18. Like a balloon

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Mi ero ripromesso che non sarei più entrato in un ospedale fino al parto di mia sorella. E invece eccomi qua, mentre corro tra i corridoi alla ricerca della stanza che Ashton mi ha rivelato un po' controvoglia, nonostante sia piena notte e quindi, di certo, non sia l'ora adatta per una visita. Ma non m'importa, perché devo vederlo, anche solo per un millesimo di secondo.
E sì, mi ero anche ripromesso che sarei andato avanti. Ma qua la situazione è diversa. O forse mi piace solo ripetermelo nella testa fino a vomitare, mi piace solo prendermi in giro per evitare di ammettere la dura realtà dei fatti.

Sono sul punto di urlare dallo sconforto, così tanto da distruggermi le corde vocali, a causa dei corridoi che sembrano non finire mai, fino a che non giro l'angolo e ritrovo Calum Hood, seduto su una sedia tra le tante nel corridoio di quest'ospedale così silenzioso che mi fa quasi paura, che mi mette quasi i brividi.

Si gira nella mia direzione quando percepisce il rumore dei miei passi contro il pavimento liscio e lucido e si alza immediatamente in piedi, non appena mi riconosce, venendomi incontro.
«Cosa ci fai tu qui?»

Faccio per rispondere, ma non ha bisogno di una risposta, perché alle mie spalle spuntano Hailee ed Ashton, col fiatone per essere stati costretti a corrermi dietro.
«Scusami» dice Ashton, sinceramente dispiaciuto, avvicinandosi al suo ragazzo con un dolce broncio sul viso. Calum annuisce solamente, incapace di metterglisi contro, e poi punta il suo sguardo scuro su di me.

«Cos'è successo?» chiedo in fretta e furia, inciampando sulle mie stesse parole, tra il fiatone e la voglia di sapere, per eliminare i miei dubbi, per cancellare le mie paure.
«Non te lo posso dire» ammette il ragazzo, stringendosi nelle spalle e tenendo lo sguardo scuro fermo sul mio.

«Come sta?» domando allora, sperando che almeno mi dia una risposta. Una sola.
«Ancora non lo so. I suoi genitori stanno discutendo proprio in questo momento col dottore che ha il turno di notte» dice, stringendo con enfasi la mano di Ashton, in un attimo di sconforto. «Comunque dovresti tornare a casa» mi fa sapere. Vorrei dire che la sua voce è dura e cattiva e che le sue ultime parole sono state pronunciate intrise d'odio, ma la realtà è che la sua voce è esageratamente dolce e pacata. È come se mi stesse dando un consiglio amichevole, come se non volesse farmi del male, come se non volesse ferirmi.

«No» rispondo però. «Resto qua.»
«Non sei il benvenuto, Luke. Mi dispiace, ma non c'entri niente. Se fossi c'entrato qualcosa, avresti saputo il motivo per cui il mio migliore amico si trova qui, il motivo per cui si è sentito male all'improvviso e per cui è così debole nell'ultimo periodo» ammette, senza usare mezzi termini. Sono molto simili, lui e Michael, sotto questo aspetto. Solo che Michael è più propenso a dire le cose con durezza, mentre Calum sembra una persona che, quando decide di parlare, lo fa solo per il bene altrui e quindi cerca di usare parole dirette, ma con dolcezza. Ma, per il resto, il loro modo di porsi è molto simile e sincero.

«Che ne dici di passare per fargli una visita domattina?» mi propone Hailee, porgendo il viso verso il mio, guardandomi dal basso e carezzandomi il braccio che le viene più vicino.
«Va bene» mormoro, anche se non mi va bene.

Ashton saluta velocemente Calum, mentre la mia migliore amica mi sta il più vicino possibile, senza dire nulla, rassicurandomi con la sola sua presenza.
Dopodiché Ashton ci accompagna a casa, dandomi una pacca di sostegno prima di lasciarmi andare.

Appena mi ritrovo in camera mia, da solo, le luci spente, il chiarore della luna a illuminare il mio letto, scoppio a piangere, sopraffatto da ogni singola situazione che sto vivendo da quando ho deciso di interessarmi a Michael Clifford.
Michael Clifford che, in questo momento, si trova in una stanza d'ospedale per chissà quale maledetto motivo.

Inutile dire che il tempo passa, la luna si sposta nel cielo, fino a sparire completamente, per lasciare spazio all'alba e alla luce accecante del sole.

Sbatto le palpebre più volte e poi mi alzo, affacciandomi alla finestra di camera mia e osservando la città che ancora dorme, anche se qualcuno, in lontananza, si sta apprestando ad alzarsi, per prepararsi per andare al lavoro, a correre, o magari per raggiungere l'aeroporto per dare inizio alla vacanza estiva dei sogni. Vorrei avere la stessa voglia di vivere e le stesse aspettative per questa giornata, ma gli occhi mi bruciano e il corpo mi fa male.

Sospiro rumorosamente e chiudo gli occhi per lasciarmi avvolgere dalla fresca aria mattutina, sperando di risollevarmi il minimo per potermi fare una doccia, vestire e dirigermi all'ospedale, così da incontrare Michael, anche solo per un secondo.

Una vocina nella mia testa mi sta insultando pesantemente perché tutto questo tempo speso a piangere non è servito a nulla, però la scaccio via.

Durante la nottata insonne sono arrivato alla conclusione che qua non si tratta semplicemente della persona di cui mi sono innamorato, qua si tratta di una persona che stimo che è finita all'ospedale per chissà quale dannato motivo. E non posso girarmi dall'altra parte e far finta di nulla. Sto studiando per divenire un supereroe, dopotutto.
Alzo gli occhi al cielo, sussurrando un «Ma a chi voglio prendere in giro?», prima di sedermi per terra, sul pavimento fresco, ma duro, e scuotere la testa in disappunto.

Sono così confuso che probabilmente uno psicologo impallidirebbe se gli esprimessi i miei pensieri ad alta voce.

La mia vita mi sta sfuggendo di mano. È come se io fossi un bambino e la mia vita fosse un palloncino pieno d'elio. Basta che la mia mano sia leggermente sudaticcia e addio palloncino. Insomma: la mia mano sta iniziando a sudare e il palloncino sta per volare via. E le soluzioni sono due: o lo lascio andare o stringo più forte possibile, sperando di trattenerlo.
Chissà come andrà a finire, questa situazione.

🌸🌸🌸

HOOOLA!
Come state? Come vi sentite all'idea che le vacanze stiano per finire? E cosa avete fatto, durante queste vacanze?

Passando al capitolo, cosa ne pensate? Di Michael all'ospedale? Concordate con le parole di Calum?
So che questo capitolo è un po'... triste? Ma io amo le cose tristi e drammatiche e tragiche.

È da settimane che dico di dover pubblicare una OS originale, ma ancora non l'ho fatto perché la devo sistemare, visto che non mi convince. Spero di poterla pubblicare al più presto.

Comunque, nello scorso capitolo vi ho chiesto di pensare a dei propositi per questo anno nuovo.

Ecco i miei cinque propositi (semplici, perché quelli complicati non sono in grado di portarli a termine, tipo mangiare sano):

1) Scrivere tanto;

2) Leggere tanto (libri e fumetti);

3) Provare a imparare qualcosina di giapponese e/o coreano;

4) Cercare di stare bene/volermi bene;

5) Darmi da fare per realizzare i miei sogni.

Ci ritroviamo giovedì prossimo con un nuovo capitolo.
#Staytuned 😎

A presto.
- Tatia;

⭐️👁👁💧

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