmi."

"Si può sapere dove diavolo sei finita?" - il suo tono è un po' alterato. Comprendo la sua preoccupazione per esser sparita senza dare spiegazioni.

"Scusa tesoro, sono ad Hobart, sai che vengo qui quando ho bisogno di stare sola." - le rispondo dispiaciuta.

"Non mi hai avvisata, io e Marie siamo passate per casa e tua madre era preoccupata perché non sei tornata. Si può sapere cosa ti passa per la testa?" - controbatte ancora più alterata.

"Si Linz, scusami davvero, ma ne ho piene le palle di mia madre. Poi ti spiego."

"So già tutto. So che avete litigato. Per favore non farci preoccupare mai più. Torna immediatamente qui e tieni vicino quel maledetto telefono, ti ho inviato diecimila messaggi. Pensavamo fossi morta, ti rendi conto? Non lo fare mai più!" - il suo tono ora è quello di una mammina premurosa e in ansia per la 'scomparsa' della sua prole.

"Ok, entro stasera sono a Melbourne. Mi ci vorrà un po'" - dico sorridendo e pensando a quanto mi voglia bene questa ragazza.

"Hai di nuovo preso la barca di tuo padre?"

"Si." - mi rattristo al pensiero di mio padre, morto proprio malgrado questa barca. Non so perché ci vado ancora, ma è come un rifugio, è come averlo vicino.

"Scusa Eli, non volevo rattristarti. Fai attenzione e torna presto. Stasera abbiamo una cena da Bob e poi vorremmo passare al nuovo pub, dicono che lì servano delle birre artigianali fenomenali!" - risponde Linz prima triste e poi improvvisamente felice per l'imminente serata che ci aspetta, sicuramente all'insegna di qualche ubriacatura.

"Pane per i miei denti! Dammi il tempo di tornare e stasera non mi fermerai facilmente." - rido maliziosamente.

"Ah non lo farò e non ho intenzione di avvelenarmi ulteriormente! A dopo Eli!"

"A dopo baby."

La notizia della festa mi ha eccitata un po'. Prendo quel che devo e raggiungo la mia barca per poter navigare verso casa.
________
Sono appena tornata a casa, ho bisogno di una doccia fredda. Qui fa un caldo asfissiante e mamma non è in casa. Sicuramente sarà già a lavoro dato che oggi avrebbe avuto il turno di notte. Credo non ci sia neanche Henry, avrà qualche concerto da fare stasera. Lo adoro, è molto premuroso e vuole davvero bene a mamma. M'insegna a suonare e devo dire che sto diventando anche abbastanza brava.

Asciugo i capelli, metto degli short neri stracciati con una canotta trasparente, scollata, che lascia intravedere il reggiseno nero che contiene il mio seno abbastanza prosperoso. La mia schiena è quasi completamente scoperta. Mi trucco leggermente, tiro i capelli su fino a formare uno chignon disordinato, lasciando qualche ciuffo biondo cadere leggermente sulle spalle. Oggi ho gli occhi più blu del solito. Brillano. Sento che succederà qualcosa. Magari farò sesso con Bob. Da un po' di tempo a questa parte lo facciamo spesso. A me piace, mi diverto e lui anche. Abbiamo concordato di non mettere in ballo i sentimenti e la cosa ci sta riuscendo alla grande.
Spruzzo un po' di profumo sul collo e sui polsi, scendo di casa e mi metto alla guida della mia Macerati nera. Prima di mettere in moto scrivo un sms a Lindsay.

-Linz sto arrivando, perdonate il ritardo. -

La risposta arriva imminente:

- Siamo tutti qui ad aspettare te. Don't worry babe. -
Sorrido e metto in moto, sfrecciando tra le strade di Melbourne, con i finestrini aperti, la musica a palla e il vento tra i capelli.

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