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Misteri

Chi non li ama?
Il fascino di ciò che sconosciuto, nascosto, celato.
Di ciò che deve essere scoperto, portato alla luce.

Trovo che ci sia qualcosa di davvero intrigante nel trovarsi di fronte ad un mistero, qualunque esso sia, e nel cercare di risolverlo.

I misteri esistono per essere svelati.

Si può dire che questa frase sia il mio stile di vita.
È più forte di me, fin da quando ne ho memoria ho sempre avuto un debole per i misteri e ho sempre sognato di diventare un giorno una giornalista o magari addirittura un'investigatrice.

Ma ad ogni modo, forse vi starete chiedendo perché vi stia raccontando queste cose...
Beh, la risposta è semplice: perché questa è la storia di come smisi di pensarlo.
Ovvero, di come quel "motto" smise di essere il mio stile di vita.

Ma procediamo con ordine, o finirò col raccontare la storia a ritroso...

~

- Novità? -

Questa era la domanda con la quale ogni singolo mercoledì, alle 16:08 in punto, Emi Katsuki faceva il suo ingresso nell'aula 1.17, ovvero quella riservata al club di giornalismo della nostra scuola.

- Identifica "novità". -

Era con tono stanco, assonnato, forse addirittura sconfortato, che il più delle volte Hideki Matsuda rispondeva alla domanda della nostra amata presidentessa.

- Qualcosa di nuovo. -

Rispondeva prontamente lei, senza lasciarsi affatto scoraggiare dal palese tentativo del ragazzo di aggirare la domanda.

- Non sono sicuro di capire cosa significhi "nuovo". -

- Qualcosa che prima non c'era.
Come ad esempio il bernoccolo che ti comparirà in testa tra qualche istante se non la smetti ti perdere tempo e rispondi come si deve alla mia domanda. -

E la maggior parte delle volte a questo punto il corvino sbuffava sconsolato, per poi accasciarsi sul piccolo tavolo quadrato posto al centro dell'aula.

- Novità? -

Ripeteva allora Emi, guardandoci tutti e tre, uno ad uno, con aria speranzosa. Come se davvero fosse possibile che uno di noi avesse trovato qualche scoop degno di questo nome.
...Povera illusa.

- Io ne ho uno! -

Voce alta e squillante, a tratti quasi stridula, capelli legati in due piccoli e alti codini infantili e un'immancabile fermaglio colorato a raccoglierle la frangia.
Questa era Chiyoko Bunko, mia vicina di casa, compagna di classe, di banco e, anche non ho ancora ben capito come, anche di club di giornalismo.

- Davvero Chiyo? -

Per quanto ormai sapessimo tutti perfettamente di non poter fare chissà quanto affidamento su quella ragazza, in qualche modo, alla vista della sua espressione entusiasta e delle sue mani agitate e protese quasi spasmodicamente verso il cielo nel tentativo di attirare la nostra attenzione, finivamo col cascarci ogni volta.

- La carne della mensa! -

E rieccola con il suo cavallo di battaglia: la famigerata carne della mensa.
Sarà perché Chiyoko è una vegetariana e animalista convinta, sarà perché effettivamente quella carne ha sempre avuto un odore, un aspetto e, soprattutto, un sapore alquanto sospetto, sarà che siamo praticamente alla disperata ricerca di uno scoop per il nostro giornalino, fatto sta che, in un modo o nell'altro, la nostra cara biondina sempre lì finiva con l'andare a parare.

Ghost Rule //Yuri//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora