34. Amazon, Pingu and other things

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La vita è proprio strana. Un momento prima ti senti la persona più felice e piena e soddisfatta e contenta del mondo e un momento dopo vuoi scavare una fossa con le tue stesse mani e seppellirtici dentro, così da smettere di vivere e smettere di credere in un domani migliore con la certezza che domani non avverrà comunque un cazzo.

In questo preciso istante, col cellulare tra le mani, l'applicazione di Amazon aperta, sto cercando una pala, possibilmente non troppo costosa, così da poter scavare la mia fossa.

Ho chiesto per messaggio ad Avril se fosse al corrente del fatto che in casa non ne avessimo neanche una, e lei mi ha risposto dicendomi che, nonostante fosse consapevole del fatto che fossi strano, adesso ho raggiunto dei limiti superiori al normale.
E ammetto che fino ad oggi non avevo idea del fatto che ci fosse uno strano normale e uno strano strano.
Ma adesso lo so e non ho idea di cosa farmene di questa informazione.

«Luke?» mi chiede una voce che conosco fin troppo bene, ma non alzo lo sguardo, non mi muovo neanche di un centimetro, a malapena respiro. «Luke» ripete la stessa voce, il tono leggermente più autoritario, ma continuo a far finta di nulla, occhi rossi, che bruciano a causa della secchezza, fissi sullo schermo, a malapena sbatto le palpebre. «Luke Hemmings, se non alzi la testa tra tre secondi, giuro che ti taglio le palle» esclama la voce, profondamente offesa dalla mancanza di risposta da parte mia.

Alzo di scatto la testa, sbarrando gli occhi terrorizzato, per poi esalare un respiro e incrociare lo sguardo della mia migliore amica, che mi sorride soddisfatta. «Sei Satana» borbotto, bloccando lo schermo del cellulare e mettendolo da parte.

«Che succede?» mi chiede esasperata.

Siamo, ancora una volta, in camera mia, seduti l'uno di fronte all'altra, questa volta nessun cibo/schifezza tra di noi, fortunatamente e sfortunatamente. Fortunatamente perché devo mantenere la linea adesso che la mia vita sessuale è attiva; sfortunatamente perché in questo momento abbuffarmi di cibo che fa male alla salute è ciò di cui ho più bisogno.

Sospiro e mi mordicchio il labbro inferiore, indeciso se dirle o meno la verità. Ma, alla fine, in un modo o in un altro, riuscirà a scoprirla, quindi meglio fargliela sapere prima che non fargliela scoprire dopo – e subirmi, di conseguenza, la sua rabbia.

«Ho detto "ti amo" a Michael ieri, dopo aver fatto sesso» ammetto, mentre le guance mi si colorano di rosso, e non perché ho detto alla mia migliore amica di aver fatto sesso col mio ragazzo, ma perché le ho detto di avergli detto "ti amo". Insomma, ognuno ha le proprie debolezze, e per me ed Hailee è difficile parlare dei nostri sentimenti, anche se lo facciamo abbastanza frequentemente. Ma abbiamo imparato a farlo, più che altro. Non ci è mai venuto completamente spontaneo.

«E lui cosa ti ha risposto?» domanda e posso sentire la note d'incertezza nella sua voce, quasi spaventata di sentire la mia risposta.
«Non mi ha risposto. Cioè, mi ha dato un paio di baci, ma... non mi ha risposto.»

«Bene» mormora lei, rilasciando un sospiro che probabilmente aveva trattenuto per l'ansia e la preoccupazione.
«È un bene?» le chiedo, alzando la testa e cercando conferma nei suoi occhi, più che nelle sue parole che verranno.
Mi guarda con sguardo sicuro e annuisce. «È un bene» mi rassicura.

«E perché sarebbe un bene?» le chiedo quasi disperato, perché ho bisogno di sicurezze che da solo non riesco ad avere, di risposte a domande che ho persino paura di chiedermi.
«Perché non ti ha allontanato, perché non ti ha detto di non amarti, perché ti ha baciato.»

«Credi che mi ami?»
Hailee si mordicchia il labbro inferiore e ci pensa realmente su, come a volermi dare una risposta che sia una vera risposta e non quelle risposte basiche che sono più abitudinarie che non altro. S'impegna realmente, per me, e non so mai come mostrarle la mia gratitudine. «Non sono sicura che ti ami, in questo momento» ammette. «Ma penso che potrebbe amarti in futuro. Motivo per cui non hai ricevuto risposta, ma non sei stato neanche allontanato.»

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