31. Boy meets Evil

236 23 19
                                    

Se qualcuno mi chiedesse come sono finito nuovamente in casa di Michael Clifford, gli direi che Satana fa il tifo per noi. Perché non trovo altri motivi, altre soluzioni, altre ragioni. Perché non ho idea del perché mi abbia invitato per la seconda volta a dormire da lui, o perché io abbia accettato, nonostante la confusione e l'ansia e la paura. Nonostante i miei dubbi e le mie incertezze.

«Luke? Tutto bene?» mi chiede lo stesso Michael, distraendomi dai miei costanti pensieri e riportandomi sulla terra ferma.
Mi mordicchio il labbro inferiore e annuisco con veemenza. «Sì, sì, tutto bene» esclamo – e menzogna non è mai stata più palese –, puntando lo sguardo sul lenzuolo bianco, pulito e profumato, perché Michael ha cambiato le lenzuola questa mattina stessa, facendosi dare una mano dal sottoscritto.

«Vuoi che ti riaccompagni a casa?» prova a domandarmi con voce fievole, quasi incerta.
Alzo lo sguardo, stupito, e lo punto sul suo, che però è imperscrutabile. «Cosa?» domando, preso seriamente alla sprovvista.

«Non voglio affrettare le cose, non voglio che ti senta a disagio» mi spiega, ed io aggrotto la fronte, confuso. «Nel senso» prosegue, notando la mia palese confusione, «So che il mio comportamento ti sta lasciando un po' basito.»
«È che...» mormoro, sbuffando nel momento in cui mi rendo conto di non riuscire a trovare le parole adatte da dire, da dirgli.

«Tu mi piaci.»
«Eh?» esclamo, sbarrando gli occhi e portando una mano sul cuore, per cercare di capire se stia ancora battendo, se sia ancora vivo, perché non sono sicuro di esserlo, perché le tre paroline che Michael ha appena pronunciato sono state come tre pugnalate dritte nel petto. Dolorose. Ma in senso positivo.

«Secondo te perché ti ho chiesto di metterci insieme?» domanda, inarcando un sopracciglio e mostrandomi un sorrisetto divertito.
«Non lo so» rispondo sinceramente, facendo spallucce. «È avvenuto tutto così in fretta» mi stringo nelle spalle e porto le gambe al petto, le braccia attorno ad esse e il mento poggiato sulle ginocchia. Lo sguardo che si sposta, che si punta su Michael e poi sul nulla, imbarazzato e confuso e spaventato.

«La verità è che mi hai stupito. Mi ha stupito la tua determinatezza, mi ha stupito la tua sfacciataggine, mi ha stupito la tua mancanza di pudore. Mi hai stupito quando hai ammesso di amarmi, anche se non sono sicuro i tuoi sentimenti siano gli stessi di allora. Mi hai stupito quando sei venuto all'ospedale, e non hai mollato la presa. Quando mi hai ricordato che tutti nascondiamo qualcosa, quando mi hai ricordato che non siamo sempre ciò che diamo a vedere. Hai continuato a stupirmi, giorno per giorno, e... ti ho iniziato a guardare con occhi diversi» ammette e sento le mie guance andare a fuoco, i miei occhi pizzicare mentre le lacrime spingono per uscire, il mio respiro farsi più pesante, il mio cuore battere all'impazzata.

«Sono ancora innamorato di te» dico solamente, e non credevo che glielo avrei mai detto. Sì, glielo avevo già detto, ma glielo avevo detto in un momento in cui ero certo a lui non importasse nulla di me – e probabilmente non gli importava davvero nulla di me –, in un momento in cui mi sentivo debole, ma anche incazzato e deluso, in un momento in cui non riuscivo a tenere l'uragano che avevo dentro solo per me. Ma adesso è diverso. Adesso sono cosciente dei miei sentimenti e di quelli di Michael nei miei confronti – anche se mi sembra impossibile che io gli piaccia, perché... suvvia, io sono io.

Michael accenna un sorriso quasi imbarazzato e poi si avvicina leggermente, e posso sentire il calore che il suo corpo emana, e posso riconoscere il profumo decisamente costoso che si è spruzzato addosso prima di uscire ed andare a casa mia per festeggiare il mio compleanno, e posso notare le sue iridi chiare e profonde fisse su di me. «Luke...»
«Sì?»
«Posso baciarti?»
«Sì.»

Michael si avvicina, ancora e ancora e ancora, fino a che il suo naso non si scontra col mio, fino a che le sue labbra carnose non sfiorano le mie, fino a che i nostri respiri non si fondono. E mi bacia, in un bacio che di casto non ha nulla, in un bacio in cui mi lascio andare, senza pensarci troppo. Solo le labbra di Michael sulle mie, solo le mani di Michael sulle mie spalle, solo il corpo di Michael vicino al mio.

Heroes & CO || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora