4. You're like a virus

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Non so che fare, non ho proprio idea di cosa fare. Insomma, una persona normale cosa farebbe in una situazione simile? Uscirebbe dalla stanza senza farsi vedere né sentire? Oppure si avvicinerebbe alla persona nuda in questione e le ballerebbe davanti la macarena fino a farsi notare? No, forse l'ultima idea non è proprio da persone normali. Però sembra una buona idea.

«Che cazzo ci fai tu qui?» urla la voce di Michael, facendomi sussultare dallo spavento, distraendomi dai miei pensieri. E io che stavo cercando di ricordare la coreografia della macarena. Peccato. Sarebbe stato divertente.

Le guance mi si surriscaldano senza che possa fare molto e il mio sguardo si muove un po' ovunque, incerto su dove posarsi. Di certo non posso mettermi a fissare il suo corpo, nonostante mi piacerebbe – anche perché lo sta coprendo col lenzuolo –, e non posso neanche mettermi a fissare i suoi occhi, perché rischierei di svenire seduta stante, perdendomi in quel verde primavera che lo contraddistingue da tutte le altre inutili persone esistenti sulla terra. Infine, opto per la finestra, che lascia un tiepido sole trapassare tra le tendine bianche. E poi sospiro, prima di parlare. «Tutto bene?» gli chiedo.

«Andava tutto bene, fino a che non ho trovato uno psicopatico intento a fissarmi» risponde stizzito, facendomi rabbrividire a causa del suo tono gelido.

Abbasso lo sguardo e lo punto sui miei piedi. Michael mi fotte il cervello, davvero. E preferirei mi fottesse altro, sinceramente. «L'importante è che tu stia bene» dico. Vorrei aggiungere "perché se morissi, non ci potremmo sposare", ma evito di farlo. Anche io so che in certi momenti certe cose sono inopportune e quindi devo tapparmi la bocca. «Anche perché se no non potremmo scopare» aggiungo. Come non detto.

«Tu sei pazzo» mormora Michael, più tra sé e sé che a me.
«Sì, di te» rispondo.

«Okay, ho sentito troppo, andiamo via» borbotta la voce di Hailee. La sua figura mi spunta accanto, mi prende per un polso e mi porta via senza che possa dire o fare nulla. «Scusalo, ha preso una botta in testa da piccolo» si giustifica con Michael, per poi chiudere la porta dell'infermeria alle nostre spalle e buttarmi per terra, in mezzo al corridoio vuoto, il piatto di onigiri ancora stretto tra le mani. «Ma sei coglione?»

Faccio per risponderle, ma poi mi zittisco, ripensando alla piccola conversazione che è appena avvenuta con Michael e... «Cazzo» rilascio con un sospiro esasperato, sdraiandomi per terra, puntando lo sguardo sul muro bianco sopra di me, leggere crepe lo percorrono, le stesse crepe che percorrono il mio cuore che sta per spezzarsi definitivamente.

«Perlomeno te ne sei reso conto» borbotta Hailee, sdraiandosi al mio fianco e pescando uno dei due onigiri dal mio piatto.

«Non so come comportarmi quando me lo ritrovo davanti» ammetto, sospirando e mettendo su un broncio che potrebbe apparire tenero ad un occhio esterno.

«Sembri ancora più coglione quando metti il broncio» mi riprende Hailee, facendo sparire nell'immediato il broncio dal mio viso. «Comunque devi semplicemente essere te stesso» dice lei. «No, aspetta» aggiunge subito dopo, scuotendo la testa. «Devi essere l'opposto di te stesso.»

«Quale sarebbe l'opposto di me stesso?» corrugo la fronte e punto il mio sguardo chiaro sul viso paffuto della mia migliore amica, mentre i capelli castani le ricadono ai lati di esso in leggeri boccoli, contornandoglielo. Sembra quasi bella. Escludendo il fatto che non riesca a vivere senza insultarmi almeno cinquanta volte durante il giorno.

«Una persona normale» mi spiega, alzandosi a sedere. «Tipo me» si indica con fierezza, ma poi sorride timidamente, fingendosi modesta.
«Ma se l'altro giorno mi hai fatto sapere, e non avrei mai voluto saperlo, che vorresti essere l'acqua in cui Sophie si fa il bagno così da poterla toccare dappertutto.»

«Ricordami ancora una volta perché siamo amici?» risponde lei, con tono di domanda, lanciandomi un'occhiata infastidita e dando un morso all'onigiri.
«Perché sono fantastico» rispondo, alzandomi a sedere a mia volta.
«Ah, sì!» dice all'improvviso, come se avesse avuto un'illuminazione. «Perché non mi rubi le ragazze.»

«Guarda che io sono bisessuale» le faccio sapere, incrociando le braccia al petto.
«No che non lo sei.»
«So meglio di te quel che sono» dico risoluto, puntandole un dito contro.

«Sei Michael-sessuale.»
Mi mordicchio il labbro inferiore e mi porto una mano sotto al mento, pensieroso. «Okay, forse hai ragione» ammetto sconfitto, ributtandomi per terra.

«E quindi hai visto l'amichetto di Michael, eh
«Sì.»
«Com'è?»
«È come guardare attraverso un imbuto. Il mondo si è ristretto a me e a lui

«Hai seriamente appena citato Io Prima di Te per descrivere il pene di Michael Clifford?» mi domanda sconvolta la ragazza al mio fianco, osservandomi con gli occhi sbarrati e la testa che si scuote inconsciamente. Faccio spallucce e annuisco. «Mi fai schifo.»

La campanella risuona per tutto l'edificio scolastico, segno che l'ora della pausa pranzo è appena terminata e le lezioni pomeridiane stanno per avere inizio.

Io e Hailee ci alziamo contemporaneamente da terra e sussultiamo quando la porta dell'infermeria si apre, mostrando un Michael vestito e pallido – più pallido del solito, s'intende. Ci lancia una lunga occhiata e poi se ne va, lasciandoci leggermente interdetti.

«È strano» dico confuso. È da un po' di tempo che Michael occupa i miei pensieri ed è da un po' di tempo che cerco di recepire ogni informazione su di lui e farla mia. È da un po' che cerco di rendere Michael parte della mia quotidianità, nonostante non sia in grado di intraprendere conversazioni con lui. E non è mai stato così. Silenzioso lo è sempre stato, anche ironico, a volte persino sarcastico... ma così pallido? Mai.

«Anche io sarei strana dopo una conversazione con te, se non fossi abituata al tuo schifo.»
Sbuffo e lancio un'occhiataccia ad Hailee. «Non si tratta di quello. Michael è sempre stato in buona salute, soprattutto a causa del suo potere. Invece adesso sembra malaticcio.»

«Luke, devi capire una cosa: tu sei come un virus. Tutte le persone che ti hanno vicino, stanno male» mi dice, guardandomi negli occhi e tenendo le mani sulle mie spalle, nonostante sia decisamente più alto di lei.

«Hailee, sono serio» mi lagno, alzando gli occhi al cielo.
La mia migliore amica sospira e annuisce, segno che ha capito. «Stai tranquillo, va bene? Magari sta semplicemente avendo un brutto periodo.»

Annuisco a mia volta e poi ci incamminiamo verso le nostre aule, lei lamentandosi della professoressa di storia dei cattivi e io pensando al groppo che mi ritrovo in gola, segno che non riesco ad essere tranquillo.

Michael Clifford ha qualcosa che non va e io devo scoprire cosa lo disturbi così tanto da stare male senza riuscire a curarsi. E non perché se lui morisse, potrebbe saltare il nostro matrimonio, che avverrà alla fine della scuola, in spiaggia, perché ho sempre amato la spiaggia. E non perché se lui morisse, i nostri futuri figli adottivi, Will e Jem, rimarrebbero senza uno dei due padri. No, non si tratta di questo. Più o meno. Diciamo. Diciamo che non sarei in grado di crescere due bambini da solo.

Sospiro e prego mentalmente che Michael sopravviva. Ma, prima di tutto, devo sopravvivere io ad un altro allenamento col professore di educazione fisica.
Pregate per me.
Amen.

🌸🌸🌸

HOOOLA!
Come state? Io mi sono appena ripresa dalla febbre, ma adesso ho tosse e raffreddore, quindi voglio ancora un po' morire.
Speravo la terra finisse il 23 e invece niente.

Ma non ve ne frega niente.

Cosa ne pensate di questo capitolo? Cosa credete abbia Michael? Chi ha ragione, secondo voi, Luke o Hailee?
Fatemi sapere i vostri pensieri con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina.

E fate un favore ai vostri amici, familiari, animali domestici, e consigliate loro questa storia piena di disagio.
No, scherzo.
Consigliatela ai vostri peggiori nemici.

Ci ritroviamo giovedì prossimo con un nuovo capitolo.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;

PS. Avete notato le nuove copertine? Vi piacciono?

⭐️👁👁💧

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