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Il verdetto finale

Ore 18:17, Benjamin mi aveva chiesto di riguardare quella scatola di polaroid. Era sereno sul divano mentre io stavo consumando sia il tappeto che la suola delle scarpe a forza di girare la stanza. Sorrideva tranquillissimo, io nello stesso istante stavo aspettando quello che sarebbe stato il verdetto finale, la decisione più importante della mia vita, e sapevo che non ci sarebbe stata più nessuna possibilità, nessun ripensamento. Ci saremmo lasciati o sposati. Non c'erano vie di mezzo, non potevano esserci, e non volevo che ci fossero. Ero rimasto in bilico per troppo tempo.

La vita mi aveva portato troppe sofferenze, e poi lui. Il motivo delle mie disgrazie e il motivo delle mie gioie. Mi spaccava il cuore, ma era l'unico in grado di riaggiustarlo.

Mi fermai quando notai che era fermo da un po' su una foto: "ti piace?" avevo immortalato un ragazzo e una ragazza che si baciavano sulla riva del mare, non era propriamente per lui ma in quel momento avrei voluto che qualcuno fotografasse me e Ben mentre ci baciavamo; "pensavo fossi tu" disse riponendola nella scatola "geloso?" "abbastanza" mi sedetti di nuovo accanto a lui, mi ero alzato dopo che il bacio che ci stavamo dando stava diventando qualcosa di più che un semplice bacio e non potevo permettere che accadesse di nuovo.

Mi aveva chiesto se ci sarei sempre stato per lui, non me lo avevo fatto ripetere due volte, aveva le mani tra i miei capelli e i nostri nasi si sfioravano, le mie mani gli carezzavano la schiena, e un bacio viene spontaneo per due che si amano così.

Ma perché non potevo permettere che accadesse di nuovo? Per orgoglio? Cosa me ne facevo del mio orgoglio quando senza di lui ero solo un corpo senza vita? Sembra difficile da capire, ma per me non lo è tutt'ora, il mio amore per Benjamin era sconfinato, e avevo solo quello.

"Devo chiederti una cosa" "vai" disse posando a terra la scatola "nel caso tu dovessi decidere di restare, ti piacerebbe vivere con me in questa casa? Nel senso, possiamo prenderne una più grande se vuoi, o tornare a Modena entrambi, possiamo andare anche a vivere a Parigi se ti piace di più, ma ti prego parlami di un eventuale futuro Ben, parlamene.." non era ciò che volevo dire, ma ormai lo avevo fatto, sembrava averlo capito, comunque. "Parigi non è una cattiva idea, sai?" scherzò, Ben era fatto così, non si sbilanciava mai se non era sicuro di una cosa, ed è per questo che amavo quando fantasticava, voleva dire che ci credeva fino in fondo. "Ma a me piacerebbe farli crescere qui" "cosa?" "I bambini Fede, mi piacerebbe crescessero in questa casa".

Iride

Non avrei mai detto quelle cose in un altro momento. Non lo avrei fatto certamente se non ci credevo davvero. Federico lo sapeva che non mi piaceva fantasticare, che non mi piaceva illuderlo e illudermi, lui lo sapeva, ed è per questo che aveva gli occhi così lucidi. Gli stavo facendo capire che sarei rimasto, ma non era il mio intento, in cuor mio sapevo già che avrei preso quel treno.

Mi restava poco tempo però, e avevo intenzione di fargli capire, nonostante tutto, quanto io lo amassi. Vi starete chiedendo: perché se lo amavi così tanto volevi lasciarlo andare? Ed è qui che vi sbagliate. Io Federico lo amavo, e non volevo lasciarlo andare, per nulla al mondo. Io volevo un rapporto stabile, io volevo davvero amarlo per tutta la vita, sposarlo e avere dei figli con lui, volevo dei nipoti, cani, gatti e invecchiare con lui in quella casa, in quella stessa casa che mi era sembrata il posto più sicuro del mondo dal primo passo che feci nel suo interno, ma per fare tutto ciò avevo bisogno di certezze, da parte sua e da parte della mia famiglia.

Tutto quello che mi diceva corrispondeva esattamente alla verità: come avrebbero potuto i miei genitori darci di nuovo la loro benedizione dopo tutto quello che avevano passato? Semplicemente non avrebbero potuto, ma io avevo bisogno di guardarli negli occhi e fargli capire quanto quel disastro che stavo per combinare sarebbe stato il disastro migliore che potessi fare, avevo bisogno di parlare con loro di tutti quegli istanti passati a pensare al mio futuro che non avevo mai immaginato senza lui al mio fianco e avevo bisogno di raccontare loro tutte le singole emozioni che mi faceva provare quando le sue labbra mi sfioravano ogni singolo centimetro di pelle. I miei genitori, mia sorella, erano sempre stati alla base di tutto nella mia intera esistenza, avrei dato la mia vita per loro come loro l'avrebbero data per me. E sapevo che li avrei convinti, o meglio, in quel momento ne ero sicuro, non avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo.

Federico aveva la testa appoggiata sul mio petto ed era sdraiato in mezzo alle mie gambe, le punte delle nostre dita si sfioravano in continuazione, senza mai prendersi con forza, il silenzio era assordante.

"Iride" mi spaventò quasi

"non ho capito" "nostra figlia" "sarebbe un nome?"

"è una dea minore dell'Olimpo, messaggera degli dei e personificazione dell'arcobaleno." "mi piace" "l'altro nome lo scegli tu" "quanti ne vuoi?" "quanti ce ne entrano qua dentro" "ma non è piccola come casa" "sei sicuro che non vuoi che ne compriamo una più grande?" "ma quanti soldi hai?" "abbastanza per comprare una casa" adoravo quando faceva così, era di una dolcezza disarmante, mi sentivo dannatamente in colpa, avevo paura di ferirlo, non potevo dire altro.

Ma Federico non era rimasto il ragazzino di una volta. Mi conosceva troppo bene. Mi aveva sempre capito e continuava a farlo, leggeva tra le righe.

"ti accompagno in stazione?"

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Ciao a tutti!

Sto aggiornando più lentamente rispetto alle prime volte perché sono molto impegnata con la scuola. Ci tenevo a dirlo.

Non ho mai scritto nulla alla fine di ogni parte perché non sentivo il bisogno di intromettermi necessariamente e se lo sto facendo è solo per dire alcune cose:

could we ever be enough? è una sorta di esperimento per me, non ho mai scritto nulla perché non mi ritengo capace di farlo e sono la persona più insicura di questo mondo. Anche se la ff non ha numeri altissimi, io sono felicissima che a qualcuno piaccia e sono felicissima del fatto che mi scrivete chiedendomi di aggiornare.

Questo è uno degli ultimi capitoli della storia, ringrazio chi la sta seguendo e chi la vota ogni volta, grazie mille, è davvero importantissimo per me.

                                                                                                                                                                   -Rosita

Could we ever be enough? // fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora