Apro gli occhi lentamente, sbattendoli più volte a causa della luce accecante che mi colpisce dritto in faccia. Faccio una smorfia e mi accingo a mettermi a sedere, ma un lancinante giramento di testa mi costringe a ributtare la testa sul cuscino morbido. Aspetta... cuscino? Aggrotto la fronte e mi guardo attorno, decisamente confuso.
Dove sono?
In una stanza, questo è sicuro. Una stanza cui mura sono ricoperte da poster di Spiderman e Iron Man, cosa che apprezzo particolarmente.
Cerco un oggetto o letteralmente qualsiasi altra cosa che mi faccia intuire di chi sia la stanza, ma nulla, non ho in alcun modo idea.E poi ricordo.
Oh, cazzo.Questa non può essere la stanza di Michael Clifford. No. Sicuramente mi ha abbandonato al parco e qualche altra anima pia mi ha salvato. No, Michael non mi abbandonerebbe mai, è un infermiere volontario dopotutto.
Sospiro e mi costringo ad alzarmi, stringendo i denti a causa della nausea e della stanza che mi gira attorno. Cammino sulle punte dei piedi, sperando di non farmi sentire, e inizio a curiosare per la stanza, cercando qualche indizio per poter così asserire la mia teoria.
Nulla mi dà indizi, fino a che non apro l'armadio e il buon odore di Michael – un mix di dopobarba e profumo decisamente costoso – mi invade le narici, facendomi sospirare di piacere. Ho quasi voglia di rinchiudermi nell'armadio e viverci dentro.
«Cosa stai facendo?»
Sussulto, spaventato, e lascio cadere per terra la felpa che stavo annusando. «Emh...» provo a dire, grattandomi la nuca imbarazzato, per poi costringermi ad incrociare lo sguardo verde primavera del possessore di questa stanza. «Stavo cercando di capire di chi fosse la stanza» mi affretto a replicare.«E per farlo avevi bisogno di annusare una mia felpa?» inclina la testa di lato e un sorrisetto ironico gli si imprime sul viso dalle linee perfette. Se fossi un artista, lo disegnerei da ogni angolazione. Se fossi uno scrittore, lo descriverei in ogni minuzioso dettaglio. Ma sono solo Luke e quindi una sola parola lampeggia nella mia testa, come un'insegna luminosa al neon: perfezione.
«Riconosco le persone attraverso gli odori» mento, nonostante sia pessimo a mentire.«Il tuo potere non era quello di allungarti e accorciarti a tuo piacimento?» domanda confuso, prendendomi in contropiede.
«Be'...» mormoro, guardandomi attorno, pensando a qualche altra menzogna da rifilargli.
«Non importa.»Punto immediatamente lo sguardo su di lui e lo vedo fare spallucce, disinteressato. «Non importa?» mi permetto di dire.
«No, tranquillo. Comunque, come stai?» mi chiede con tono quasi dolce. Dio, vorrei sentire la sua voce ogni mattina al mio risveglio.
«Bene, grazie» rispondo confuso.«Sai, sei caduto e poi svenuto, pensavo che la fase finale sarebbe stata la tua morte» ridacchia e vorrei registrare la sua risata e metterla come suoneria e sveglia del mio cellulare.
«Grazie per avermi...» mi guardo attorno, cercando la parola adatta, «salvato?»
«È il mio lavoro» si stringe nelle spalle, per poi sospirare. «Senti...» inizia a dire, «cosa ci facevi al parco?»Trattengo il respiro, per poi passarmi una mano tra i capelli, nervoso, e mordicchiarmi il labbro inferiore. «Ero lì di passaggio e...»
«Fai schifo a mentire» mi interrompe, facendomi fare un passo indietro spaventato.
«Ti stavo seguendo» ammetto, intimidito, tenendo lo sguardo basso, puntandolo sulle mie Vans logore, che più che nere sembrano marroni.«Perché?»
Boccheggio, in cerca di una risposta da dargli, ma non ne trovo una. «Cosa stavi facendo?» controbatto quindi, facendolo sussultare. Nonostante i nostri corpi siano lontani, posso notare ogni singolo muscolo del suo viso che si contrae, mentre i suoi occhi, più scuri al momento, si muovono per la stanza, appigliandosi a qualsiasi cosa e a nulla contemporaneamente.«Fratellino, sei qui? Posso entrare?» esclama una voce femminile tremendamente familiare.
Michael sospira, non so se di sollievo o cosa, e poi «Sì, entra» mormora. «E smettila di chiamarmi "fratellino"» aggiunge bofonchiando.«Il tuo amico rimane qui per cena?» chiede la ragazza, che riconosco subito, lanciandomi un'occhiata amichevole.
«No» risponde secco Michael, facendomi imbronciare. Non ci ha neanche pensato su due secondi, non ha neanche chiesto il mio parere. Cattivo. Ma a me piacciono i cattivi ragazzi.
«Va bene» risponde lei stranita, uscendo dalla stanza.«Conosci Halsey?» chiedo sconvolto. Halsey è la supereroina più famosa degli ultimi anni, nonché la più dolce e gentile. Hailee la stima molto e mi odierà quando le racconterò tutto ciò.
«Ashley è la mia sorellastra» mi spiega.
«Anche io vorrei condividere il mio sangue con una persona come lei» ammetto, accennando un sorriso che si spegne appena noto l'espressione seria di Michael.«Non devi dire ciò che hai visto a nessuno» mi dice con tono duro, puntandomi un dito contro.
«È una minaccia?»
«Cosa? No, assolutamente no. È una richiesta» borbotta, come offeso dalla mia insinuazione.«Cos'è esattamente che non dovrei dire a nessuno?» inclino la testa e mi mordicchio il labbro inferiore. Non so da dove derivi tutta questa sfacciataggine, ma la realtà è che voglio rimanere qui, di fronte a Michael, il più a lungo possibile; voglio memorizzare ogni suo gesto, ogni emozione che sfiora il suo viso, ogni dettaglio della sua stanza.
«Facciamo un patto, ti va?»
Inarco un sopracciglio. «Un patto?» mormoro confuso.
«Andiamo al ballo insieme.»«Eh?» esclamo sconvolto, rischiando di inciampare sui miei stessi piedi. Probabilmente al momento ho gli occhi fuori dalle orbite e il mento che tocca per terra, un po' come nei cartoni animati.
«Se andassimo al ballo insieme, staresti zitto riguardo tutto ciò che hai visto oggi? Persino riguardo il tuo svenimento e tutto il resto?» si spiega meglio, gesticolando con le mani per farsi capire in ogni modo possibile.
Mi mordicchio il labbro inferiore e mi porto una mano sul mento, cercando di ragionare sui pro e i contro della situazione. Sì, certo, come no. Il punto è che non voglio dargliela vinta, voglio farlo soffrire un po', voglio farlo stare sulle spin... «Ci sto» mi lascio sfuggire un po' troppo presto. Va be', mi farò desiderare la prossima volta.
«Perfetto» risponde sollevato, e sorrido contento. «Adesso vattene» e il sorriso sparisce dal mio volto tanto velocemente quanto è arrivato.
Tanto si innamorerà di me, prima o poi.
Si spera più prima che poi, ma probabilmente lo farà più poi che prima.🌸🌸🌸
Hooola!
Come state? Come avete passato Halloween?
Io non ho fatto assolutamente nulla, sigh.Comunque, passando al capitolo, cosa ne pensate del patto tra Michael e Luke? Come credete si evolverà la situazione?
Fatemi sapere i vostri pensieri con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina.Grazie mille per leggere questa storia - e supportare il disagio che è e che sono - e ci ritroviamo giovedì prossimo col nuovo capitolo.
#Staytuned 😎
A presto.
- Tatia;⭐️👁👁💧
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Heroes & CO || 5SOS
FanfictionAvete presente quando guardate una persona e i vostri pensieri sono: "Tu, creatura divina, tu, che somigli ad un angelo luminoso. Tu, proprio tu, fammi tuo e ingravidami, per favore". Ecco, questo è stato il mio primo pensiero la prima volta - e la...