Cammino lentamente, le mani in tasca, lo sguardo basso, gli auricolari alle orecchie, la mia solita playlist depressa a risuonarmi nella testa. Dovrei seriamente smetterla di ascoltare musica triste, ma non riesco a fare altrimenti. Preferisco le cose tristi. Anche se ammetto che mi piacciono anche le canzoni che parlano di sesso, ma solo perché sarebbero perfette come sottofondo musicale durante le nottate di sesso sfrenato con Michael.
Sospiro appena il ragazzo dai capelli biondi si insinua tra i miei pensieri e ripenso al suo viso pallido, le occhiaie nere e le borse gonfie ben visibili sotto agli occhi, lo sguardo vitreo, la stanchezza palpabile in tutto il suo corpo. Non penso di averlo mai visto in uno stato simile, anzi, ne sono sicuro. Il potere di Michael è un potere particolare: gli permette di curarsi e curare gli altri, e, allo stesso tempo, di farsi del male e di fare del male agli altri. Ma Michael ha sempre e solo usato la parte buona del suo potere ed è questo il motivo per cui mi sono interessato a lui, escludendo il fisico da urlo e il viso paragonabile alla luce bianca da far schifo e paradisiaca che la gente dice di vedere prima di morire.
Sfilo le chiavi di casa dalla tasca dei pantaloni della divisa scolastica e mi accingo ad aprire la porta, pronto a far finta di ascoltare l'ennesima avventura di mio fratello raccontata da mia madre e l'ennesimo borbottio annoiato da parte di mio padre, fino a giungere ad un litigio che durerà fino a sera e che si concluderà con la decisione di fare una vacanza insieme (vacanza che finora non è mai avvenuta). Ma le mie aspettative vengono infrante quando mi ritrovo di fronte mia sorella maggiore Avril.
«E tu che ci fai qui?» le chiedo, senza neanche salutarla. Butto lo zaino per terra, fregandomene del fatto che dentro ci siano riposti i libri che mi serviranno per studiare più tardi, e sfilo via le scarpe, perché in casa vige una sola e unica regola ferrea: non sporcare.
«Io e Brad abbiamo litigato» ammette, sospirando sonoramente.«E perché stavi in piedi davanti alla porta?» le domando ancora, aggrottando la fronte.
«Perché ero indecisa se uscire o meno» dice, seguendomi nel salotto. Mi butto a peso morto sul divano, abbracciando il primo cuscino che mi capita a tiro e sorridendo leggermente. Se Michael non esistesse, probabilmente mi sposerei col mio letto, e il divano sarebbe ovviamente il mio amante.
«Suppongo non uscirai» mormoro, osservandola sedersi sulla poltrona che solitamente occupa nostro padre. Mi chiedo dove sia, tra l'altro.«Hanno già discusso, se te lo stai chiedendo» mi fa sapere Avril, portandosi le gambe al petto, per poi poggiare il mento sulle ginocchia.
Annuisco in tutta risposta, ringraziando mentalmente il professore di matematica per avermi costretto a dare ripetizioni a Sophie, trattenendomi a scuola più del dovuto. «Come mai avete litigato, tu e Brad?»Avril trattiene il respiro e capisco subito che c'è qualcosa che non va. Nonostante la differenza d'età, io e Avril siamo molto legati e non mi è difficile intuire i suoi pensieri, tanto quanto per lei è facile capirmi. La osservo, mentre i suoi occhi verde-azzurro si socchiudono, pensierosi. È indecisa se dirmi la verità o meno. Ma le basta un mio segno della mano per farla parlare. «Sono incinta.»
«Eh?!» esclamo sorpreso io, mettendomi a sedere e sbarrando gli occhi.
«Non urlare» sbotta, lanciandomi un cuscino addosso.
Alzo le mani per difendermi e per scusarmi allo stesso tempo. «Scusa, scusa.»«Mamma e papà non devono saperlo» mi avvisa, puntandomi un dito addosso e lanciandomi uno sguardo più che deciso.
«Va bene» annuisco, accettando le sue condizioni. «Ora spiegami.»«Cosa devo spiegarti? Com'è successo?» domanda confusa, aggrottando la fronte.
Alzo gli occhi al cielo, infastidito. «So come si fanno i bambini» borbotto. «Perché questa situazione ha portato ad un litigio? Non dovreste, che ne so, esserne felici?» proseguo, grattandomi la nuca, un po' confuso un po' curioso.«C'è... c'è un problema» mi confessa, abbassando lo sguardo e giocherellando con le mani, mentre le braccia tengono ancora le gambe strette al petto.
«Che problema?» le chiedo, preparandomi al peggio. Potrebbe soffrire di qualche malattia strana e sconosciuta, potrebbe avere qualsiasi tipo di problema capace di ucciderla durante la gravidanza o durante il parto, o potrebbe addirittura essere il bambino a soffrire di qualcosa di grave.L'ansia mi pervade e devo prendere diversi respiri profondi per riprendermi, per poi incrociare le dita e pregare che le mie supposizioni siano errate.
«Sono tre gemelli.»
«Eh?!» esclamo nuovamente, per poi tapparmi la bocca e chiederle scusa, tornando a sedermi composto sul divano comodo. «Tre... gemelli?» le chiedo sussurrando, più sconvolto che mai.«Sì. E io e Brad abbiamo litigato per i nomi» ammette, mettendo su un broncio infastidito.
«Per i nomi?» inclino la testa e vorrei seriamente sbattermi una mano sulla faccia. Mi sono preoccupato per nulla.«Sappiamo che sono tre femmine» comincia a dire, «E io vorrei chiamarle Axel, Lutz e Loop...»
La interrompo, confuso. «Axel, Lutz e Loop?» ripeto, inarcando un sopracciglio e trattenendomi dal fare una smorfia. Axel, Lutz e Loop. Come alcuni salti nel pattinaggio artistico su ghiaccio.
«Come le tre figlie dei Nishigori in Yuri!!! On Ice, ovviamente» fa spallucce, come se sapere della loro esistenza fosse fondamentale per vivere, come se si trattasse di cultura generale.«Ah, e Brad come vuole chiamarle?»
«Lolly, Dolly e Molly» borbotta.
«Come le Superchicche?»
«Ah, certo, loro le conosci» dice con tono tagliente e ironico, per poi scuotere la testa in disappunto. Si alza in piedi e comincia a camminare per la stanza, palesemente contrariata dalla scelta del compagno e dalla mia reazione. «Non capisco come possiate preferire le Superchicche rispetto alle sorelline di Yuri!!! On Ice. Insomma, parliamo di Yuri!!! On Ice!» allarga le braccia e continua a scuotere la testa, ancora irritata. «Non potrei mai chiamare una delle mie figlie Dolly. Suvvia, Dolly, davvero? Come la pecora clonata? Siete pazzi.»«E se le chiamaste...» ma non faccio in tempo a terminare la frase che mia sorella mi sviene davanti.
Cazzo.🌸🌸🌸
HOOOLA!
Come state?
Spero stiate bene e spero la vita vi sorrida.Questo capitolo è un po' di passaggio, ma subentra un nuovo personaggio: Avril, la sorella maggiore di Luke.
Cosa ne pensate di lei? Vi piace? Cosa pensate dei nomi che lei e il compagno hanno ideato per le tre gemelline? E quale nomi credete stesse per proporre Luke prima che la sorella gli svenisse di fronte?
Fatemi sapere i vostri pensieri con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina.Ci ritroviamo giovedì prossimo col nuovo capitolo.
Grazie mille per tutto.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;PS. Ho finito l'anime di Boku no Hero Academia e adesso sto leggendo il manga e, siiigh, sono in adorazione. A voi piace?
Ve lo consiglio, anche perché l'idea di questa storia è nata proprio da BnHA.⭐️👁👁💧
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Heroes & CO || 5SOS
FanfictionAvete presente quando guardate una persona e i vostri pensieri sono: "Tu, creatura divina, tu, che somigli ad un angelo luminoso. Tu, proprio tu, fammi tuo e ingravidami, per favore". Ecco, questo è stato il mio primo pensiero la prima volta - e la...