"Che classe frequenti?"
"Quanti anni hai?"
"In che anno sei nata?"
"Dove vivi?"
"Chi sono i tuoi genitori?"
"Dove sono i tuoi compagni di classe?"Queste erano le sei semplici domande che io e Kyuu eravamo riuscite ad elaborare durante quarto d'ora rimasto prima della fine dell'ora di pranzo.
Beh, in realtà ne avevamo scritte almeno una ventina, ma le altre eravamo state costrette a scartarle. Suonavano decisamente troppo sospette...
"Hai conti in sospeso con qualcuno?"
"Hai mai rischiato di morire?"
"Posso sentire la tua temperatura corporea?"
"Ti capita mai di levitare?"
"Credi nel paranormale?"
"Fai parte del paranormale?"E altre domande dello stesso genere...
Certo, sempre meglio del mio "sei un fantasma?", ma comunque troppo strane per porgerle come se nulla fosse ad una ragazza che conoscevo a malapena.Era proprio da lei che mi stavo dirigendo in quel momento.
La borsa grigia a tracolla sulle spalle, la penna in tasca e il taccuino tra le mani.Sì, poi c'era anche il cuore che palpitava, le gambe che traballavano leggermente ogni tre passi e quella fastidiosa goccia di sudore che mi solcava la fronte, ma su questo credo che possiamo anche sorvolare...
Quando giunsi di fronte all'aula 1.25 per fortuna trovai la porta già aperta, segno che molto probabilmente Carrie era lì.
A dirla tutta non sono certa che questa possa davvero venire definita una fortuna... O almeno, all'epoca avevo parecchi dubbi al riguardo.- Carrie? Ci sei? -
Chiamai entrando nella classe.
Ma il secondo banco della fila al centro, dove stava seduta Carrie la prima volta che l'avevo vista, era vuoto, così come il resto della stanza.Però, se da una parte ero rimasta delusa dal non averla trovata, dall'altra ne ero quasi sollevata.
Buffo quanto fossi riuscita a lasciarmi condizionare dalle supposizioni strampalate di Junko, pur sapendo quanto queste fossero in realtà assolutamente infondate.
(E probabilmente partorite con il solo ed unico scopo di farmi andare in paranoia e farla divertire un po').Stavo quindi per andare via, quando notai una cosa alla quale prima, chissà come, non avevo proprio fatto attenzione.
Una borsa a tracolla color nero pece, posata ai piedi del secondo banco della fila al centro, ma dal lato opposto rispetto a quello dove mi trovavo io, seminascosta tra le gambe della sedia.
A quel punto, ebbi a malapena il tempo di rendermi conto che quella fosse proprio la borsa di Carrie, prima che una mano gelida come un cubetto di ghiaccio si posasse tutto d'un tratto sulla mia mia spalla, il pollice che mi sfiorava leggermente il collo, facendomi rabbrividire.
- Ehi. -
Trasalii a quel contatto improvviso e, soprattutto, all'udire quella voce. Quindi mi voltai con uno scatto, ritrovandomi per la terza volta in altrettanti giorni faccia a faccia con il "fantasma".
- C-Carrie!? -
- Ti ho fatto prendere un colpo, per caso? - Disse invece lei ridendo leggermente. - Ero lì, stavo rimettendo a posto le scope. - Aggiunse indicando l'armadietto posto in un angolo dell'aula.
- Ah, non ti avevo notata... -
Mormorai strabuzzando leggermente gli occhi.
- Sì, me n'ero accorta. - Sorrise Carrie prima di aggirarmi e raggiungere la sua borsa. - Facciamo la strada insieme? -
- Eh? -
- Per tornare a casa. - Spiegò lei inclinando leggermente il capo. - Dato che ieri ti ho incontrata mentre tornavo a casa ho pensato che anche tu vivessi da quelle parti. -
- Ah, sì. - Risposi allora io annuendo un paio di volte. - In realtà però casa mia è un po' più avanti, ieri... -
E stavo ancora pensando ad una scusa adatta a giustificare il perchè ieri sera mi trovassi lì, che Carrie mi passo accanto, dirigendosi verso l'uscita dell'aula ed incitandomi a seguirla.
~
- 1A. -
- Davvero? Pensavo frequentassi il secondo o il terzo anno... -
- Sì, in effetti ho sedici anni e mi dovrei trovare in 2A in questo momento. - Rispose lei sospirando leggermente. - È solo che l'anno scorso ho avuto un incidente che mi ha costretta a rimanere in ospedale per diversi mesi. Di conseguenza sono stata rimandata. -
- Oh, mi dispiace... -
- Non ti preoccupare, ora è tutto apposto. -
Un incidente...
Era proprio questo che Kyuu giusto poche ore prima mi aveva consigliato di cercare.
Stavo ancora pensando a che domanda porle, però, quando Carrie riprese a parlare.- Fai parte del club di giornalismo? -
- Eh!? Come lo sai? -
- Semplicemente ho notato il taccuino che hai posato nel cestello della bici insieme alla borsa, la punta della penna che spunta dalla tasca dei tuoi jeans e il fatto che da quando siamo uscite da scuola non hai fatto altro che porgermi domande. -
Decisamente non avevo un futuro come spia in incognito.
Questo era poco ma sicuro...- Ti da fastidio per caso? -
Domandai cauta, osservandola di sottecchi.
- Ma no, nessun problema. - Sorrise lei scuotendo il capo. - Semplicemente mi sembrava strano il fatto che un membro del club di giornalismo mi stesse facendo una specie di interrogatorio. Per caso sono sospettata di qualcosa, agente? -
- Cosa? No! Assolutamente no! -
Mi affrettai a negare, scuotendo energicamente il capo.
Nel vedere la mia reazione, Carrie scoppiò a ridere, lasciandomi di sasso.- Stavo scherzando. - Disse portandosi una mano davanti al viso nel vano tentativo di fermare quello scoppio improvviso di risa. - E comunque... - Continuò alcuni istanti dopo. - Se anche questo fosse davvero un interrogatorio, non ci sarebbero problemi. Le assicuro, agente, che ho la fedina penale così pulita che ci si potrebbe specchiare sopra. - Concluse annuendo con decisione, in viso un'espressione così esageratamente seria che questa volta fui io a scoppiare a ridere.
- Frequenti qualche club? -
Le chiesi alcuni minuti dopo.
- Nessuno. - Rispose lei con un'alzata di spalle. - Ma prendo lezioni di cornamusa ogni lunedì e sabato pomeriggio. -
- Cornamusa? -
Replicai io strabuzzando gli occhi.
- Si tratta di una vecchia tradizione di famiglia. - Aggiunse lei con un'alzata di spalle. - Ho iniziato a suonarla quando avevo sei o sette anni. Il mio insegnante è un vecchio amico di mio padre. -
- Ah, capisco... -
Mormorai io, sorpresa che lei mi stesse raccontando tutte quelle cose senza neanche bisogno che io continuassi a farle domande.
Certo, non si trattava esattamente del tipo di interrogatorio che avevo in mente, ma come inizio non era affatto male.Ghost Rule
N.1
Dire bugie, frasi irrilevanti, senza poter tornare indietro.
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Ghost Rule //Yuri//
Mystère / Thriller"I misteri esistono per essere svelati" Questo è il motto di Midori, una sedicenne dai brillanti occhi color smeraldo con l'innata passione per il giornalismo e l'investigazione. Alla ricerca quasi disperata di uno scoop per la nuova edizione del gi...