Capitolo 2

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Sono finalmente arrivata. Suono il citofono e subito mi apre Bob, accogliendomi con un grande sorriso.

"Eli! Aspettavamo solo te." - mi dice abbracciandomi calorosamente.

"Scusa Bob, ho fatto un altro casino dei miei." - rido di gusto ma senza neanche un velo di pentimento.

"Sei sempre la solita, bisogna starti sempre dietro, altrimenti potresti trovarti dall'altro capo del mondo senza che nessuno capisca niente." - ride a sua volta e mi stampa un bacio sulla guancia, portandomi in casa.

Ci sono Linz, Marie, Christopher e Devon, il migliore amico di quest'ultimo. Sono inseparabili da quando erano piccoli. Mi accolgono con un bel "SIA RINGRAZIATO IL CIELO, TEMEVAMO FOSSI MORTA!"
Sfodero in alto e in bella vista il mio dito medio e tutti ridiamo di gusto. Ci abbracciamo velocemente e ci sediamo finalmente a tavola.

Parliamo del più e del meno, mangiamo e beviamo, la serata procede alla grande. Il vino si spreca e dopo qualche ora siamo tutti ubriachi.

"Ragazzi calmiamoci, ricordate che dobbiamo darci dentro all'Hundred!" - Lindsay ci placa intelligentemente.

"Che palle Linz, bevi!" - intervengo come mio solito.

"Stasera non ho voglia di vederti in coma Eliza!" - il suo sorriso si spegne subito al ricordo di una mia bravata ad una festa, quando andai letteralmente in coma etilico.

"È passato, non mi spingerò mai più così oltre. E ti prego di non farmi la morale!" - rispondo acida ma me ne pento subito. Marie mi lancia un'occhiata furiosa.

"Scusami Linz, non volevo." - continuo a parlare più pacatamente.

"Non preoccuparti, è tutto ok." - mi risponde dolcemente, poggiando la sua mano sulla mia.

"Dai ragazzi, non vi sembra il momento di andare a testare questo nuovo posto?" - urla Devon, scambiando un'occhiata complice con Christopher, che batte le mani di rimando per poi darsi il cinque subito dopo. Lindsay lo guarda storto e lui torna immediatamente composto, imbarazzandosi un po'.

"Andiamo, tutti fuori di qui!" - esclama Bob.

Ci dividiamo per prendere i mezzi. Bob e Marie vengono con me. Linz, Christopher e Devon li lasciamo soli nella loro auto.
______
Siamo al pub, è bellissimo. Ha un non so che di antico, rustico, un po' legnoso ed ha un odore pungente. Sembra una taverna, dove i classici ubriaconi vanno a sfondarsi di alcool, a giocare a poker e a biliardo. È grande, ben tenuto. C'è tanta gente che beve birra artigianale facendo grandi complimenti al proprietario, un uomo alto e completamente calvo. Lui gesticola, fa cenni con il capo e regala tanti sorrisi. Sembra una persona molto affabile.
La musica risuona in tutto il locale e la gente balla in pista, scatenandosi. È davvero accogliente.

Si avvicina un ragazzo, direi ben piazzato. Spalle larghe, un po' scuro di pelle, tatuato, con un accenno di barba scura. Indossa dei pantaloni beige molto attillati ed una t-shirt aderente che lascia intravedere il suo torace scolpito.

"Benvenuti ragazzi. Ci tengo a presentarmi con tutti, perché voglio che qui ci sia un'aria più che familiare. Io sono Ricky, vi ringrazio per essere qui." - sorride mettendo in mostra la sua dentatura bianca e perfetta. Marie lo guarda estasiata, trasognata e con la bocca semi aperta. Le tiro una gomitata nel fianco per farla tornare in se'. Ci presentiamo e lui si allontana, ancora sorridente.

"Vuoi che ti entrino le mosche in bocca?" - rido sussurrandoglielo all'orecchio.

"Voglio che ci entri un'altra cosa!" - mi guarda maliziosamente. Un po' troppo maliziosamente.

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