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- Zucchero o miele? -

Mi chiese sorridendo raggiante, la mano alzata verso la mensola, pronta a prendere uno dei due barattolini che vi si trovavano sopra.

Barattolini in bilico su una mensola che cadeva a pezzi, sul punto di staccarsi dalla parete da un momento all'altro, erano tutti sbeccati, rovinati, coperti di polvere da cima a fondo.
Essendo quasi inverno non c'erano formiche, ma qualcosa mi disse che qualche verme non ce l'avrebbe proprio tolto nessuno.

- No grazie, va bene così. -

Le risposi ricambiando il sorriso mentre osservavo con sguardo dubbioso il liquido verdastro che si trovava nella mia tazzina di porcellana.

Sembrava fragile, come sul punto di rompersi da un momento all'altro, è aveva talmente tante scheggiature che per potervi bere senza che il liquido colasse tutto per terra bisognava tenerla inclinata verso destra.

- Accomodati, su. -

Mi invitò Carrie mentre si versava il tè nella sua tazzina.

Ma non fuoriuscì vapore quando il liquido venne versato dalla teiera al bicchiere e questo per il semplice motivo che quel tè non era affatto caldo. Come avrebbe potuto esserlo se i fornelli non funzionavano?

Mi sedetti a terra a gambe incrociate, di fronte a una colorata tovaglia da picnic, e posai la tazzina davanti a me, di fronte ad una ciotola dai colori sgargianti contenete almeno una trentina di biscotti e pasticcini vari.

Improvvisamente compresi come dovevano essersi sentiti Kioshi e Takumi tutte le volte che Carrie portava loro quelle buste di biscotti. Erano stantii, scaduti da come minimo cinque anni, ma forse perfino di più. Quando provai ad avvicinarno uno al viso, giusto per sentire che odore avesse, per poco non vomitai.

- Non hai fame? -

Chiese Carrie sedendosi di fronte a me e allungando una mano verso la ciotola dei biscotti come se nulla fosse.

- Non hai altro? -

Le chiesi giusto un istante prima che lei afferrasse una crostatina alle visciole.

- Ad esempio? -

Ribattè lei aggrottando la fronte.

- Beh, qualcosa che si addica più ad una cena, no? -

Risposi con un'alzata di spalle, come se l'orario fosse l'unico problema di quella sottospecie di merenda.

- Vediamo... - Mormorò Carrie storcendo leggermente il naso per poi voltarsi alle sue spalle, dove iniziava un lungo corridoio, e gridare: - Ehi Tamaki! È già pronta la cena? -

La domanda rimbalzò tra le fredde e vuote pareti della casa, aleggiando nell'aria, come in attesa, per pochi interminabili secondi, senza però ricevere alcuna risposta.

- Vado a controllare, torno subito. -

Mi disse alzandosi e scomparendo in fretta dietro una delle prime porte.

Per un istante rimasi ferma, in attesa che tornasse. Poi però come al solito la curiosità prese la meglio e mi ritrovai ad inoltrarmi lungo quel corridoio senza fine, avvicinando con fare esitante la mano verso la maniglia della porta della cucina.

Sentii un brivido percorrermi la schiena nel momento in cui aprii quella porta.
Era tutto come quel giorno, non era cambiato nulla.
Le mura nere per colpa della fuliggine, il lungo tavolo logoro a terra al centro della stanza, le mensole a penzoloni, le pentole consumate e una trave a terra, esattamente di fronte alla porta di metallo che conduceva nella cella frigorifera.

Ghost Rule //Yuri//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora